Museo Archeologico Nazionale
Napoli
piazza Museo Nazionale, 19
081 4422149 FAX 081 440013
WEB
Pierre-Yves Le Duc
dal 13/2/2004 al 14/3/2004
081 5441494 FAX 081 5441494
WEB
Segnalato da

Donatella Cataldi



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Pierre Yves Le Duc



 
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13/2/2004

Pierre-Yves Le Duc

Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Gu - giudizio universale. Un'opera dal respiro cosmologico, di grande impatto visivo e sonoro. Un'installazione di tredici metri di lunghezza per dodici di altezza allestita nella sala della Meridiana che per l'originaria destinazione astronomica diventa l'ambientazione ideale ad accogliere l'opera: un cosmo completo dove il soffitto diviene il cielo ed il pavimento la terra


comunicato stampa

Il 14 febbraio, al Museo Archeologico di Napoli nel gran salone della Meridiana si inaugura ''Gu''- giudizio universale, la singolare installazione dell'artista francese Pierre-Yves Le Duc, promossa dalla Sovrintendenza per i Beni architettonici di Napoli e Caserta e dall'associazione culturale Locus Solus.

Un'opera dal respiro cosmologico, di grande impatto visivo e sonoro. Un'installazione di tredici metri di lunghezza per dodici di altezza allestita nella sala della Meridiana che per l'originaria destinazione astronomica diventa l'ambientazione ideale ad accogliere l'opera di Le Duc: un cosmo completo dove il soffitto diviene il cielo ed il pavimento la terra, giocando simultaneamente il ruolo dell'eterno e dell'oblio.
Cento pannelli con bianchi segni antropomorfici su fondo nero che volteggiano e scintillano, si spingono e si urtano, danzano e formano spirali, enfatizzati dall' incessante rumore di un vortice d'acqua. Segni indistinti, forse persone, forse amebe, cellule o astri. Sicuramente corpi, miliardi d'atomi che come una musica si irradiano nell'anima, come una voce forte nel cuore di Napoli.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 14 marzo.

Pierre-Yves Le Duc: biografia

Di origine italiana, Pierre-Yves Le Duc nasce in Francia nel 1964. Nel 1988 si trasferisce a Napoli dove inizia la sua carriera artistica. Nel 1989 realizza le prime opere, ma è del 1994 il suo primo confronto con il pubblico. Sceglie, infatti, piazza San Domenico Maggiore come sede del suo ''Cenacolo''- 13 tele ognuna raffigurante una vagina gigante (180 x 180 centimetri) poste circolarmente intorno al totem fallico dell'obelisco barocco. Nel dicembre del '96, scende nel profondo dell'acquedotto greco-romano per installarvi un'opera intitolata ''I quaranta ladroni'', quarantuno monoliti disposti a labirinto che simboleggiano altrettante vagine. Nel dicembre '98 con ''Medium'' nel Lazzaretto di Napoli si lancia in un tipo di installazione che vede la perfetta fusione dell'opera nello spazio.

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