Les Maisons de Judith
Courmayeu

Mont Blanc
dal 18/7/2014 al 24/8/2014
11.30-17.30
335 599439

Segnalato da

Ufficio Stampa OMNIA Relations




 
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18/7/2014

Mont Blanc

Les Maisons de Judith, Courmayeu

In due baite restaurate sono esposte fotografie, video installazioni, sculture e pitture murali di 10 artisti che hanno dedicato una parte importante del loro lavoro al massiccio piu' alto d'Europa. Tra gli artisti: Francesco Jodice, Hamish Fulton, Silvia Camporesi e Olivo Barbieri.


comunicato stampa

L’associazione culturale Art Mont Blanc, fondata da Glorianda Cipolla nel 2010, organizza l’evento clou dell’estate a Courmayeur, in Valle d’Aosta, co n la mostra di arte contemporanea Mont Blanc , in programma dal 19 luglio al 25 agosto 2014 presso Les Maisons de Judith, frazione Pra Sec (mt. 1623), in Val Ferret. In due baite da fiaba lungo la Dora, già esistenti come fienili alla fine dell’800, poi acquistate cinquant’anni fa e ristrutturate con materiali orig inali da Giuditta Glarey (e fotografate da Giancarlo Gardin per l’editore Taschen) sono espost i fotografie, video installazioni, sculture e pitture murali di una decina di autori di fama inte rnazionale, che hanno voluto dedicare una parte non occasionale del loro lavoro al massiccio più al to d’Europa, montagna sacra o piccolo Tibet, come lo chiamano gli sciamani. Qui draghi era l’indicazione che spesso le antiche mappe ripo rtavano negli spazi vuoti riferiti alle Alpi. Spaventose eppure affascinanti, erano conside rate luoghi popolati da creature mostruose e malvagie. Si dovrà aspettare la fine del XVIII seco lo, nell’età dei lumi, perché avvenga il primo tentativo di ascensione al Monte Bianco e altri ann i ancora per la conquista della sua vetta, piatta e ventosa, da parte di Balmat e Paccard nel 1786. P oi seguirono le signore, prima la valligiana Marie Paradis e nel 1838 la contessa francese Henri ette d’Angeville che, ricordando l’emozione provata in vetta scriverà: «Per un attimo credetti di assistere allo spettacolo della creazione, di vedere qualcosa che sorge dal grembo del caos». È proprio questa forza magnetica che al contempo at trae, respinge e custodisce segreti nel suo ventre di ghiaccio, ad avere sedotto il fotografo n apoletano Francesco Jodice (1967) , uomo di mare che al Massiccio di granito alto 4810 metri de dica un nuovo ciclo di lavori, esposti accanto alle vedute aeree della Catena del Bianco del moden ese Olivo Barbieri (1954) e al suo libro d’artista ALPS Geographies and People .

Ma è anche lo spettacolo di un grande cono di cris tallo lucente – come appariva il Bianco a Walter Bonatti dopo una tempes ta di neve in quota - a spingere verso la sua cresta il land artist londinese Hamish Fulton (1946). Gli fa eco una Wall Test site specific dell’artista concettuale inglese David Tremlett (1945) , nomade moderno, sempre in viaggio alla ricerca di schegge di esistenza da condividere con le persone incontrate nel suo cammino intorno al mondo.

In mostra altre opere sottolineano l’aspetto più ma gico e visionario della montagna: una video istallazione di ghiacci e cristalli virtuali, come mondi molecolari osservati con le nano tecnologie dalla valdostana Giuliana Cuneaz (1959) ; una serie di foto al Monte Bianco scattate dalla biellese Laura Pugno (1975) - vincitrice del Premio Cairo 2013 – che indaga il tema della visione attraverso il tatto.

Nei suoi Taccuini di viaggio le superfici “toccate” sono pagine in caratteri Br aille, sulle quali incolla la foto. Utilizzando la carta-vetro riperco rre la foto e cancella unicamente i punti in cui emergono i rilievi del Braille, portando via parti dell'immagine, ma nello stesso tempo facendo emergere punti di luce: essi ricordano il fuoco (la luce) che, secondo la teoria arcaica della visione , esisteva dentro l’occhio e che, uscendo, consentiva di “vedere”.

Infine, posto all’esterno della baita, l’ Albero della gratitudine della varesina Manuela Carrano invita lo spettatore a interagire con l’opera, che in modo poetico mostra la natura come medicamento dello spirito, mentre lo scultore ameri cano Richard Nonas (1936) realizzerà sul posto un’installazione ambientale con legni e sassi raccolti nei boschi della Val Ferret. L’interno delle due baite è stato interamente ridis egnato e in parte foderato con Lo Drap, lo stesso tessuto delle divise delle guide alpine, realizzato su antichi telai e offerto per l’allestimento dell a mostra dalla ditta valdostana Valgrisa. La tessitur a del Drap era un mestiere da uomini, perché i telai, in legno d’acero, erano molto pesanti. Il te ssuto di lana di pecora presentava in origine poche varietà di bianco, grigio, nero, oppure la tinta “t annel”, colore del mosto dopo la spremitura. Era l’abbigliamento dei primi, eroici, alpinisti che sf idavano le nevi eterne passando le notti in quota avvolti nelle coperte, ascoltando l’urlo del vento, la voce del loro spirito e la gioia di essere vivi .

Per gli uomini moderni, definiti e circoscritti da cifre, velocità e rumori, le montagne sono ancora un mondo a parte, un mondo al di sopra del mondo? G uardando la mostra si direbbe di sì: il Monte Bianco si rivela attraverso gli artisti del t erzo millennio, rivelandoli a loro stessi.

Inaugurazione 19 luglio alle 14.30

Les Maisons de Judith,
Courmayeu - Valle d'Aosta.
Orario: 11.30-17.30.
Ingresso libero.

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