Anche il buio fa assegnamento sul vedere. L'artista espone una serie di poesie, fotografie e installazioni. I temi affrontati sono: il doppio, la deposizione e l'icona domestica.
Tiziana Cera Rosco, artista, nasce nel ’73 e vive a Milano.
Esponente della poesia mistica e selvatica, è presente nei campi dell’arte con la fotografia (
per la
quale ha inventato una tecnica di lavorazione a mano della stampa usando prodotti del legno) e le
installazioni. Ha affrontato i temi del corpo familiare, dell’icona domestica, del doppio, della
deposizione, della dedizione e della castità selvatica
. Gli ultimi lavori si svolgono sul tema del
Perdono e della Protezione.
Conduce in monastero corsi meditativi di trascrittura di testi sacri a mano dal titolo Umano.
Ha pubblicato diversi libri di poesia, è tradotta in 4 lingue, ospite di numerosi festiv
al nazionali ed
internazionali, di residenze d’arte, gallerie, convegni e monasteri. Nei teatri performa su gonne
altissime, che lei stessa costruisce, testi di poeti da cui è ispirata.
Ha due figli, una passione per gli alberi, i lupi, i cervi e le icone
bizantine.
Quando sarà molto vecchia farà il falconiere.
"Ti scrivo per dirti che rimarrò lontana ancora qualche tempo
prima di scomparire in una recezione oltre misura
di non preoccuparti e assolvere la tua parte di mondo
Ho ripreso casa sulla belva gigantesca
accanto all'albero vivissimo
in
una costante febbre di assorbimento
e posso soltanto ricevere e cercare di reggere
la minaccia sottesa alle forze del vivente in me
e potremmo salutarci dai mondi
mediante alte ombre
che presto perderò peso per un assottigliamento di retina.
Se vedi i mie
i, dì loro di pregare così
di pregare solo per i miei occhi
perché tutto, l’albero, l’umido
la conseguenza del non parlarsi
anche il buio, tutto
fa assegnamento sul vedere.”
Tecnica
le
opere non sono il semplice scatto della fotografia. La fotografia, mai
ritoccata con programmi digitali, dopo la stampa a carbone, viene
lavorata con oli, resine, bitume, solventi, calore, vernici, così da
creare uno
strato, un velo pieno di crepe che ins
idiano l’immagine ferendola (ogni
riproduzione di opera è eseguita artigianalmente a mano e quindi unica). Il
termine scultoreo “sincero” si riferiva all’opera priva di lesioni (nelle lesioni
dell’opera veniva inserita della cera per livellare la superfici
e). Qui il termine
sincero vuole mostrare le ferite che la vita sempre porta con l’esposizione
all’esistenza facendole diventare l’identità della propria singolarità.
Finissage 31 agosto
Palazzo Sipari,
Pescasseroli (AQ).
Orario: dalle 11 alle 13 / pomeriggio: dalle 16 alle 19.
Ingresso libero.