Void-Cinema-Congress-Death. Usando diversi materiali e ricercate tecniche, come la pasta di vetro colato e il basso rilievo, Perrone traduce il senso di vuoto mentale e fisico in una dimensione semi-fantastica.
La galleria Massimo De Carlo è lieta di annunciare che aprirà la stagione 2014-2015 con la mostra personale dell’artista italiano Diego Perrone.
La poetica e la visione universale di Diego Perrone affondano le loro radici nella cultura italiana: affascinata dal misterioso allure della vita periferica e di provincia. L’artista scivola attraverso le ombre che si nascondono dietro esistenze apparentemente ineccepibili. Allo stesso modo il suo lavoro è visivamente delicato ma sconvolgente, perchè getta luce sulla fragilità e sulla parte più oscura della vita umana.
All’interno della mostra, usando diversi mezzi d’espressione, materiali e ricercate tecniche di lavorazione come la pasta di vetro colato e il basso rilievo Perrone traduce il senso di vuoto mentale e fisico in un immaginario crudo, le cui radici affondano nella dimensione semi-fantastica della mitologia e delle antiche leggende.
Nella prima stanza, il graffito del dragone rosso che ricopre il pavimento funge come perfetto scenario per accogliere le nuove sculture in vetro, ispirate alle scarpe ‘armadillo’ create dallo stilista londinese Alexander McQueen. Queste nuove sculture, intese come dei ritratti antropomorfi, prendono forma con un processo quasi alchemico, in cui varie sostanze si trasformano e si evolvono con l’intervento del fuoco, senza il completo controllo dell’artista: il loro aspetto cambia in maniera drammatica una volta attraversato dalla luce. Al piano inferiore si trovano delicati disegni, realizzati con minuzia usando semplicemente biro su carta, che vanno a complementare le sculture.
Il fil rouge mitologico diventa tangibile nelle stanze al piano inferiore della galleria, dove si palesa attraverso il tema della morte, della presenza e dell’assenza, prendendo forma attraverso le ambigue sagome e i colori cupi della nuova serie di basso rilievi: una tecnica manuale le cui radici affondano nelle cultura Greca e Romana, dove venivano spesso utilizzati per rappresentare scene di morte e guerra.
Qui l’artista ci invita a contemplare un’idea contemporanea di vuoto e morte: una fila di sedie da ufficio vuote. Dice: “Ero affascinato dalla sedia perchè è un oggetto che di per se nasce vuoto”. La sedia da ufficio, con il suo design dozzinale, diventa la traccia, l’indizio che riconduce ad una vita immaginaria monotona e vuota: il blu serve ad enfatizzare il contrasto tra la tecnica classicista usata ed il soggetto di ispirazione coorporate: così il basso rilievo si trasforma in un crudo memento mori.
Diego Perrone descrive i bassorilievi come la rappresentazione di una ricerca buia e costante, che non ha bisogno di giungere a nessuna conclusione: spesso il mio lavoro prova a rappresentare il vuoto delle parole. Il concetto di vuoto, ed il simbolismo che lo accompagna, è il fil rouge che connette queste nuove opere: le antiche tecniche manuali scelte dall’artista per rappresentare il vuoto ci chiedono quale rapporto ci sia tra la presenza estetica ed il vuoto di contenuti, e vice versa.
Diego Perrone è nato a Asti nel 1970. Vive e lavora a Asti, Milano e Berlino.
Galleria Massimo De Carlo
55 South Audley Street, W1K 2QH London
Orari: Mar - Sab 10-18