Galerie Mario Mazzoli
Berlin
Potsdamer Str., 132
0049 (0)3075459560 FAX 0049 (0)3075459560
WEB
Michele Spanghero
dal 4/9/2014 al 30/10/2014
mar-sab 12-18

Segnalato da

Galerie Mario Mazzoli


approfondimenti

Michele Spanghero



 
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4/9/2014

Michele Spanghero

Galerie Mario Mazzoli, Berlin

Monologues. Il teatro come luogo, come contenitore dell'arte, ma anche come spazio della collettivita' diviene nella serie di sculture sonore Echea e nel video e foto Monologue il soggetto, al quale l'artista lascia la parola.


comunicato stampa

La Galerie Mario Mazzoli è lieta di presentare nei propri spazi la seconda mostra personale di Michele Spanghero.

Roma quanta fuit ipsa ruina docet – Questo il motto che campeggia sulla facciata di uno dei primi teatri stabili dell’era moderna: quello di Sabbioneta (Mantova) terminato nel 1590 sotto la guida dell’architetto Vincenzo Scamozzi. L’intento di tale progetto era creare uno spazio che fosse adibito solo ed esclusivamente alla manifestazione artistica delle città: i drammi, la musica e la letteratura vennero così spostati dalle piazze e dai sagrati, e consacrate in uno spazio architettonico specifico. Il teatro divenne in tal modo il luogo in cui la collettività andava a riflettersi.

Questo progetto espositivo di Michele Spanghero rappresenta un tributo a questi spazi e al teatro in generale, come luogo dell’apertura all’espressione artistica nel quale egli ha iniziato il suo percorso formativo. Il teatro come luogo, come contenitore dell’arte, ma anche come spazio della collettività diviene nella serie di sculture sonore Echea e nel video e foto Monologue il soggetto, al quale l’artista lascia – per la prima volta – la parola. Ed ecco allora che, se solo fossimo capaci di prestargli veramente ascolto, sarebbe il teatro stesso a salire sul palco per esibirsi e, come in una sorta di monologo, ci direbbe chi è e di quale civiltà è riflesso e manifestazione artistica.

Ma i teatri che Spanghero ha interpellato, alcuni tra i primi della storia moderna che hanno rappresentato il modello a venire dell’architettura teatrale mondiale (il teatro all’italiana appunto), hanno risposto con un lungo silenzio. Un silenzio “amplificato” attraverso una registrazione stratificata (tecnica che richiama quella di I Am Sitting in a Room di Alvin Lucier). Un silenzio tuttavia che non è mai silenzio assoluto, così come il vuoto dello spazio non è mai solo assenza, ma essa stessa materia nutrice: solo sul buio si può stagliare la luce.

Il silenzio – per molti solo manifestazione uditiva del nulla – in Spanghero diventa quindi movimento, come per John Cage, e diviene contenuto. E in quanto con-tenuto può essere com-preso, conservato e inscatolato. È questo in fondo l’aspetto che caratterizza da sempre la poetica di Spanghero che torna quasi esasperata nella seconda serie di opere in mostra Echea, che si ispira ai risonatori di Helmholtz (dispositivi acustici cavi che amplificano determinate frequenze sonore). Qui la voce del teatro viene riprodotta e spinta al loro interno ad un volume aumentato decine di volte, fino a far vibrare la materia che sotto la pressione del silenzio sembra rischiare di frantumarsi. Negli Echea la scultura, la sostanza che Aristotele aveva indicato come soggetto e cioè base capace di sostenere l’azione, è solo spazio cavo: contenitore. Materia che contiene e risuona il monologo del teatro.

È questa certamente la provocazione finale di Spanghero. I suoi risonatori infatti sono molto di più degli “echea” classici di cui parlava Vitruvio, che “semplicemente” diffondevano il suono del palco fino all’uditore più lontano. I suoi risonatori trasmettono una critica a ciò che quei teatri rischiano di diventare: rovina del tempo. I monologhi di Spanghero ci ammoniscono: senza un pubblico che li ascolti essi divengono soliloqui infruttuosi, schizofrenici e destinati all’estinzione. Peggio di un silenzio da tutti rispettato è la parola inascoltata. Proprio come le rovine dei templi, essi sono soglia e monito: persistono, restano a parlarci di un mondo che fu o che rischia di sgretolarsi. Quanto fu grande Roma, lo mostrano le sue rovine!
Giacomo Matteo Miniussi

Michele Spanghero (Gorizia, Italia 1979)
Laureato in Lettere Moderne presso l’Università di Trieste. La sua attività si focalizza principalmente sull'arte acustica, declinata nella forma di musica (come contrabbassista) e della sound art. Parallelamente conduce anche un percorso di sperimentazione visiva con particolare interesse verso il medium fotografico.
Ha esposto e si è esibito in vari contesti internazionali quali musei, gallerie, fiere, teatri, club e festival in Italia, Slovenia, Francia, Svizzera, Olanda, Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Stati Uniti d’America.
Nel 2013 ha vinto il premio online al Blumm Prize di Bruxelles, è stato tra i vincitori del premio Level 0 ad ArtVerona e tra i finalisti del Premio Terna 05; nel 2012 ha vinto il Premio Icona ad ArtVerona ed è stato tra i vincitori del Premio Fondazione Ettore Fico a Roma Contemporary.

Ringraziamenti
Michele Tajariol e fam. Tajariol, Lorenzo Bigaran, Francesca Cantinotti, fam. Mazzoli, Matteo Calligaris, Silvia e Simone Conta, Daniele Capra e Graziano Peruffo.

Per il Teatro Comunale, Ferrara: Roberta Ziosi (presidente), Marinella Farinelli (segreteria), staff tecnico del Teatro Comunale di Ferrara e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
Per il Teatro Scientifico Bibiena, Mantova: Catia Bianchi, Mariangela Busi, Irma Pagliari e Comune di Mantova - settore Attività Culturali.
Per il Teatro Comunale, Modena: Also Sisillo (direttore artistico), Maria Virginia Ferrari (segreteria), staff tecnico del Teatro Comunale di Modena e Fondazione Teatro Comunale di Modena.
Per il Teatro Regio, Parma: Tina Viani (direttrice produzione) e staff tecnico del Teatro Regio di Parma, Fondazione Teatro Regio di Parma.
Per il Teatro all'Antica, Sabbioneta: Anna Ghizzardi e Comune di Sabbioneta - settore Cultura e Turismo.
Per il Teatro Sociale Arrigoni, San Vito al Tagliamento: Antonio Garlatti, Angelo Bertani e Comune di San Vito al Tagliamento - Ufficio Cultura.

Le fotografie e le registrazioni sono state realizzate per gentili concessioni di:
Teatro Comunale di Ferrara
Teatro Comunale "Luciano Pavarotti" di Modena
Comune di Mantova
Teatro Regio di Parma
Comune di Sabbioneta
Comune di San Vito al Tagliamento

Inaugurazione Venerdí 5 Settembre dalle ore 19

Galerie Mario Mazzoli
Potsdamer Str., 132 Berlin
martedí-sabato 12-18
ingresso libero

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