Fondazione Magnani Rocca
Traversetolo (PR)
Strada Provinciale Pedemontana (via Fondazione Magnani Rocca, 4)
0521 848148, 0521 848327 FAX 0521 848337
WEB
Manzu' e Marino
dal 11/9/2014 al 7/12/2014
mar-ven 10-18, sab, dom e festivi continuato 10-19

Segnalato da

Studio Esseci




 
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11/9/2014

Manzu' e Marino

Fondazione Magnani Rocca, Traversetolo (PR)

La scultura nella Villa dei Capolavori. Una selezione di circa novanta opere fra sculture, dipinti e lavori grafici, realizzati dai due artisti negli anni tra il 1945 e il 1970. A cura di Laura D'Angelo e Stefano Roffi.


comunicato stampa

a cura di Laura D’Angelo e Stefano Roffi

Per la prima volta la scultura è protagonista nella Villa dei Capolavori sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, presso Parma. La Fondazione, che già ospita nella collezione permanente capolavori marmorei dei più grandi scultori italiani dell’Ottocento, Antonio Canova e Lorenzo Bartolini, espone ora la grande scultura del Novecento, rappresentata da Giacomo Manzù e Marino Marini che negli anni cinquanta e sessanta, dopo i riconoscimenti nazionali, diventano anche i campioni dell’arte italiana all’estero. Offrendo un’interpretazione della scultura figurativa classica in una chiave stilistica del tutto personale, dagli esiti affascinanti e sorprendenti, dimostrano come essa fosse ben lontana dall’obsolescenza e dalla chiusura alla storia, bensì perfettamente in grado di esprimere il dramma e il senso dell’uomo dopo le dissoluzioni del conflitto planetario. Le loro opere entrano così a far parte dei maggiori musei di tutto il mondo e i due artisti conquistano l’attenzione del collezionismo e del pubblico.

A cura di Laura D’Angelo e Stefano Roffi, la mostra, aperta dal 13 settembre all’8 dicembre 2014, intende approfondire questa vicenda, sinora poco indagata dagli studi, proponendosi di individuare gli elementi che favorirono il grande successo di Manzù e di Marino. Una selezione di circa novanta fra sculture, anche gigantesche, dipinti e lavori grafici realizzati dai due artisti negli anni tra il 1945 e il 1970 documenta la loro fiduciosa apertura verso le molteplici lingue della modernità e la capacità dimostrata nell’incontrare il gusto di un colto e sofisticato mercato internazionale.

Il percorso espositivo si apre con due opere emblematiche, il Grande ritratto di signora di Manzù e il Cavaliere di Marino - la prima del 1946, la seconda del 1945 - provenienti da prestigiose collezioni private: due sculture in grado di introdurre gli aspetti più importanti delle ricerche compiute dai due artisti, dal riferimento a Medardo Rosso per Manzù, alla questione della serialità posta dalle sculture di Marino. Seguono grandi bronzi, rilievi, dipinti e lavori grafici, in una successione che tiene conto dei temi maggiormente praticati da entrambi nei decenni presi in esame. Oltre al tema della danza che accomuna i due artisti, oltre ai celeberrimi Cardinali di Manzù e ai Cavalli con Cavaliere di Marino, una speciale attenzione viene dedicata ai ritratti; non soltanto per sottolineare l’interesse che entrambi nutrirono nei confronti di questo genere artistico, ma anche per fornire una chiave di lettura della loro personalità attraverso i nomi degli artisti, dei galleristi, dei collezionisti e delle personalità che ne sostennero e accompagnarono l’attività lungo gli anni cinquanta e sessanta, quali papa Giovanni XXIII, Igor Stravinskij, Marc Chagall, Jean Arp, Mies van der Rohe, John Huston, Kokoschka, il cardiochirurgo Barnard, oltre alle mogli, Inge Manzù e Marina Marini.

La vita e l’originale percorso artistico di Manzù e Marino sembrano a tratti rincorrersi e scorrere paralleli. Marino Marini (Pistoia 1901 – Viareggio 1980) si iscrive nel 1917 all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove frequenta i corsi di pittura e di scultura. Giacomo Manzù (Bergamo 1908 – Roma 1991), al contrario, non può vantare un’educazione accademica; figlio di un calzolaio, egli si forma all’interno delle botteghe bergamasche specializzate nell’intaglio e nella doratura.
Tra la fine degli anni venti e l’inizio dei trenta Marino e Manzù si trasferiscono a Milano, dove ha inizio una stagione di riflessione e di ricerca che condurrà entrambi, nel giro di pochi anni, a imporsi nel contesto artistico nazionale. Nel 1935 Marino si aggiudica il premio di scultura alla II Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma; all’edizione successiva dell’esposizione, nel 1939, il premio di scultura è assegnato a Manzù. La carriera dei due artisti prosegue con intensità lungo gli anni quaranta e alle mostre si succedono nuovi riconoscimenti. Nel 1948 Manzù allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia e si aggiudica il premio per il miglior scultore italiano assegnato dal Comune di Venezia; nel 1952 il medesimo premio è assegnato a Marino.
È all’indomani di questi riconoscimenti che per i due scultori si inaugura la fase di maggior impegno sul fronte internazionale: le loro opere figurano nelle più importanti esposizioni allestite in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti e, mentre dagli anni cinquanta l’attività di Marino si sposta principalmente all’estero, Manzù inizia a lavorare alla realizzazione della Porta della Morte per la Basilica di San Pietro, la cui inaugurazione, nel 1964, segna il punto di massima popolarità raggiunto dall’artista.
La mostra presso la Fondazione Magnani Rocca riunisce opere altamente significative di Marino e di Manzù e si propone di rileggere l’attività di questi due scultori proprio in relazione agli stimoli derivanti dal dibattito critico nazionale, alle novità avanzate dalle Biennali di Venezia e alla conoscenza dei contesti artistici internazionali.

La collaborazione da parte della Fondazione Marino Marini di Pistoia, del Museo Marino Marini di Firenze, della Fondazione Giacomo Manzù e del Museo Manzù di Ardea, di altri musei e di importanti collezioni private, ha consentito lo spostamento di opere viste raramente al di fuori dei singoli contesti museali o di dimore riservate, permettendo un confronto diretto - visivo e critico - tra Marino e Manzù che rappresenta la decisiva novità dell’esposizione.

Il ricco catalogo della mostra riunisce contributi di Barbara Cinelli, Marcella Cossu, Laura D’Angelo, Flavio Fergonzi, Inge Manzù, Teresa Meucci, Stefano Roffi, Maria Teresa Tosi e affronta problemi nuovi secondo nuove prospettive di studio. All’approfondimento su questioni di contesto si aggiungono riflessioni sul genere del ritratto, sul significato della serialità in scultura, sulle fonti visive della scultura di Marino e di Manzù, sui modi in cui sono state fotografate le loro sculture e sulla ideologia scultorea che ne è sottesa.

Immagine: Giacomo Manzù, Bambina sulla sedia, 1955, fusione in bronzo

Ufficio Stampa: Studio ESSECI,
Sergio Campagnolo, Stefania Bertelli gestione1@studioesseci.net tel. 049 663499

Inaugurazione 12 settembre

Fondazione Magnani Rocca,
Strada Provinciale Pedemontana (via Fondazione Magnani Rocca, 4, Traversetolo (PR).
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto lunedì 8 dicembre.
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole.

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