Uno, nessuno... centomila. Il corpus delle opere da lui realizzate sono caratterizzate dalla volonta' di creare un dialogo con il fruitore.
L’artista fiorentino Giovanni de Gara è stato più volte presentato dalla galleria Spazio Testoni, ma sempre in dialogo con altri artisti e con lavori di volta in volta diversi. In questa mostra Giovanni de Gara è invece l’unico attore- protagonista e propone diversi corpus di opere da lui realizzate in questi ultimi anni, attraverso le quali ha comunque sempre mantenuto un fil-rouge interlocutorio con il fruitore sulle sorti del mondo e dell’umanità, analizzandone e proponendone diverse angolature visuali e concettuali in relazione ai fenomeni più eclatanti generatisi, più o meno incidentalmente, dallo sviluppo economico, sociale e culturale della popolazione mondiale.
Nella sua video-performance Ri-usciremo a riveder le stelle, opera selezionata tra i finalisti per il Premio San Fedele nel 2011, Giovanni de Gara, alias X, attraverso la mistificazione di se stesso nel ruolo di presentatore televisivo in una fantastica e metafisica televendita, cerca di aiutare ad avere successo nel sistema dell’arte Remo Castello, artista sconosciuto perché mai esistito, nato a Carrara nel 1930 da padre surrealista e da madre dadaista, che ha 15 anni quando scoppiano le bombe Little Boy e Fat Man e ne ha 55 quando scoppia Chernobyl nel 1985, tre anni dopo che l’Italia ha vinto il mondiale di calcio.
Nel 2011 ha presentato per Spazio Testoni le opere di Looking for the Pope, un viaggio metaforico sulla fine del mondo, compiuto da una giapponese in cerca del Papa, che trova invece il petrolio della BP (Black Pope) e spostandosi via, via sempre più verso Ovest trova che il Tempio della tradizione è stato sostituito dal campo da calcio.
Per questa mostra, i quadri presenti nella prima sala sono opere di artisti sconosciuti che sono stati modificati da de Gara aggiornandoli ai tempi attuali e sui quali sono state asfaltate tutte le strade sterrate, un intervento quasi naif, ma che secondo l’artista racchiude in sé tutto il percorso che l'uomo, ormai assente nei quadri, ha fatto e di cui ha lasciato tracce sul pianeta. Tracce che progressivamente ed inesorabilmente sono scomparse, sopraffatte dalla natura lussureggiante e finalmente rilassante, che sovrasta e nasconde ogni cosa in assenza dell’intervento dell’uomo ormai definitivamente estinto. Sono i suoi ultimi quadri in cui domina quasi assoluto il colore verde.
“Verde de Gara”, come lo definisce Giuliano Serafini nel suo testo di presentazione di queste opere, colore dominante in molti suoi lavori anche nel passato, e Serafini scrive che è come se de Gara sia stato scelto dal colore verde, così come Klein è stato scelto dal blu e Burri dal nero.
E allora per fare spazio al verde si possono raccogliere e vendere anche i sassi al Kilo e probabilmente è nata dalla mente “Verde de Gara” anche la sua idea dei libri di legno che raccontano La vera storia di un albero, le cui vendite contribuiranno alla realizzazione di nuove zone destinate a boschi e verde pubblico in luoghi oggi soffocati dalla cementificazione.
Infine, un ritorno al passato, che rimane sempre evergreen per Giovanni de Gara, con la sua complessità logico-esistenziale, la sua full-immersion nel disegno senza limiti e senza confini dimensionali. La sua mente si libera di fronte alla parete e la sua mano la segue nelle intricate spire dei suoi ragionamenti in bianco e nero, che nell’ultima sala della galleria Spazio Testoni, Giovanni de Gara ha lasciato indelebile sulla spalletta di muro di fianco al pannello a parete sulla quale realizzò la sua grande opera per Let Me Write nell’ormai lontano 2008, opera che per questa mostra sarà riposizionata nello stesso spazio per il quale è stata pensata e realizzata, di fianco alla videoproiezione di un suo immenso lavoro, che attraverso un touchpad sarà possibile ingrandire e vedere centimetro per centimetro, e così finalmente poter far entrare tutti ad esplorare la sua libera mente.
Inaugurazione 18 settembre alle 20
Spazio Gianni Testoni,
via d'Azeglio 50, Bologna.
al martedì al sabato dalle 16.00 alle 20.00
domenica, lunedì e altri orari su appuntamento
Ingresso libero.