Trasformazioni speculari. L'artista continua la sua ricerca pittorica orientata alla trasfigurazione della forma utilizzando lo specchio come strumento.
a cura di Ernesto Colombo
Lo spazio espositivo della Galleria Weart, molto attivo nell’esporre i migliori artisti del panorama contemporaneo italiano propone una personale di opere di Paolo Avanzi dalle prime del proprio genere fino ad oggi.
Paolo Avanzi continua la sua ricerca pittorica orientata alla “trasfigurazione della forma”, una trasformazione cioè della forma nella sua essenza figurativa, attraverso lo specchio come strumento di frammentazione e deformazione dell’immagine.
Come si può notare dalle opere in esposizione (che coprono il periodo dal 2008 ad oggi), l’iter che ha seguito Paolo Avanzi è sempre stato quello di mantenere una propria linea stilistica inconfondibile e identificabile, nello scenario della pittura contemporanea, evitando però il rischio di cadere nella ripetitività della routine del mestiere cui non sono immuni anche maestri affermati.
Nelle opere più recenti questa “frammentazione” si compie secondo linee geometriche, come nel periodo iniziale avviato su questo filone; a differenza però delle opere precedenti in queste ultime il fattore distorsivo, all’interno del singolo frammento, è accentuato da una tensione quasi istintiva e gestuale. La razionalità dell’insieme (scomposto in una logica architettura) cede il passo all’impulso di scombinare la micro immagine (del singolo tassello) obbedendo ad una esigenza di ritorno all’informale, che è quello che aveva caratterizzato la iniziale produzione polimaterica dell’artista.
In ciò ci sembra di leggere il tentativo di trovare un connubio fra razionalità (esteriore) e irrazionalità (interiore), fra logica (del generale) e instintualità (nel particolare).
Al di là di questa interpretazione estetica, è comunque sempre percepibile in Paolo Avanzi la volontà di cogliere una molteplicità di prospettive non solo visuali ma anche psicologiche nel soggetto rappresentato, e questa valenza psicologica la si può riscontrare anche nel particolare inanimato dello sfondo, sia esso oggetto di arredamento o scorcio di paese, come a voler ricreare una dimensione di esistenza autonoma anche per gli aspetti che fanno da corollario alla figura umana.
Durante il vernissage l’artista si esibirà in una improvvisazione al pianoforte digitale.
Inaugurazione sabato 27 Settembre 2014. 17.00
Weart Gallery
Via IV Novembre 152 - Uboldo (Va)
Orario: ore 15.30 - 19.00 o su appuntamento
ingresso libero