Palazzo Falier
Venezia
San Marco 2906

Spoleto incontra Venezia
dal 26/9/2014 al 23/10/2014
02 76280638
WEB
Segnalato da

Ufficio stampa Vittorio Sgarbi




 
calendario eventi  :: 




26/9/2014

Spoleto incontra Venezia

Palazzo Falier, Venezia

Collegata al programma espositivo di Spoleto Arte, la rassegna prevista nelle sedi di Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich presenta opere di pittura, scultura e fotografia realizzate da artisti affermati e emergenti.


comunicato stampa

Dopo il successo riscosso dalle mostre di "Spoleto Arte", curate da Vittorio Sgarbi, ospitate dal 27 Giugno al 24 Luglio 2014 a Palazzo Leti Sansi, nel cuore della città umbra, si annuncia un nuovo "osservatorio" sul mondo dell'arte contemporanea: "Spoleto incontra Venezia".

"Spoleto incontra Venezia", diretto dal manager Salvo Nugnes di Promoter Arte, rappresenta l'unione, creata tra le due città, per rafforzare il potente legame esistente tra le eccellenze internazionali in ambito artistico-culturale. L'esclusivo vernissage inaugurale, è previsto in data Sabato 27 Settembre 2014, presso gli storici Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande, e Palazzo Rota-Ivancich, a pochi passi da Piazza San Marco, ospiterà la manifestazione fino al 24 Ottobre 2014. Alla serata di gala, saranno ospiti rinomati personaggi del mondo della cultura, dell'arte, della politica e dello spettacolo.

Nel contesto espositivo, saranno presenti i grandi maestri che hanno già partecipato alla versione spoletina, come il Premio Nobel Dario Fo, Eugenio Carmi, uno dei maggiori esponenti dell'Astrattismo, José Dalì, figlio del mentore del Surrealismo Salvador Dalì e altri rinomati artisti. Inoltre, sarà allestita una galleria fotografica d’immagini inedite del maestro Pier Paolo Pasolini, realizzate durante le riprese sul set del famoso film "Il fiore delle mille e una notte".

Le Mostre saranno allestite nel contesto della Biennale, manifestazione d’interesse internazionale che ogni anno richiama nella città della Serenissima, migliaia di appassionati visitatori e turisti, provenienti da ogni parte del globo.

Come nelle edizioni precedenti, sarà realizzato un prestigioso catalogo dedicato a Spoleto incontra Venezia. Il volume, riccamente illustrato, sarà presentato e curato dal Prof. Sgarbi.

Tra gli artisti: Stefania Cappelletti, Federico Tamburri, Giuseppe Santonocito, Giuseppe Oliva, Lucia Ida Viganò, Maria Pia Severi, Caterina De Angelis, Alessandro Testa, Claudio Scandura, Luciano Trevisan, Maria Petrucci, Barbara Pazzaglia, Marilena Lacchinelli, Nicola Sacco, Nino Perrone, Stefania Buccio Gonzato, Caterina De Angelis, Daniela Biganzoli, Maria Franca Grisolia, Anna Maria Artegiani, Marco Urso, Luana Tuis, Monica Bozzi, Jolanda Comar, Alessandra Turolli, Annalisa Picchioni, Andrea Brandi, Fabrizio Berti, Francesco Siclari, Patrizia Medail, Rolando Rovati, Maria Franca Grisolia, Laura D'Addenzio, Diego Boiocchi, Alessandro Serra, Daniela Forti, Giuseppe Oliva, Diego Boiocchi , Alberto Pistoresi, Tiziana D’ambrosio, Andrea Zampollo, Adriano Dalla Valentina, Bacco Artolini, Marina Colombo, Alba D’alpaos, Patrizio Beccaria, Claudio Scandura, Aida Abdullaeva, Silvia Tuccimei, Clara Brunelli, Laura Scaringi, Monika Mecerelli, Anna Sticco, Liliana Marescalchi,Angelica Cioppa, Antonio Franchi, Luigi Piccioni, Alessandro Serra, Gianni Chiminazzo , Federico Piccioni, Salvatore Bennardello, Elisabetta Marangoni, Luciano Mario Rossi, Luciano Berruti, Barbara Missana, Ugo Zen, Roberto Giavarini, Luciano Longo, Gabriella Legno, Stefania Cappelletti, Stella Maris Garro Pecchioli, Eugenio Carmi, Giovanni Balderi, Mario Tonino.

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Lucia Ida Viganò

Appuntamento con crescente risonanza mediatica quello della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes, che dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, vedrà riuniti insieme nomi illustri come Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì e altre presenze eccellenti, all'interno del secolare Palazzo Falier, risalente al XV secolo, edificato sulle rive del Canal Grande a Venezia. Tra i partecipanti è stata selezionata anche la pittrice Lucia Ida Viganò, con le sue coinvolgenti composizioni, caratterizzate dal cromatismo di stampo classico e tradizionalista, rivisitato in formula nuova e diversificata, con intensi contenuti esistenziali. Nei quadri della Viganò le rappresentazioni vengono ricondotte e ricollocate concettualmente in un apposito spazio ben definito e delineato, nell'intento di rielaborare e inquadrare le strutture architettoniche classicheggianti perseguendo un innovativo linguaggio, costituito da cromatismi e accostamenti tonali di originale impatto, che superano e travalicano la realtà usuale, accorpati ad una significativa simbologia, che le rende rievocazioni di natura figurativa avvolte da enigmatico mistero, da carpire e decifrare nel particolare messaggio cifrato e codificato insito in esse. L'artista nel descrivere il senso della ricerca da lei compiuta afferma "Nella mia esperienza ho individuato tre forme di pensiero individuale, che sviluppano ciascuna l'osservazione e la riflessione nelle forme dell'oggettivazione descrittiva e della soggettivazione analitica, che sono: la figurazione, l'intelligenza emotiva e quella cognitiva, formale o strutturale. Nelle mie opere cerco di ridurre in una sintesi formale, segnica, cromatica e gestuale le componenti di queste tre forme di pensiero e creare una composizione conformante la gioia interiore dell'anima nei confronti del reale. Dietro le mie opere c’è quindi una riflessione e una ricerca specifiche, volte ad indagare i linguaggi e il pensiero ricondotti al contenuto formale del quadro". E prosegue precisando "La mia ricerca formale e strutturale del linguaggio pittorico non è mera speculazione destinata ad esistere come oggetto decorativo. Nei quadri parlo con segni e colori, il linguaggio del pensiero nella sua integrità, per convincermi e convincere, che la vita anche nella sua più tetra sfortuna deve essere percepita non secondo i meccanismi, che portano allo sconforto e alla condizione di depressione dolente, ma con una volontà ribelle e vitale di rimanere gioiosi e festanti fino all'estremo, più in là possibile"

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Maria Pia Severi

"Spoleto incontra Venezia" è un appuntamento speciale, che vuole riunire simbolicamente due poli, fulcri secolari per la divulgazione dell'arte e della cultura, con fama internazionale, che si terrà nel meraviglioso contesto veneziano dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione organizzativa del manager Salvo Nugnes. L'allestimento sarà predisposto all'interno dell'aristocratico Palazzo Falier, sul Canal Grande. Tra gli artisti di spicco scelti per il prestigioso evento, insieme a esponenti del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì, è stata scelta la modenese Maria Pia Severi, con le sue coinvolgenti immagini fotografiche, realizzate con una tecnica molto originale e personalizzata, frutto di un'esperta capacità ideativa e progettuale, che negli le ha permesso di acquisire risultati di sorprendente impatto emozionale. Lo spettatore viene immediatamente proiettato nelle rappresentazioni e stimolato a interpretarne e recepirne i contenuti sostanziali di esse, in un dinamico meccanismo di compenetrazione sensoriale interattiva. Le opere, che saranno esposte, fanno tutte parte del prestigioso volume fotografico "Venezia è sogno..." suo terzo lavoro, pubblicato nel Giugno 2009 e presente in tutte le biblioteche comunali di Venezia e Mestre, su iniziativa del Comune delle due città. Le immagini sono state inoltre presentate in mostra, nel museo più importante della Boemia centrale, il G.A.S.K. di Kutna Hora, cittadina Patrimonio dell'U.N.E.S.C.O., vicina a Praga. Sgarbi, nell'esprimere interessanti riflessioni sulle opere della Severi, ha spiegato "Contro la distanza dei luoghi impone la perdita del fuoco, rinunciando alla nitidezza che é propria della riproduzione fotografica. La confusione, che l’immagine produce, accompagna il fruitore in un luogo diverso da quello della realtà ripresa. Non più spazi definiti, ma dimensioni oniriche".

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Caterina De Angelis

Nella selezione dei talentuosi artisti, che esporranno all'interno delle rinomate mostre di "Spoleto incontra Venezia" rientra anche la pittrice Caterina De Angelis, che si contraddistingue per uno stile di delicata raffinatezza creativa. L'evento, sotto l'esperta curatela del noto critico Vittorio Sgarbi, sarà inaugurato ufficialmente in data Sabato 27 Settembre e proseguirà fino al 24 Ottobre 2014, con l'organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. La location ospitante designata è lo storico Palazzo Falier, residenza aristocratica nel cuore di Venezia, proprio affacciata sul coreografico Canal Grande. Tanti i nomi illustri coinvolti nell'iniziativa: da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini, e molti altri personaggi di autorevole fama. La base della ricerca fatta dalla De Angelis, che ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Foggia e l'Accademia di Brera, con gli insegnamenti del virtuoso maestro Terruso, risiede nel figurativo e ruota intorno all'espressione artistica ad esso correlata. I suoi quadri parlano e raccontano storie, vicende e momenti di vita. Nel gioco, sapientemente calibrato delle luci e delle ombre, le forme raffigurate si congiungono, si interscambiano, si completano, risaltano in armoniosa commistione. La produzione è caratterizzata da vivace dinamismo ed entusiastica vitalità. Le rappresentazioni riprodotte sulle tele appaiono come figure vive, pulsanti, vibranti. Le tonalità e le sfumature dei colori regalano visioni di soave eleganza e lieve dolcezza. Si possono scorgere attimi di amore, passione, così come bagliori di sofferenza e dramma interiore. La De Angelis si propone di rievocare tutta quella serie di sentimenti, che coesistono nella sfera interiore di ciascuno e fanno parte delle esperienze esistenziali. Le gioie si alternano ai dolori passionali contrastanti e si intrecciano quasi vorticosamente, per poi confluire d'improvviso in emozioni esplosive, generate dalla vista di qualcosa oppure dal verificarsi di un episodio particolare, che fungono da situazioni scatenanti propulsive. Nei suoi dipinti si può cogliere la profonda e radicata vena poetica. Infatti, osservandoli e magari chiudendo gli occhi dinanzi a essi è possibile sognare e fantasticare, rivivendo fasi di vita pregresse o immaginandone di nuove sempre più stimolanti e coinvolgenti da affrontare.

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Alessandro Testa

In occasione delle rinomate mostre di "Spoleto incontra Venezia" l'affermato pittore spoletino Alessandro Testa porterà le sue variegate visioni pittoriche di matrice astratta informale. L'iniziativa di livello internazionale, è curata dal professor Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L'inaugurazione ufficiale si terrà Sabato 27 Settembre con uno sfarzoso vernissage. L'esposizione durerà fino al 24 Ottobre 2014, allestita tra le storiche pareti del Palazzo Falier, splendida struttura risalente al XV secolo, situata nel cuore di Venezia, sul Canal Grande. Testa, ha già partecipato con successo a "Spoleto Arte" ricevendo significativi commenti ad elogio anche da parte del curatore Sgarbi, che lo ha accostato al gusto stilistico di Tancredi, come fonte ispiratrice, che lo guida dichiarando "Lavora con gestualità marcata e incisiva, istintiva quasi nervosa e irrazionale, graffiando le superfici limacciose e materiche delle tele, con macchie distribuite a sprazzi di colori volutamente contrastanti". Per lui la pittura è essenzialmente simbolo di colore, che si intreccia, si espande e si dipana all'interno del quadro come un arcobaleno variopinto, trasformandosi in un prezioso strumento per suscitare emozioni e sensazioni, così come in efficace e potente mezzo per generare un legame armonioso ed inscindibile, tra se stesso e le immagini realizzate. Sul suo campo d'applicazione spiega "Non so dipingere, cerco solo di creare per lanciare un messaggio da condividere con il fruitore".

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Claudio Scandura

Claudio Scandura partecipa alle rinomate mostre di “Spoleto incontra Venezia" esponendo i suoi pregiati quadri accanto a personalità di spicco del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, sotto l'autorevole curatela del critico Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes. Il periodo di svolgimento va dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con gala di vernissage in data Sabato 27 Settembre. L'edificio designato per accogliere l'evento è l'elegante Palazzo Falier, costruito nel XV secolo, a Venezia, sul Canal Grande. Pittore di formazione autodidatta, inizia la carriera a 19 anni, raggiungendo fama internazionale. La sua produzione è conservata in pregiate collezioni pubbliche e private. Nelle opere sono rappresentati campi da golf, tavoli da biliardo, interni, istanti di vita quotidiana, scorci suggestivi di Venezia, realizzati con tonalità cromatiche essenziali, che offrono visioni di scenari dall'intenso e armonioso realismo, frutto dell'ispirazione classica in sinergia con l'ambientazione moderna e attuale. L'osservatore deve abilmente compenetrare le scena rievocate e carpire la giusta chiave di lettura interpretativa. Sull'ispirazione, che lo guida durante la fase creativa, Scandura spiega "Un'opera nasce dall'idea di rappresentare un paesaggio, una figura, un volto o una scena di vita. A volte ho in mente uno sfondo, a cui conferisco un senso con una figura o una scena di vita. Altre volte l'idea di partenza è una figura o una scena di vita e allora attorno ad esse adatto lo sfondo. Inizio un'opera per raccontare qualcosa alla gente con i colori e cerco di farlo nella maniera più chiara possibile, affinché chiunque possa capire il significato di ciò che sta guardando. L'arte deve essere un piacere per tutti e non per i soli conoscitori. L'arte è l'espressione massima della vita. È espressività, creatività, fantasia. È ricerca di ciò che è bello e armonioso. Per chi fa arte è ricerca di se stesso". Sulle tecniche strumentali di lavorazione utilizzate dice "Non dipingo mai di getto. Prima squadro la tela, poi vi eseguo il disegno base, quindi inizio a dipingere come fosse un puzzle. Quando la colorazione base è completa passo ai chiaro scuri e alle sfumature, che amalgamano e armonizzano il tutto".

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Luciano Trevisan

Alle imminenti mostre di "Spoleto incontra Venezia" si potrà visionare l'interessante produzione pittorica del maestro Luciano Trevisan. L'esposizione, curata dal Professor Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager Salvo Nugnes, si svolgerà nella stupenda città lagunare dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con vernissage esclusivo d'inaugurazione fissato per Sabato 27 Settembre. La struttura, che ospiterà il corposo allestimento è l'antico edificio nobiliare di Palazzo Falier, che si trova sul Canal Grande. Trevisan, originario di Salice Terme, si trasferisce a Milano, dove negli anni Ottanta intraprende con successo la carriera di designer e ideatore di campagne pubblicitarie nazionali. Contestualmente inizia a dipingere, descrivendo i suoi stati d'animo davanti alla contemporaneità, soffermandosi nell'approfondire tematiche riguardanti le disparità del nostro pianeta e ponendosi di fronte ai disagi da esse provocati. Attraverso le sue raffigurazioni sulla decadenza e le contraddizioni sociali si dimostra attento al proprio tempo e ai problemi emergenti. Denuncia la società attuale, i suoi abusi e soprusi, spronando l'osservatore a soffermarsi per pensare e riflettere concretamente su ciò che vede impresso sulle tele. L'artista dichiara, proclamando e diffondendo un messaggio etico morale di forte spessore "I miei quadri sono l'agenda dove ho scritto con il pennello 40 anni di avvenimenti e di disattenzioni dell'uomo". Il risultato della sua tenace determinazione sfocia in una pittura onesta, piena di verità e senso di coscienza collettiva, per combattere l'alienazione del mondo e tracciare uno schema narrativo risolutivo pragmatico e di incisiva efficacia verso la mobilitazione da parte dell'opinione pubblica.

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Maria Petrucci

Reduce dalle recenti mostre di "Spoleto Arte" dove ha conseguito positivi riscontri ad elogio, la scultrice Maria Petrucci si appresta a partecipare a un'altra importante iniziativa artistica di portata internazionale, un evento già attesissimo denominato "Spoleto incontra Venezia" con la curatela di Vittorio Sgarbi, che si svolgerà dal 27 Settembre al 24 Ottobre, nel magico scenario veneziano. Il comparto organizzativo è gestito dal manager produttore Salvo Nugnes. La location ospitante scelta è il maestoso Palazzo Falier, affacciato sul Canal Grande. La propensione stilistica coerente e consapevole di perseguire un filone legato alla tradizione scultorea di origine popolare all'antica tematica di matrice agreste e naturalistica, consacra le sue incantevoli riproduzioni come autentiche opere d'arte, permanenti e indelebili nel tempo, che viene scolpito e rimane quasi inglobato e cristallizzato all'interno di esse, interrompendo la scansione cronologica, per renderle eternamente presenti e sempre attuali agli occhi dello spettatore. Il legno, designato come materiale prediletto di lavorazione, per le acclarate virtù di duttilità e versatilità, viene forgiato con eccelsa capacità manuale e diventa una sorta di simbolico diario di vita, sul quale incidere e raccontare i pensieri, svelando le riflessioni emozionali e gli stati d'animo, che pervadono l'artista durante l'azione esecutoria. Nell'atto creativo la Petrucci dimostra impeccabile e approfondito studio analitico ed esperte cognizioni, che si riflettono nelle armoniose proporzioni dei soggetti raffigurati, che emergono dalla spazialità della massa indistinta e indefinita. Tali entità inermi acquistano una vibrante vitalità e si slanciano in proiezioni, di fluttuante e sinuoso dinamismo. Nella suggestiva narrazione si può cogliere la radice della cultura realista d'impronta esistenziale, che compare anche nel resto dell'eterogenea produzione, dove i dipinti a olio, i paesaggi caratterizzati da elementi sperimentali e gli oggetti tipici dell'arcaica civiltà agricola e contadina, forniscono preziosi ricordi da far rivivere e fissare nella memoria delle generazioni future.

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Barbara Pazzaglia

Conto alla rovescia per l'appuntamento attesissimo di "Spoleto incontra Venezia" che apre i battenti in data 28 Settembre e prosegue fino al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Si annunciano presenze d'eccezione tra gli artisti esposti, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. L'allestimento è tra le mura del secolare Palazzo Falier, nobile dimora veneziana sul Canal Grande. L'artista Barbara Pazzaglia partecipa all'esclusivo evento con una serie interessanti di dipinti di matrice impressionista. Nel raccontarsi e nel descrivere il suo percorso stilistico spiega Sono una pittrice impressionista, intenzionale, vitalista. Ho l'atteggiamento intenzionale degli impressionisti, anche se ho l'istinto dell'action painter. Ogni linea è perciò una vera esperienza con la storia unica. Essa non illustra è piuttosto la percezione della sua stessa attuazione. La mia attenzione si rivolge ai piaceri, che scaturiscono dalle impressioni, dalle sensazioni, dalla percezione, dal corpo, dall'intelletto. L'impressione è un modo di guardare un'opera d'arte e per gli artisti è un modo per escogitarla e inventarla. Quindi la percezione è un pensiero, un'elaborazione, riguarda l'intelletto. La mia pittura lascia immaginare attraverso l'impressione e suscita la curiosità della percezione. La natura è per me fonte d'ispirazione primaria. I colori sono molti importanti, così come l'impianto del quadro, la sua struttura e le emozioni, che comunica. E aggiunge Il Bianco è sempre presente come luce intera, somma di colori puri, è l'assenza di confini, l'infinito. Poi il Rosa, spesso colore del cielo al crepuscolo o all'alba molto amato da Freud e Goethe, anche colore dei fiori e le rose dell'incarnato. Poi il Verde, il colore delle piante vitali nella loro fotosintesi clorofilliana. Poi il Celeste, colore del cielo e del mare. Mi ispiro anche ai colori della cosmesi come Warhol. Sgarbi nel commentarne il talento dice La Pazzaglia sa e vuol sempre sapere su se stessa. Si confronta continuamente con l'ambito della riflessione colta, con pieno profitto. L'inclinazione impressionistica, che si riconosce è da intendere letteralmente piuttosto, che nel senso attribuito dal lessico critico più consueto, volendo sondare i termini della corrispondenza tra la percezione ottica e la sua conversione, che è appunto l'impressione, in reazione emotiva. Tanto più si concentrerà sulla disanima di questi meccanismi, preservando il candore dell'ispirazione, che ancora la sostiene dalla tentazione dell'eccesso intellettualistico, tanto più le sue opere riusciranno a coinvolgerci con i loro sermoni pronunciati sottovoce, simili ai piccoli, semplici incanti di certi racconti esoterici.

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Marilena Lacchinelli

Marilena Lacchinelli si inserisce nella pregiata cornice delle mostre di Spoleto incontra Venezia curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, presso il sontuoso Palazzo Falier, che si trova a Venezia sul famoso Canal Grande. La Lacchinelli è un'artista autodidatta, che utilizza la pittura a olio, ma ama anche sperimentare tecniche diversificate, inserendo il colore come elemento puro e protagonista, usando con vivaci tocchi luminosi. Le rose, considerate nelle molteplici declinazioni, sono tra le raffigurazioni predilette. Vengono ritratte con delicato lirismo poetico, attraverso primi piani assai ravvicinati, scandagliandone le geometrie più minuziose, cogliendone nell'essenza compositiva la femminilità, la vitale solarità, la magica sensualità insita in esse. Il talento creativo della Lacchinelli consiste nel rievocare un'espressione floreale e naturalistica, che appare familiare e rassicurante, incantando l'osservatore per la seducente eleganza e lasciando percepire una dimensione di bellezza perfetta e ideale, di fascino sensibile e delicato, simbolo di freschezza e leggiadria, manifestazione sublime di innalzamento e ascesa spirituale. Stende il colore con variopinta e multiforme duttilità e stimola il fruitore con originali visioni fatte di luci e di silenzio, lasciando scaturire dinamiche suggestioni. La pittrice spiega L'arte migliora il mondo quando esprime emozioni, dall'arte traggo arte. Il concetto è la cornice affascinante di un bel dipinto. L'artista agisce per il bene comune della pittura e per creare un mondo migliore. L'incontro con l'arte rende ricchi, l'emozione educa il cuore all'amore per l'arte. Mi auguro, che il tempo emotivo contribuisca ad emanare un dolce profumo.

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Nicola Sacco

In occasione delle prossime mostre "Spoleto incontra Venezia" che si terranno dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e l'organizzazione del manager Salvo Nugnes, sarà possibile ammirare l'interessante produzione pittorica del locrese Nicola Sacco. Il vernissage d'inaugurazione è previsto in data 27 Settembre nel contesto della nobile dimora di Palazzo Falier, che si trova a Venezia sul Canal Grande. Sacco oltre a dipingere è anche un esperto scultore di legno. La fonte d'ispirazione principale e costante è data dalla viscerale passione per la natura, di cui ha compiuto uno studio accurato e completo, attraverso la rappresentazione di flora e fauna tipiche delle nostre località, del mediterraneo, che considera soggetti misteriosi e affascinanti nel contempo. Predilige gli aspetti del paesaggio agricolo e montano. La trasposizione in opera avviene a seguito di una rilettura, che mette in risalto la personalità e il punto di vista dell'artista. Tramite le sue narrazioni visive proietta l'osservatore un mondo assai variegato e ricco di colori. Il linguaggio cromatico davvero ricercato e tematiche di rilievo, che ne evidenziano l'indole dall'intenso spessore. Nicola Sacco è riuscito a elaborare una segnica assolutamente personalizzata, avvalendosi soprattutto di tonalità e sfumature calde e avvolgenti. La luce domina sull’oscurità, che viene solo accennata, ma le tenebre e il buio scompaiono. Le tele sono strumento per esprimere e divulgare profondi sentimenti emozionali, di cui sacco diventa portavoce con la propria ricerca stilistica.

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Nino Perrone

Durante lo svolgimento delle mostre di "Spoleto incontra Venezia" curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, sarà possibile ammirare l'arte pittorica del maestro Nino Perrone, che vanta una lunga carriera coronata da numerose esposizioni e importanti riconoscimenti. La cornice d'ambientazione è il secolare Palazzo Falier, edificio di origine aristocratica risalente al XV secolo, che si affaccia nel suggestivo Canal Grande di Venezia. Diplomatosi presso l'Istituto d'Arte a Bari, dapprima apprende le basi fondamentali della scultura, per poi approfondire la formazione in ambito pittorico, approdando nel prestigioso studio dei fratelli Spizzico. Rivolge particolare attenzione allo studio della variopinta gamma tonale, orientandosi versi aspetti figurativi e naturalistici e applicando i tecnicismi strumentali scultorei per la preparazione delle tele. Nei quadri trionfa uno spumeggiante e sfolgorante tripudio di tinte cangianti, un'esplosione di vibranti e dinamici fasci luminosi, intensi bagliori, sfumature colorate declinate dal guizzante movimento ritmato, cadenzato da perfetta e impeccabile armonia dell'insieme strutturale. Perrone non lascia mai nulla al caso, ogni pennellata è ben dosata e meditata dall'arguto e sagace senso del cromatismo e degli equilibri sostanziali della composizione. La consolidata maturità espressiva trova la sua fonte ispiratrice nello sperimentalismo e nell'espressionismo informale. La piena capacità di padronanza sulla materia denota l'acquisita esperienza strumentale, che associata all'acuta intuizione ideativa e progettuale lo indirizza verso una forma pittorica enigmatica, accattivante, misteriosa, seducente.

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Federico Tamburri

Le grandi mostre di "Spoleto incontra Venezia" curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes accoglieranno le emozionanti opere del maestro Federico Tamburri. L'evento si terrà nel meraviglioso contesto della città lagunare, con inaugurazione in data 27 Settembre e durerà fino al 24 Ottobre, allestito dentro l'antico edificio nobiliare di Palazzo Falier, posto sul Canal Grande. Tamburri è pittore, scultore, grafico e maestro vetraio di fama internazionale. Dopo il liceo artistico, ha studiato presso la facoltà di architettura di Pescara. Le sue vetrate policrome sono collocati in importanti edifici pubblici e in strutture religiose. I suoi quadri sono presenti in prestigiosi musei, pinacoteche, fondazioni e enti pubblici. Durante l'arco della lunga attività ha realizzato anche creazioni in mosaico e sculture su pietra e marmo. È inoltre un fervido appassionato di libri, ne ha collezione oltre ventimila, successivamente poi donati al comune di atri. Le rievocazioni raffigurano immagini oniriche, costituite da simbologie particolari riconducibili a una matrice surrealista, dai volumi talvolta compatti talvolta scomposti. Il linguaggio comunicativo risulta eterogeneo e multiforme. Attinge l'ispirazione da molteplici spunti tematici: il mito, la favola, la filosofia, la storia, la matematica del transfinito, la fisica teoretica, approdando ad una formula interpretabile come una sorta di "Grande sogno verso un'arte totale" in nome di una conoscenza innovatrice e di una coscienza libera dai pregiudizi dell'ignoranza. Tamburri con elegante discrezione, riservatezza e spontanea umiltà si distingue dimostrando innate doti espressive, che gli hanno permesso in quasi 50 anni di onorata carriera di raggiungere tanti meritati traguardi positivi. Nel commentare il suo percorso afferma "La conoscenza allarga i nostri orizzonti, permette di partire dalla magia e di collocare l'arte in un contesto reale, senza però mai dimenticare, che ogni tela è in realtà lo specchio della propria anima".

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Giuseppe Santonocito

Giuseppe Santonocito, sulla scia dei positivi consensi ricevuti in occasione delle recenti esposizioni a "Spoleto Arte" e alla "Milano Art Gallery" sarà presto ospite alle mostre di "Spoleto incontra Venezia" allestite nel secolare Palazzo Falier, a Venezia, sul Canal Grande, dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. Il Professor Vittorio Sgarbi è stato designato in qualità di curatore, mentre il manager Salvo Nugnes si occuperà della direzione. Sgarbi nel commentare l'interessante ricerca sperimentale compiuta da Santonocito afferma "Curiosa la sua visione cosmica, che impone macchine e sistemi geometrici, in uno spazio cosmico costellato, sottratto. Ma quanto gioco c’è, in queste invenzioni come ring per contenere le energie della natura?". Nel raccontare il suo multiforme percorso e gli esordi nel campo artistico il maestro spiega "Il mio esordio nel mondo dell'arte si perde ormai nella notte dei tempi, risale a circa 40 anni fa. Sono totalmente autodidatta e non credo di rifarmi a nessuno, se non agli illustri mentori del rinascimento, con cui ho imparato a dipingere cimentandomi nelle copie dei loro sublimi capolavori. Lavoro solo con olio e quasi sempre su tela. Qualche volta mi sono cimentato a sperimentare altre tecniche, ma non mi hanno mai soddisfatto. Quando stendo il colore sulla tela è come se eseguissi un'operazione chirurgica. È la sola tecnica, che mi rende veramente soddisfatto del mio lavoro". Molto significativi risultano i versi poetici di riflessione con cui individua il filo conduttore, che lo guida come fonte d'ispirazione di riferimento, nei quali dice "Il senso dell'opera, è arrivato dentro di me come una grande cometa, è tutto scritto come la musica. Infinita e immortale, senza tempo. L'arte non si studia e non si cerca. L'arte è attesa, gioia, sofferenza".

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Giuseppe Oliva

Il pittore Giuseppe Oliva, già presente con successo a Spoleto Arte sarà nel novero degli artisti selezionati per le grandi mostre di Spoleto incontra Venezia allestite nella spettacolare cornice della città lagunare con la curatela del critico Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. Il famoso Palazzo nobiliare Falier, affacciato sul Canal Grande, accoglierà una collettiva di altissima portata, con l'esposizione di opere appartenenti a personaggi altisonanti, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e un'inedita carrellata fotografica in omaggio a Pier Paolo Pasolini. Il percorso di Oliva si inserisce nel recupero del viscerale legame d'unione con i contesti marini puri e incontaminati, luoghi incantevoli dalle ammalianti atmosfere che ricordano la sua adorata terra d'origine, la Sicilia, rievocati con una vena di appassionato lirismo poetico. Attraverso i dipinti rielabora con la mente vivaci spunti di riflessione esistenziale, che appartengono al variegato cammino delle memoria trasferito sulle tele. In ogni dettaglio minimale, in ogni minuzioso particolare, trova elementi integranti che diventano parte di un tutto unitario e omogeneo, nel quale la dimensione di macrocosmo si trasforma in microcosmo e viceversa. Si delinea una fusione perfetta tra la densa consistenza della materia e l'armoniosa mescolanza delle sfumature tonali stese con vigorosa abilità gestuale. Sgarbi lo ha definito Artista denso e intenso nella pittura a spatola, che si muove sopra una gamma molto astratta, quasi come si può vedere nei quadri su Cassis. La sua è una pittura scultorea: utilizza spatolate materiche e sferzanti, stende con generosa abbondanza colori intensi, corpulenti, capaci di raffigurare i pezzi di mare, di dare voce alle brezze marine, di restituire profumi di erbe, di prati, di boschi, di paesaggi rigogliosi, immersi nel silenzioso fluttuare delle nuvole, spronando lo spettatore a entrare in una emozionante prospettiva fantastica, in un itinerario onirico tra sogno e realtà.

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Stefania Buccio Gonzato

È imminente l'apertura ufficiale della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" allestita nello storico Palazzo Falier, residenza nobiliare del XV secolo, situata sulle rive del Canal Grande a Venezia, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Stefania Buccio Gonzato è tra gli artisti designati per partecipare all'importante evento, che resterà in loco dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014 con la presenza d'eccezione di nomi altisonanti tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì e altri noti esponenti. La Buccio Gonzato, si pone davanti alle tele come se stesse scrivendo un libro di racconti, descrivendo il suo mondo circondato dagli affetti familiari. Un paesaggio intriso di emozioni sue proprie, basato su un'introspezione femminile, talvolta anche piacevolmente ludica e giocosa, che invita a condividere con lo spettatore. Nei quadri imprime storie di donne, delle loro amicizie, della reciproca solidarietà delle madri e delle figlie, esortando a ricordare ed assaporare la serenità generata dai sentimenti più semplici, spontanei e genuini. Tratteggia uno stile dall'inconfondibile personalizzazione, che recupera l'illustrazione e l’Arte Naïf e congiunte insieme, definendo delle realtà marcatamente accentuate e amplificate, in cui le figure sono sempre ritratte in primo piano e appaiono visibilmente ingrandite e ingigantite, rispetto al contesto d'ambientazione di contorno, creando un'intenzionale sproporzione dimensionale. Commentandone le peculiari caratteristiche espressive il Professor Sgarbi spiega "Un mondo accessibile a pochi, quello delle donne. Portatrici di vita, amazzoni nel combattimento, grintose e astute giocatrici nelle vita, eppure fragili come cristalli appena le scopri. La Buccio Gonzato ci mostra quel mondo attraverso le sue tele incastonandolo in brevi storie di vita quotidiana. Le sue sono donne generose, dalle forme morbide, i capelli voluminosi e gli occhi grandi. Sono piene di speranze, truccate, agghindate come bambole, con in testa cappelli talvolta troppo vistosi. Vogliono apparire, essere osservate, ammirate e amate". E prosegue "L'artista pone la scena tutta in primo piano, comprimendo corpi e spazi. Solo ogni tanto c’è una stretta via di fuga verso la città. Con una netta linea nera delinea i profili di volti, architetture e oggetti. Con colori corposi vivaci e brillanti, riempie le ampie zone così tracciate. Non si cura delle proporzioni. Esagera, sfiora la caricatura: è la nostra attenzione, che vuole".

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Caterina De Angelis

Nella selezione dei talentuosi artisti, che esporranno all'interno delle rinomate mostre di "Spoleto incontra Venezia" rientra anche la pittrice Caterina De Angelis, che si contraddistingue per uno stile di delicata raffinatezza creativa. L'evento, sotto l'esperta curatela del noto critico Vittorio Sgarbi, sarà inaugurato ufficialmente in data Sabato 27 Settembre e proseguirà fino al 24 Ottobre 2014, con l'organizzazione del manager produttore Salvo Nugnes. La location ospitante designata è lo storico Palazzo Falier, residenza aristocratica nel cuore di Venezia, proprio affacciata sul coreografico Canal Grande. Tanti i nomi illustri coinvolti nell'iniziativa: da Dario Fo a Eugenio Carmi, da José Dalì a Pier Paolo Pasolini, e molti altri personaggi di autorevole fama. La base della ricerca fatta dalla De Angelis, che ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Foggia e l'Accademia di Brera, con gli insegnamenti del virtuoso maestro Terruso, risiede nel figurativo e ruota intorno all'espressione artistica ad esso correlata. I suoi quadri parlano e raccontano storie, vicende e momenti di vita. Nel gioco, sapientemente calibrato delle luci e delle ombre, le forme raffigurate si congiungono, si interscambiano, si completano, risaltano in armoniosa commistione. La produzione è caratterizzata da vivace dinamismo ed entusiastica vitalità. Le rappresentazioni riprodotte sulle tele appaiono come figure vive, pulsanti, vibranti. Le tonalità e le sfumature dei colori regalano visioni di soave eleganza e lieve dolcezza. Si possono scorgere attimi di amore, passione, così come bagliori di sofferenza e dramma interiore. La De Angelis si propone di rievocare tutta quella serie di sentimenti, che coesistono nella sfera interiore di ciascuno e fanno parte delle esperienze esistenziali. Le gioie si alternano ai dolori passionali contrastanti e si intrecciano quasi vorticosamente, per poi confluire d'improvviso in emozioni esplosive, generate dalla vista di qualcosa oppure dal verificarsi di un episodio particolare, che fungono da situazioni scatenanti propulsive. Nei suoi dipinti si può cogliere la profonda e radicata vena poetica. Infatti, osservandoli e magari chiudendo gli occhi dinanzi a essi è possibile sognare e fantasticare, rivivendo fasi di vita pregresse o immaginandone di nuove sempre più stimolanti e coinvolgenti da affrontare.

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Daniela Biganzoli

Durante la grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" Daniela Biganzoli, conosciuta con lo pseudonimo di Dab, sarà presente con la sua arte quantistica, che la guida e la indirizza nel dinamico percorso di ricerca e sperimentazione. L'esposizione di richiamo internazionale, curata da Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes nell'antichissimo contesto veneziano di Palazzo Falier sul Canal Grande, si terrà dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. Tra le pregiate opere, si potranno ammirare anche quelle appartenenti a personaggi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri autori di spicco. Dalle significative riflessioni della Biganzoli è possibile comprendere al meglio la radice portante del suo modo di concepire l'arte e fare arte: "Mi esprimo attraverso l'arte quantistica col nome di Dab. Mi rivolgo agli aspetti più misteriosi e comunque non ancora del tutto messi in luce dalla scienza. La mia attenzione è rivolta in particolare al microcosmo, al mondo delle particelle subatomiche, ad una realtà invisibile e immateriale dove non possiamo conoscere gli oggetti, ma solo le loro relazioni. Una realtà dove tutte le cose e tutti gli eventi sono interconnessi. Mi servo dell'arte quantistica per riunire concetti scientifici e spirituali in una visione olistica, che tutto abbraccia. I richiami simbolici spesso presenti nelle mie opere aiutano nella comprensione e contemporaneamente ricollegano ad un lontano passato, fondendo tutto nell'uno, come principio armonizzante". Incentra le sue opere inedite trans-disciplinari su una concezione nuova e stimolante, che ha come punto focale di riferimento la sintesi comunicativa tra i numerosi linguaggi derivanti dall'arte e dalla scienza, nonché dal dialogo instaurato dagli scienziati più avanguardisti con l'ambito artistico e filosofico. Questo risultato è ottenuto rielaborando l'influsso delle teorie fisiche più recenti e stimolanti, valutando però la complessità della realtà circostante e le interazioni di tali dottrine con i campi applicativi delle altre scienze, per integrarne gli aspetti spazio temporali salienti e individuare i più misteriosi e ancora sconosciuti. Tra i concetti primari richiamati nelle composizioni, la complementarietà, considerata basilare per ogni aspetto della vita si ritrova anche nella fisica. Infatti, secondo il Premio Nobel Niels Bohr "Gli aspetti ondulatori e quelli corpuscolari della materia e della luce, sono due facce dello stesso fenomeno".

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Maria Franca Grisolia

All'interno del pregiato comparto espositivo di "Spoleto incontra Venezia" previsto dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014 a Venezia, nell’aristocratico Palazzo Falier affacciato sul Canal Grande, sarà possibile ammirare le fantasiose visioni pittoriche di Maria Franca Grisolia, accanto ad un parterre di opere appartenenti a nomi di forte rilevanza, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. L'evento è curato dal Professor Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L'essenza della ricerca stilistica della Grisolia la conduce a compiere una trasformazione del reale tramite un linguaggio riconducibile al filone del Realismo classico, con una proiezione oggettiva profonda, che recepisce la bellezza e l'armonia del mondo circostante. Si cimenta con diverse tecniche e affronta tematiche eterogenee, con particolare predilezione verso la raffigurazione femminile. La tavolozza composta da affascinanti e variegate cromie è ricca, vivace e gioca con i contrasti tonali di luci-ombre esaltando le forme. Per lei il colore non è solo pura contemplazione, ma creazione del nuovo, che accompagnato dalla spontaneità espressiva lascia spazio al sogno e all'immaginario fantastico. Si dimostra artista sensibile e valida comunicatrice di sentimenti, capace di esternare con l'avvincente estro innato delle interpretazioni, che evidenziano il suo corposo bagaglio spirituale. I dipinti trasmettono sensazioni intense, scaturite dall'ego interiore proiettato sulle tele per trasferire i significativi messaggi ancorati a un figurativo dal carattere surreale. Si avvale dell'intuito emotivo, focalizzando la sua sfera intima, con una notevole padronanza tecnico-culturale, che le consentono di elaborare lavori di elevato pregio qualitativo. La Grisolia spiega "La mia pittura figurativa assume la consistenza del reale. Mostra i personaggi e propone l'analisi dei sentimenti attraverso la descrizione, spesso dettagliata, dei particolari: dei volti, dei gesti, dello spazio. Evoca la tradizione del Realismo classico e mediante la suggestione della forma, suggerisce letture diverse o momenti di riflessione sull'esistenza umana".

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Anna Maria Artegiani

Nel pregevole parterre di presenze rinomate scelte per esporre nella grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" spicca Anna Maria Artegiani, con le sue visioni pittoriche misticheggianti. L'evento, curato da Vittorio Sgarbi e diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, si terrà dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, nell'incantevole atmosfera del capoluogo veneto, tra le sfarzose mura secolari di Palazzo Falier, affacciato lungo le sponde del Canal Grande. La Artegiani, profondamente sensibile e proiettata ad approfondire i valori connessi al mondo spirituale, dalla metà degli anni Ottanta, intraprende una lunga e doviziosa ricerca, che la conduce ad interessarsi alle somme tradizioni sapienziali d'Oriente e d'Occidente e ad accostarsi ad un graduale progressivo cammino interiore esistenziale, coniugando in perfetta fusione sinergica arte e spiritualità. Le sue opere offrono spunti di meditazione personale, che vanno ben oltre l'impatto estetico delle rappresentazioni e delineano un universo di simbologie e messaggi dal significato esoterico trascendentale, una sorta di codice cifrato, che l'artista riproduce sulle tele per dare forma e dimensione a una voce interna, proveniente dalla sfera introspettiva, per comunicare e raccontare le esperienze vissute con le conseguenti percezioni emozionali e sensoriali scaturite dagli stimoli circostanti, per esternare la vocazione e propensione verso il viaggio di elevazione e di ascesa contemplativa dello spirito. La sua pittura, che ha ricevuto anche la prestigiosa testimonianza ad encomio di Franco Battiato, è paziente, precisa e meticolosa, paragonabile allo stile tipico dei pittori di icone. L'impronta compositiva dal fascino accattivante ne dimostra l'indiscusso talento e la rara e preziosa sensibilità progettuale ed esecutiva. L'afflato mistico dei dipinti è rafforzato dalla menzione di particolari citazioni e testi, composti da autori appartenenti alle varie tradizioni spirituali, che contribuiscono ad avvalorare ed enfatizzare l'insieme artistico culturale, fungendo da preziose testimonianze dirette d'accompagnamento. La solida e lineare costruzione del disegno, evidenzia una struttura figurativa sobria, essenziale, dai contorni semplici e minimali, ma di estrema raffinatezza ed eleganza, che recuperando gli antichi concetti filosofici esistenzialisti, si arricchisce di connotazioni di ancestrale memoria, assumendo sfumature dal carattere distintivo di sacrale e ascetica religiosità. La Artegiani vuole spronare lo spettatore ad immettersi nel sentiero dei mistici dell'Est e dell'Ovest, ricordando i saggi e lungimiranti insegnamenti del maestro Ibn Al-Arif, che predicava "Si estingue ciò che non è mai stato, e sussiste ciò che non ha mai cessato di esistere".

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Marco Urso

La grande mostra di Spoleto incontra Venezia si pone come osservatorio internazionale sull'arte Contemporanea con la presenza d'eccezione di opere di personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. L'evento curato da Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 all'interno dello storico Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande. Nel prestigioso elenco dei partecipanti è inserito il pittore Marco Urso, in arte Marck Art, con la sua espressione artistica guidata dall'immaginario fantastico, dominato e sorretto dalle emozioni e dalle vibrazioni pulsanti scaturite moto dell'anima. Urso è fondatore e presidente dell'associazione culturale e artistica denominata AUU. Nativo di Palermo attualmente vive e lavora a Favara, in provincia di Agrigento, dove si cimenta nell'arte pittorica con ottimi consensi. Frequenta il conservatorio di Palermo, ma a seguito di una grave malattia abbandona gli studi musicali e si dedica a coltivare il talento innato e la forte passione per la pittura. Le opere sono ispirate alla medicina, di matrice espressionista con temi e contenuti connessi alla propria malattia, alla condizione interiore di sofferenza e alla rinascita spirituale avvenuta grazie al mondo artistico. Nel descrivere la singolare e peculiare esperienza esistenziale Urso spiega La mia pittura nasce dopo la mia morte. Non mi piace dire qualcosa di me. Dopo, che il mio cuore è stato fermo 25 minuti sono un altro e mi hanno chiamato Marck Art come pseudonimo artistico. Posso dire di essere un uomo, che ha vissuto due volte, ossia sono rinato corporalmente e culturalmente dopo una gravissima apnea cardiaca, con il dono creativo della pittura astratta. Commentandone il percorso davvero unico nel suo genere il noto Professor Bonifacio Tanino ha scritto Il suo viaggio simbolico di rinascita, che poi è quello di Marck Art inizia una calda notte estiva, il 23 Luglio del 2006. A seguito di questo viaggio di profonda claustrofobia del cuore si è risvegliato e gli si sono spalancate dinanzi le porte di un'altra vita. Ha ricevuto il dono miracoloso di una rinascita sotto un nuovo cielo, nuove stelle e nuovi orizzonti. Un risveglio inaspettato in un altro mondo governato dal sogno e dall'immaginazione. Marck Art è un pittore, che attraversa una vita altera, vita segnata da un continuo divenire, da un perenne trapassare a dimensioni paradossali e contrapposte, nelle quali si sono alternate e concretate la luce e l'ombra, la gioia e il dolore, l'assenza e la presenza, la vita e la morte. Un fare linguistico-creativo fortemente legato a quella classica dinamica psicologia di contrapporre all'inesorabile -perdita- delle cose della propria vita, la -nascita- di un'esistenzialità giocosa, costruita mediante un processo empatico ed istintivo.

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Luana Tuis

È ormai imminente l'inizio della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" prevista dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, nella coreografica struttura secolare veneziana di Palazzo Falier, situato sulla riva del Canal Grande. Sotto l'autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes si annoverano presenze rilevanti in esposizione, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini. Nell'esclusivo e selezionato elenco di partecipanti è inserita Luana Tuis, che propone la sua arte pittorica, che offre intense suggestioni. La Tuis nativa della Svizzera, dimostra una passione e un talento precoce per il disegno e il colore. A 12 anni già inizia a dipingere la porcellana e a 13 anni realizza il suo primo ritratto alla nonna materna, mentre a 15 anni si cimenta nell'uso della tecnica a olio. Predilige il figurativo come mezzo di espressione artistica a lei più congeniale. La pittrice avverte da subito il fascino dei fiumi, dei laghi, delle paludi, tematiche che predilige, poiché nutrono profonda affinità con il suo animo, che forse si identifica in questi soggetti, distendendosi e placandosi oppure talvolta sconvolgendosi tumultuoso. Per lei la superficie dell'acqua è in stretto rapporto con il cielo e con la vegetazione. Lo stile compositivo unitario e omogeneo è caratteristica saliente principale delle opere. Alcune tonalità cromatiche, qualificabili come "neutre" vengono amalgamate in impasti e mescolanze, che danno risalto alle forme raffigurate, in una visione panoramica d'insieme allargata, tersa e luminosa. Spiccano qua e là cromie più incisive, marcate e squillanti dei gialli, dei rossi e dei verdi. La Tuis si dedica anche all'elaborazione di pregiati trompe-l'oeil dimostrando abilità ed esperienza consolidate. Al riguardo spiega "Le fasi, che precedono la realizzazione di trompe-l'oeil sono la visione dello spazio e del contesto dove verranno inseriti e la preparazione dei bozzetti. Creo dei trompe-l'oeil in perfetta armonia con l'architettura e l'arredamento di contorno. La realizzazione può avvenire su pannelli, tele, quadri su tela o telaio oppure direttamente operando sulla parete. I colori utilizzati sono tutti lavabili e quindi garantiti nel tempo per essere di facile e semplice manutenzione".

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Monica Bozzi

La considerevole risonanza mediatica già preannuncia l'acclarato successo della grande mostra di "Spoleto incontra Venezia" che si svolgerà nell'affascinante capoluogo veneto, dentro lo storico Palazzo Falier, edificato nel XV secolo sulla riva del Canal Grande, dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. All'evento si legano nomi altisonanti del calibro di Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì. Nel pregiato contesto espositivo sarà presente l'artista Monica Bozzi con la sua arte ispirata dall'astrattismo concettuale e dalle originali geometrie colorate. Nella Bozzi si evince l'innata inclinazione all'arte, secondo il concetto stesso dell'origine del segno e della forma, come necessità primordiali dell'uomo insieme alla lettera e al numero. Dimostra un temperamento eclettico, una naturale versatilità affinata dalla formazione accademica, una poliedrica attitudine verso il disegno. L'uso della plastica è frequente in opere in cui si fondono in commistione pittura, scultura, architettura, dove la materia è arricchita da inserti decorativi, da cromature lucenti, da riflessi di luce oro, da intrecci di linee e intagli, allineandosi alla sensibilità artistica in una visione moderna e contemporanea. Le tecniche utilizzate, soprattutto la ceramica con le sue connotazioni di limpidezza e nitidezza, esaltano la prospettiva delle tinte e delle variegature tonali, in un'atmosfera di poetizzazione della realtà perseguita dall'autrice, in base al proprio gusto e stile personale. Il fantasioso accorpamento dei materiali più disparati, dalla tempera dorata su legno intarsiato o su ceramica al vetro fuso e resina denotano un'eccellente capacità espressiva. Le figure geometriche, rettangolari e triangolari, diventano simboli e metafore, che giocano con l'effetto luminoso, penetrano gli intensi temi umani come sostiene la Bozzi "di caratteri, di eventi, di persone, d’incontri, di modi differenti di vivere, vedere e scegliere la vita". E aggiunge "È la luce a guidare lo spettatore: Con la sua forza accompagna e inquieta, rende evidente il mondo disegnando i contorni della tenebra, illumina costringendoci a riflettere sulle cose e a scrutare sulla specularità della nostra coscienza". Ella possiede la capacità non comune di "portare alla luce" che indica un ritrovare qualcosa, uno scoprire, un far emergere ciò, che già da sempre esiste. Parlando del suo percorso racconta "Con gli studi accademici ho cominciato ad avere la consapevolezza dell'importanza e del significato del segno, dei materiali, dei colori, della sperimentazione necessaria alla risoluzione pratica del pensiero. Ho pulito le forme, le ho rese essenziali, le ho liberate il più possibile dalle sovrastrutture. Ed ecco la conclusione: Uno studio incentrato su due forme, il rettangolo, o meglio i suoi spigoli, e il cerchio, o meglio le sue curve". E sottolinea "Sono convinta, che l'arte nelle sue varie manifestazioni debba principalmente liberare dalle inibizioni, per permettere un contatto diretto e non mediato dall'esterno con il proprio pensiero, il proprio animo, con i sentimenti e il corpo. L'arte è la libera comunicazione di un messaggio, di un'emozione e testimonianza tangibile del proprio pensiero. Il segno, qualsiasi tipo di segno è traduzione della propria vita interiore, del vissuto, dell'inconscio, dell'istinto originale del proprio essere".

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Jolanda Comar

Evento imperdibile la grande mostra di Spoleto incontra Venezia con la partecipazione di esponenti illustri sotto l'autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Il contesto espositivo designato è l'antico Palazzo Falier risalente al XV secolo, costruito a Venezia sul Canal Grande. L'esposizione resterà in loco dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Tra le presenze di spicco Jolanda Comar partecipa proponendo il suo suggestivo percorso ispirato da rievocazioni luminose, di forte impatto visivo, frutto di un'approfondita ricerca stilistica, che la inducono all'utilizzo di materiali particolari, che producono un equilibrio armonioso tra materia e luce, in modo originale e innovativo. Per lei l'essenza risiede nella luce, mentre il rigore coincide con l'apologia della geometria. La lucentezza, che si riflette nelle opere è concepita come principio fisico e spirituale di irradiazione vitale, incarnando esteticamente il pensiero e stimolando la mente a nuove cognizioni per una prospettiva di spazi universali. Ogni creazione appare scandita da un avvicendamento razionale ripartito in sezioni geometriche lignee, posizionate in una sfilata perenne e ammantata di fogli lucidi e colorati, in grado di originare mediante le fonti luminose dell'ambiente una progressione di effetti di rifrazione e di specularità, assumendo molteplici valenze simboliche: il concetto della metamorfosi nel mondo della natura, il transito da uno stato ad un altro, l'incessante divenire verso approdi sempre senza precedenti, in un ininterrotto corteo processionale. La tensione costitutiva all'equilibrio e all'armonio è una delle caratteristiche peculiari. Il codice grafico computerizzato delle sagome verticali che la Comar inserisce nell'ambiente, accentua il valore poetico della texture composta da minimi frammenti modulari, accorpati secondo un'esigenza di assoluto controllo dell'esito formale, evidenziato dalla spinta di luce, che crea espansione di ombre verso confini indefiniti o meglio infiniti. Un contrasto, che nella palese artificialità fa assumere ai singoli quadri l'inedito aspetto di una nuova forma Sovran-naturale ricavata da un ordine razionale, che paradossalmente certifica le caratteristiche del respiro vitale. Lo spazio si presenta volutamente privo di confini, aperto al possibile, per ospitare la sintesi della rappresentazione ideale, meditata, prescelta.

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Alessandra Turolli

A fronte del successo ottenuto a Spoleto Arte l'artista Alessandra Turolli sarà presente alle grandi mostre di Spoleto incontra Venezia curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes. L'esposizione, allestita tra le possenti mura secolari di Palazzo Falier, affacciato sulla sponda del Canal Grande a Venezia, si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. La Turolli, accanto a personalità del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì, esporrà una corposa serie di quadri inediti ispirati dalle vibrazioni cromatiche, che le hanno stimolato una nuova ricerca espressiva, condotta con intenso slancio emotivo e vivace dinamismo sperimentale. Al riguardo spiega: Il mondo dei colori ci circonda, ci appartiene, accompagna il nostro percorso evolutivo esistenziale, fin dalla nascita. L'importanza delle vibrazioni cromatiche e della luce è tale, che da sempre l'uomo se n’è occupato. I colori ci attorniano costantemente: nei fiori, nelle piume degli uccelli, nelle ali delle farfalle, nei frutti, nei cibi di cui ci nutriamo. Siamo di continuo inebriati dalle vibrazioni cromatiche, che innescano un fluire di energie provenienti dall'inconscio e canalizzate dall'esterno, che generano uno stretto rapporto di legame tra individuo, colori e pulsioni psichiche. Il colore per sua natura, non può essere descritto, è essenzialmente una qualità il cui campo d'azione, essendo rivolto alla sensibilità e a quella parte delle conoscenze non sottoposte alla ragione, permette la comprensione, a livello intuitivo di ciò che altrimenti sarebbe recepibile solo mediante concetti di riferimento troppo astratti. E prosegue: Non bisogna poi dimenticare il dirompente potere energetico scaturito dalla molteplicità delle gradazioni e declinazioni cromatiche, nel suo importante utilizzo ai fini terapeutici, attraverso la cromoterapia, assai diffusa in numerosi settori applicativi. Nell'evidenziare un interessante parallelismo di confronto tra vibrazioni luminose dei colori e vibrazioni sonore afferma Così come la musica, anche la luce si manifesta in forma di vibrazioni. Le vibrazioni cromatiche luminose sono scandite dal ritmo della volontà interiore, altrettanto quanto quelle sonore. Entrambe appaiono come l'espressione di un mistero, che è fuori di noi e parla e comunica al mistero, che è dentro di noi, interagendo con la nostra sfera intima più recondita e introspettiva.

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Annalisa Picchioni

In occasione della grande mostra di Spoleto incontra Venezia a cura di Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager Salvo Nugnes, Annalisa Picchioni è stata scelta tra i rinomati artisti partecipanti con la sua arte ispirata dall'astrattismo intimista. L'iniziativa di portata internazionale si terrà dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nel sontuoso Palazzo Falier sul Canal Grande a Venezia, coinvolgendo nomi altisonanti come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. La Picchioni durante gli anni di studio accademico approfondisce la tecnica dell'incisione tramite il metodo Hayter con la stampa simultanea a colori. In parallelo con la crescente passione per la fotografia continua la sperimentazione con la pittura, inserendo lastre di plexiglass per conferire una struttura tridimensionale alle rappresentazioni. In lei emerge la capacità di donare alle forme tratti decisi, che poi si confondono nelle sfumature tonali. Sullo sfondo inserisce le cromature pastello per armonizzare i contorni geometrici delle raffigurazioni. L'intento è di lasciare molta libertà al tratteggio, pur marcando le linee poiché come spiega: Vorrei far visionare quel mondo interiore ricco di sogni e magie e metterlo in contrapposizione con quello -costruito- che è alla luce di tutti. Nelle composizioni partendo da un pensiero, che diventa un Modulo di base ne accentua la ripetizione per sottolineare come le ossessioni e i sogni si pongono e si impongono ripetutamente nelle nostra mente. Le cromature accese e le tinte brillanti rendono visibile quella che si pone come unica e fondamentale variante: il punto d'osservazione, l'alter ego della percezione onirica, che viene dilatato nell'analisi microscopica di un dettaglio o viene riequilibrato in una prospettiva di visione d'insieme. L'apparente disordine delle forme e dei segni è un universo in sviluppo progressivo, che si armonizza. Lo spettatore percepisce la dimensione luminosa, perché vede l'ombra dell'immateriale, che nella sua irrealtà genera emozioni, evocando il movimento dell'anima e il fluire dei sentimenti nel fremito delle sensazioni impresse nelle opere e condivise, come la magia dei ricordi dimenticati e recuperati, che fanno sentire vivi e suscitano inaspettate reazioni nella memoria dei sensi.

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Andrea Brandi

"Spoleto incontra Venezia" si svolgerà all'interno del coreografico Palazzo Falier, aristocratica struttura veneziana del XV secolo, posta sul Canal Grande, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. La curatela dell'evento è affidata all'autorevole critico Vittorio Sgarbi, mentre la direzione è del manager produttore Salvo Nugnes. Nella selezionata lista di nomi di spicco partecipanti alla pregevole iniziativa si inserisce Andrea Brandi, con la sua pittura di stampo materico informale, rivisitata in chiave di moderno e camaleontico trasformismo espressivo. La ricerca di Brandi è accostabile a quella di Alberto Burri e Jackson Pollock, con particolare attenzione rivolta al concetto di colore. Rappresenta un interessante esempio di informalismo contemporaneo, dove vengono utilizzati e congiunti in alchemica mescolanza e miscelatura materiali speciali, come il gesso, lo smalto, la vernice industriale per dare vita a creazioni di eterea e magica suggestione. I suoi riferimenti di base sono il metropolitismo urbano e il confronto dell'uomo con le problematiche esistenziali più salienti. È un artista, che si esprime con l'anima ed è attraverso il patos emotivo, che lo spettatore deve carpirne e assimilarne il significato subliminale più recondito. Inventa e crea quadri-scultura, eclettiche pitto-sculture dall'impatto tridimensionale, caratterizzate dal mix di tecnicismo strumentale, versatile matericità e dinamico movimento cromatico, combinando il tutto con abile maestria compositiva in un procedimento, che prevede anche l'utilizzo del fuoco per assemblare, plasmare, forgiare, modulare al meglio gli elementi. Lo spazio diventa luogo simbolico di incontro e fusione di sinergie sempre nuove, diverse e di esclusiva manifestazione, un terreno di esplorazione e perlustrazione sul quale sperimentare. Si colgono l'accurato rigore nella disposizione delle cromie, la bilanciata proporzione nei volumi e nelle masse, la valorizzazione dei dettagli minimali, la celebrazione della bellezza concepita anche come armonia delle imperfezioni, di una struttura esteriore portante dove dietro l'apparenza si cela un multiforme mondo di messaggi e simbologie per dare voce al vivace immaginario fantastico, che Brandi possiede e vuole condividere con l'osservatore, sulla scia di un linguaggio codificato non convenzionale, ma altrettanto penetrante e permeante.

Info: info@spoletoarte.it, http://www.spoletoarte.it/

Inaugurazione 27 settembre

Palazzo Falier
San Marco 2906 Venezia

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Sean Scully
dal 5/5/2015 al 21/11/2015

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