Fondo Giov-Anna Piras Arte Contemporanea
(1930 - 2004). La retrospettiva raduna circa 80 opere percorrendo le differenti fasi della sua produzione: dalle ricerche ottiche e costruttive, alla forma "segnica", fino alle installazioni ambientali. Mostra organizzata in collaborazione con Archivio Dadamaino e Sotheby's.
Mostra organizzata dal Fondo Giov-Anna Piras, Asti in collaborazione con Sotheby’s e Archivio Dadamaino. A cura di Paolo Campiglio con introduzione al catalogo di Flaminio Gualdoni.
A dieci anni dalla scomparsa dell’artista milanese nel 2004 una mostra retrospettiva su Dadamaino (Eduarda Maino, Milano 1930 - 2004) rappresenta un omaggio dovuto a un’artista il cui impegno quarantennale, sovente condotto in solitudine e lontano dai clamori della scena merita di essere studiato con rinnovata attenzione critica.
Dadamaino è un’artista che dalla fine degli anni Cinquanta ha operato intorno ai temi della visione, della percezione del colore, dell’immaterialità connessa a una nuova nozione di tempo e di spazio, del segno come calligramma di un alfabeto inventato: i recenti studi su Dadamaino, condotti soprattutto da Flaminio Gualdoni, mettono in luce la centralità della sua ricerca in un ambito che intende riflettere sugli elementi fondamentali dell’arte contemporanea.
Le domande che l’artista ha posto lungo la sua quarantennale attività sull’ambiguità del vedere, sulla concretezza del fare, sul concetto di programmazione del lavoro, ed anche sulla nozione ambigua di creatività femminile, collocano la sua riflessione tra le più attuali nell’arte contemporanea.
La mostra è organizzata in dal Fondo Giov-Anna Piras per l’arte contemporanea e la fotografia, in collaborazione con Sotheby’s, Milano e Londra; l’Archivio Dadamaino (Somma Lombardo), che presiede all’opera dell’artista, archivia la sua produzione, promuove iniziative espositive volte allo studio e all’analisi della figura di Dadamaino nel contesto dell’arte italiana e internazionale.
La mostra di Asti raduna circa ottanta opere dell’artista milanese e si snoda in uno spazio di circa1500 mq percorrendo le differenti fasi della sua produzione: questa è caratterizzata dalla successione di momenti consequenziali ben definiti, che si tende, in generale, a scandire in due principali periodi.
Un primo periodo, che ha origine nell’ambito delle ricerche delle “neoavanguardie” e in particolare è connesso al magistero di Lucio Fontana e Piero Manzoni, si snoda fino alle ricerche legate alla complementarità del colore. In questa fase l’impegno di Dadamaino è teso a mettere in discussione e riformulare le origini e la sintassi dei visivo: dall'intervento sulla superficie della tela fino alle ricerche ottiche e costruttive vere e proprie degli anni Sessanta e della prima metà degli anni Settanta.
Una seconda fase, sempre legata a un approccio radicale, tende a porre in discussione le categorie di tempo e di spazio in una rinnovata forma “segnica”, una sorta di scrittura. Appartengono a questa fase le lettere dell'Alfabeto della mente e quindi I Fatti della vita, serie di lavori con i quali, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, Dadamaino ha focalizzato l’attenzione su una grafia che è anche traccia, sospesa tra lo scrivere e il segnare un percorso. Su questa nuova grammatica segnica l’artista ha operato nelle opere successive, con minime varianti, fino all’ultima fase creativa dal 2000 al 2004.
Appartiene a questo seconda fase la messa a punto di opere e installazioni ambientali, tendenti ad annullare le tradizionali dimensioni della fruizione: si tratta di opere che hanno trovato una consona collocazione nella celebre sala personale alla Biennale di Venezia del 1980 (I fatti della vita) e successivamente alla Biennale del 1990 (Il movimento delle cose), installazioni emblematiche che in questa occasione espositiva si vogliono riproporre nelle originali dimensioni ambientali.
Il Fondo GiovAnna Piras è nato per promuovere l’arte e la fotografia moderne e contemporanee attraverso mostre ed eventi volti a valorizzare e condividere il proprio fondo collezionistico con la collettività. Dal 2006 il Fondo è impegnato nella conservazione di opere e supporti foto-cartacei, nella catalogazione fotografica, nella cultura archivistico-bibliografica e collezionistica relative a svariati settori di interesse artistico-culturale. Inoltre, grazie alla grande passione che ne anima i progetti e all’intensa attività che ne contraddistingue l’operato, il Fondo promuove e valorizza anche le risorse del territorio astense che lo ospita.
La mostra è organizzata per sezioni che rispettano le fasi successive dell’opera dell’artista:
I
Volumi e volumi a moduli sfasati
II
La ricerca ottico-cinetica: i Componibili, Ricerca del colore, superfici volumi, cromo rilievi
III
L’inconscio razionale, L’alfabeto della mente
IV
I fatti della vita (Biennale di Venezia 1980)
V
Dagli Interludi a Seind und zeit
VI
Il movimento delle cose (Biennale di Venezia 1990)
Dall’antologica di Asti una selezione di opere verrà presentata in una seconda tappa presso le sedi di Sotheby’s a Milano e Londra.
Il catalogo della mostra, oltre a riprodurre fedelmente le opere esposte, costituisce una pubblicazione riepilogativa sull’opera dell’artista milanese. Si prevede una introduzione di Flaminio Gualdoni, un saggio a cura di Paolo Campiglio, riproduzione delle opere esposte, apparati a cura di Cristina Celario.
Dadamaino (Emilia Eduarda Maino, 1930 - 2004)
1930-1956
Nasce a Milano nel 1930.
Dopo la scuola (si laurea in medicina, ma non eserciterà mai la professione) si avvicina alla pittura da autodidatta con lavori di impronta informale
1956-1960
La frequentazione di Fontana, Castellani e Manzoni la influenza profondamente, portandola a realizzare dal 1959 i Volumi, opere su tela monocromatiche nelle quali la tela veniva tagliata lasciando visibile lo spazio retrostante.
1960-1965
Realizza le plastiche semitrasparenti, chiamate Volumi a moduli sfasati fustellate a mano, che espone alla Galleria Azimuth ed allo Staedelijk Museum di Amsterdam.
E' tra i fondatori del movimento internazionale Nouvelle tendence, con Alviani, Munari, Soto e Mari, con i quali partecipa a numerose rassegne internazionali.
Si accentua l'indirizzo optical della sua ricerca con gli oggetti ottico-dinamici.
1965-79
Esegue serie di opere analitiche in ambito geometrico-percettivo, La ricerca del colore, che la porteranno in seguito a comporre un alfabeto di sedici lettere, da lei definito alfabeto della mente, con il quale compone una personalissima forma di scrittura.
1980-2000
Espone alla Biennale di Venezia nel 1980 (sala personale) ed al PAC di Milano nel 1983.
La sua ricerca si orienta verso l'inconscio. Realizza opere, le costellazioni costituite da innumerevoli segni geometrici che si aggregano e si disperdono nello spazio.
Partecipa a numerose rassegne nazionali ed internazionali, fra le quali si segnalano:
1993 - Dadamaino. Opere 1958-1993, Casa del Mantegna Mantova
1995 - The Italian Metamorphosis, 1943-1968, The Solomon R. Guggenheim Museum, New York
1996 - Dadamaino, I Fatti Della Vita, Stiftung für konstruktive und konkrete Kunst, Zurigo
1997 - Milano 1950-1959. Il Rinnovamento della Pittura in Italia, Palazzo dei Diamanti, Ferrara
1998 - Dadamaino. Opere 1975-1981, Palazzo Municipale Morterone
2000 - Dadamaino. Retrospektive 1958-2000, Museum Bochum, Bochum
Muore nell'aprile 2004.
Sotheby’s
S|2, 31 St George Street, London
Dal 15 ottobre 2014
Presentazione del catalogo della mostra
Sotheby’s via Broggi 19, Milano
7 ottobre 2014, ore 18.30
Opening della mostra 11 ottobre 2014, ore 18.00
Fondo Giov-Anna Piras Arte Contemporanea
via Brofferio 80, Asti
Orario:
09,00 – 19,00. Lunedì chiuso.
Ingresso libero