Due misure. Un rapporto proporzionale lega il lavoro dei due artisti che, in modo opposto e simbolico, restituiscono le loro intuizioni sul mondo.
a cura di Stefano Serusi
Inaugura il 7 ottobre alle ore 18.30, negli spazi di scatolabianca(etc.), DUE
MISURE, doppia personale di Pasquale De Sensi e Chiara Seghene, a cura di Stefano
Serusi.
Un preciso rapporto proporzionale lega il lavoro di Chiara Seghene e Pasquale De
Sensi al repertorio simbolico attraverso il quale restituiscono le loro intuizioni
sul Creato.
L'artista per entrambi si identifica non nel potente demiurgo ma nello spettatore,
che presenzia ad un accadimento o ad un'opera posta alla sua attenzione. O ancora,
l'artista si identifica nella segretaria chiamata a trascrivere frasi e
conversazioni, ricordare date ed episodi, e ad una funzione rappresentativa, in
circostanze esterne alla sua volontà. Si parla quindi di quanto, percepito da
Seghene e De Sensi, è tradotto nella forma dell'opera, soffermandosi spesso sul
concetto di traduzione, e quindi di interpretazione, di linguaggio, e un'apparente
tensione all'oggettività.
Chiara Seghene, per raccontare gli eventi, sceglie la chiave del sacro, la sua
capacità, attraverso mitopoiesi ed abbandono, di trasformare la realtà per gli
occhi più predisposti. Le sue opere appaiono, nell'accezione più semplice, come la
registrazione di eventi trasformativi, riportando il tema del mito e del miracolo ad
una dimensione concettualmente simile a quella rigenerativa dell'eredità orale. Gli
oggetti, contrassegnati da simboli, e i video (amatoriali come quelli dei dischi
volanti), predispongono nella loro misura scabra ed essenziale una narrazione
verace, con una ricerca di ripetitività già tipica degli ex-voto. Il rifiuto
sempre più evidente di un'estetica ricca e ricercata, in Chiara Seghene, può
ricollegarsi al suo interesse per la cultura materiale arcaica e contadina, dove
minimi segni distinguono il tempio dall'abitazione e l'uomo di fede dall'uomo di
fatica, concorrendo a trasferire con mezzi moderni il ricordo di una religione
essenziale.
Pasquale De Sensi indica all'opposto un'idea di modernità in cui l'insieme
incoerente dei frammenti restituisce una lettura all'apparenza disarmonica dei cicli
storici e naturali. Questi frammenti, che nel lavoro di De Sensi ricorrono a
costituire un ritmo particolare, rifiutano la cadenza misurata del bassorilievo, per
sovrapporsi rumorosamente nei collages poi suggellati da segni pittorici
ulteriormente crudi; un magma persuasivo di immagini e simboli strettamente
collegato ai media di massa, anche se è evidente nell'uso di materiale vintage una
volontà compositiva e citazionistica che attinge alle forme sofisticate di
propaganda - anche cinematografica - e al legame con le avanguardie. Eventi concreti
e semplici, come il mutare della natura, tra l'insorgere prevedibile di violenza e
disincanto, non sono mostrati come in una oleografia ma come la nostra mente vede la
realtà: con un eccesso scoordinato di informazioni. Siamo inesorabilmente portati a
pensare,
parafrasando Baudelaire, che la natura non sia naturale.
Immagine: Pasquale de Sensi. Collage e inchiostro su carta. 60x90 cm. 2010
Inaugurazione 7 ottobre alle 18.30
scatolabianca(etc.)
Via Ventimiglia, angolo Via Privata Bobbio Milano
orari: giovedì e venerdì, 16.00/20.30
ingresso libero