La mostra esplora aspetti legati alla mutevolezza logica dell'atto scultoreo, non piu' votata alla definizione retorica e permanente di una forma. Opere di Nicola Genovese, Yari Miele, Fabrizio Prevedello e Marcello Tedesco.
a cura di Gabriele Tosi
In occasione della decima edizione della Giornata del Contemporaneo LOCALEDUE presenta BLUESHIFT, collettiva di scultura il cui titolo cita il fenomeno fisico che avviene quando una sorgente si avvicina all’osservatore: poiché lo spazio diminuisce, la frequenza della percezione aumenta.
La capacità degli oggetti di avvicinarsi a chi li richiede è un valore sempre più radicato nella circolazione contemporanea di idee e cose, tanto da influire direttamente sulla costruzione del senso. Questa abilità si lega ad altre categorie quali versatilità, portabilità, compressione e tracciabilità. Tali concetti, centrali nel dibattito teorico sull’immagine, appaiono latenti in quello sulla scultura, benché questo mezzo ne sia forse il più intrinsecamente coinvolto.
Fino a qualche anno fa, infatti, una stanza di 20 metri quadrati sarebbe probabilmente risultata troppo piccola per esporre il lavoro di quattro scultori, ma oggi la dimensione non appare limitante poiché le caratteristiche delle sculture si stanno evolvendo, dimostrando una diversa capacità di riorganizzare i propri elementi.
La mostra esplora quindi alcuni aspetti legati alla mutevolezza logica dell’atto scultoreo, non più votata alla definizione retorica e permanente di una forma.
Nicola Genovese (Dolo – Venezia, 1971).
Il suo lavoro nasce dall’osservazione della società. E’ particolarmente interessato a quei casi in cui alcuni individui sviluppano, come per riempire un vuoto d’identità e a dispetto delle proprie reali radici culturali, la camaleontica capacità di appropriarsi di atteggiamenti, mode e costumi lontani tra loro. Le sue opere traducono tale viralità opponendo il retaggio identitario del mezzo scultoreo alla precaria mutevolezza di rivestimenti, pelli, forme, pattern e materiali. E’ fondatore del progetto Superfluo con base a Padova ed è fra i direttori artistici dell’artist run space MARS di Milano.
Principali mostre personali recenti: “Skins”, Station 21 – Zurigo; “£I’ve been here before”, a cura di Faxen, BB15 – Linz; “Darker with the day”, testo critico di Francesco Urbano Ragazzi, Interno4 - Bologna. Principali mostre collettive recenti: “L'eta' dell'utile”, a cura di Francesco Urbano Ragazzi, chiesetta San Ludovico – Venezia; “It Was The Worst Year Of My Life. Part 2” - Mala Galerija Ganes Pratt – Ljubljana; “Spectator is a worker”, a cura di Daniele Capra,Tina B – Praga; “Liberty control”, r.a.i.r event foundation Duende – Rotterdam.
Yari Miele (Cantù, 1977). http://yarimiele.com/
Il lavoro di Miele, perlopiù installativo, presuppone che le definizioni di spazi e oggetti siano la conseguenza di una percezione mentale dovuta alla quotidianità spesso univoca dell’osservazione fisica. Nel suo lavoro, la possibilità dell’uomo di controllare le radiazioni luminose apre alla scoperta di caratteristiche normalmente timide e nascoste; ne emerge quindi una riflessione su come la percezione “naturale”, non più da opporre dualisticamente a quella “artificiale”, sia nient’altro che una variabile di manifestazione fra le tante possibili. E' fra i direttori artistici dell’artist run space MARS di Milano.
Principali mostre personali recenti: “Libera dimensione”, MARS – Milano; “Il tempo di un’attesa e il tempo di un’esperienza”, a cura di Marco Tagliafierro, Galleria Uno+Uno – Milano; Principali mostre collettive recenti: “Upward Positive Leaders”, a cura di Laura Santamaria, Kunstraum t27 Kunstverein Neukölln – Berlino; “Immagini d’Io”, a cura di Alessandro Guerriero e Luciana di Virgilio, Triennale Desing Museum.
Fabrizio Prevedello (Padova, 1972). http://fabrizioprevedello.com/
Quello di Prevedello è un lavoro sul volume, inteso come spazio che consente una presenza, testimoniando e inscenando le sue trasformazioni. Tramite la scultura riflette sul peso del gesto umano nella modifica della materia, dichiarandone o recuperandone il senso e le necessità. Mettendo in mostra le energie materiche che artificialmente o naturalmente fanno parte di tali processi sottolinea ciò che silenziosamente supporta la costruzione del piano di ciò che è essenziale.
Principali mostre personali recenti: “Verde”, a cura di Ilaria Mariotti, Galleria Cardelli e Fontana – Sarzana; “Fa un po’ freddo ma non preoccuparti”, a cura di Luigi Presicce, Brown space project – Milano. Principali mostre collettive recenti: “A Guilmi non piove mai” residenza a cura di Lucia Giardino e Federico Bacci, Guilmi Art Project – Guilmi (CH). “Apologia” a cura di Federica Forti, Museo Civico del Marmo – Carrara. “Andrini, Bertolo, Camoni, Prevedello” Casabianca – Zola Predosa.
Marcello Tedesco (Bologna, 1979). http://www.marcellotedesco.com/
Dopo aver intrapreso un percorso da regista ha concentrato il suo lavoro sul rapporto che intercorre fra il linguaggio della narrazione contingente e la cornice trascendente della storia. Le sue sculture si propongono infatti come elementi architettonici, legami materici e strutturali tra ciò che l’oggetto racconta di sé e la realtà astratta che esso genera, giustifica e quindi sostiene.
Principali mostre personali recenti: “Nuova Matrice” a cura di Andrea Lacarpia, Dimora Artica – Milano; “A lume spento”, a cura di Simone Frangi, Monego Contemporary – Como; “Tutte Tranne Una”, Studio Vetusta – Modena; Principali mostre collettive recenti: “Drawings from Lightnings”, a cura di Laura Santamaria, Kunstraum t27 Kunstverein Neukolln – Berlino; “I sit Really Now?”, a cura di Dario Bonetta, Artra Gallery – Milano; “Quadriformins”, Mars – Milano.
Inaugurazione 11 ottobre ore 18
Localedue
via Azzo Gardino, 12c Bologna
su appuntamento
ingresso libero