Tendoni. "Un soggetto riconosciuto e riconoscibile trovato proprio rifuggendo la pittura di soggetto e allevando sulla tela la pittura di segno".
Questa mostra si inserisce nell'evento “Open Zona Toselli” che parte idealmente da una frase del filosofo tedesco Ernst Gombrich: «Non esiste Occhio innocente. Quando si pone al lavoro, l'Occhio è sempre antico, ossessionato dal proprio passato e dalle suggestioni, vecchie e nuove, che vengono dall'orecchio, dal naso dalla lingua, dalle dita, dal cuore e dal cervello» e Pietro Capogrosso presenta una serie di nuovi dipinti denominata affettuosamente “Tendoni”. Il termine tendone indica un metodo o modo di “Allevare la vite” tipico di una certa area dell’Italia. Questi nuovi lavori di Capogrosso che presenta in anteprima all’inner room non si rifanno però a quella immagine georgica che potrebbe essere un bagaglio della sua esperienza di vita. Il pittore infatti è nato e cresciuto in una famiglia ed in un milieù di allevatori di vitis vinifera nella celebre zona di Trani.
Incontrano piuttosto la forma mentale del tendone grazie ad una pittura intellettuale fatta di allevamento di segni. In poche parole un soggetto riconosciuto e riconoscibile trovato proprio rifuggendo la pittura di soggetto e allevando sulla tela la pittura di segno, anzi di disegno. Un’apparente contraddizione che invece è la sua cifra espressiva. Un disegno pittorico dove la velatura e la tonalità si hanno grazie al passaggio tramato del segno, esempio forse unico nel panorama odierno e non solo. Di qui il rimando alla precedente mostra all’ inner room del 2010 dove il focus era il disegno nell’acqua ovvero nel divenire fluido della pittura, stavolta invece seguendo questa personale attitudine formale, il disegno diventa a pieno titolo pittura.
L’occhio rinnovato dell’autore fugge il noto per l’ignoto, dove quest’ultimo è inteso come novità, raggiunta per predisposta apertura dello spirito alla vita.
L’occhio quindi, rispondendo alla frase di Gombrich, non è innocente ma può essere rinnovato.
La meraviglia è incontrare in questo nuovo anche la propria memoria fatta di sole, di polvere, di tetti viventi, e di infantile stupore di fronte alla forma materna della pianta di vite che cala dall’alto, amorevole e rassicurante, nella calura estiva delle interminabili mezze giornate pugliesi.
Un messaggio misterioso e palese nel contempo, ci viene da questi quadri che si iscrivono nella grande tradizione pittorica a volte definita convenzionalmente astratta.
Pietro Capogrosso (Trani, BT, 1967) si Laurea in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera dove tutt’oggi insegna.
Le sue mostre pubbliche selezionate degli ultimi dieci anni sono:
2010 “Disegnavano quadrati d’acqua” Fusi&fusi, inner room of Contemporary art, Siena, “Est”, Vedetta del Mediterraneo, Giovinazzo, a cura di Lia De Venere
2011 “54° Biennale di Venezia” pad. Puglia ex convento di Santa Scolastica, Bari; pad. Italiani nel
Mondo, Istituto di Cultura, Mosca (Russia), 2011 “Il giardino segreto. Opere d’arte dell’ultimo cinquantennio nelle collezioni private baresi” ex convento di Santa Scolastica,Bari, a cura di L. De Venere e A. Marino
2010 “Made in Filanda” loc. la Filanda, Pieve a Presciano,Arezzo, “Deliverance” fusi&fusi inner room
2008 “1953-2003. Una collezione privata”, Sotheby’s – Palazzo Broggi, Milano.
2006 “Intramoenia/Extra Art”, Castello di Manfredonia, a cura di Achille Bonito Oliva e Giusy Caroppo
2005 Playground and Toys, Hangar Bicocca, Milano a cura di Adelina Von Furstenberg Di un solo mare di tanti mari, Istituto Italiano di cultura, DGB Haus, Stoccarda, a cura di L. De Venere “Crysalis”, teoria dell’evoluzione, Castello Svevo, Bari, a cura di G. De Palma
2004 Arte Italiana per il XXI secolo, Palazzo della Farnesina, Roma, a cura di L. Canova.
“ Anteprima – XIV Quadriennale d’Arte, Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino.
“ Confini” Castello Svevo di Trani, a cura di Giusi Garoppo, catalogo con testo di Achille.
“Le Opere e i Giorni, la Vanitas”, Certosa di Padula,Salerno a cura di Achille Bonito Oliva.
Questa all’Inner room è la sua seconda personale
inner room jewelbox© scatola luminosa dove si apprezza l’incontro tra la cultura e la manualità artigiana del gioiello d’artista, ospita per l’occasione gioielli disegnati dallo stesso Capogrosso e realizzati dagli orafi più trendy di Barcellona.
Il coordinamento e l’allestimento è a cura del Dott. Romeo Giuli
L'evento si inquadra nella manifestazione: “Open zona Toselli”
insieme alle mostre
Inaugurazione sabato 11 ottobre ore 18.00
inner room©
fusi&fusi
via G.di Mannaia, 15 Siena
lun-ven 9.30-13.00/15.30-19.30, sabato 9.30-13.00 / 15.30-19.30
ingresso libero