Filografia. Macroscopiche realizzazioni di quelli che l'artista definisce 'scarabocchi'. Opere realizzate con un materiale insolito: il fil di ferro.
Domenica 12 ottobre alle ore 17.30, presso Lo Spazio di via dell'ospizio, verrà inaugurata la mostra Filografia di Sergio Mazzoni. Le opere che compongono questa mostra testimoniano l'impegno a rinnovare l'amore per la linea, riuscendo anche in qualche caso ad escludere l'apporto del colore senza togliere nulla alla forza e all'originalità dell'opera.
Sono opere in cui si intrecciano, allo stesso tempo, la semplicità e la complessità grafica incarnate da un'espressione artistica realizzata con un materiale insolito e povero: il fil di ferro. Macroscopiche realizzazioni di quelli che lo stesso artista definisce “scarabocchi”. Un riciclaggio di quei segni-disegni che trovano posto nel poco spazio rimasto libero a bordo pagina, nel margine di quaderni, riviste, libri... Percorsi tracciati che, spesso, non trovano la strada per uscire dalla vita privata, finendo gettati in un cestino o dimenticati in qualche cartella o cassetto, trovano in queste opere considerazione e attenzione. Ritornano a vivere creando trame di un tessuto, insieme, vecchio e nuovo. Ogni segno è composto di possibilità, sensazioni, sogni, vibrazioni; linee si incrociano in percorsi di esistenza vissuti o solo sognati, nella massima libertà. Queste linee non sono altro che il manifestarsi inconsapevole di un mondo interiore. Lo scarabocchio riguarda il linguaggio dell'inconscio e così come il sogno ha una sua lingua e una sua grammatica, così profondamente individuale e privata. Allo stesso tempo, rivelando emozioni profonde e inespresse, smaschera il sentire più autentico, con ironia e senza diaframmi difensivi. Per queste opere di Mazzoni calzano perfettamente le parole di Bruno Munari “Il più grande ostacolo alla comprensione di un'opera d'arte è quello di volerla capire”.
Sergio Mazzoni nel 1956 a Pistoia, dove vive e lavora. Inizia a disegnare giovanissimo. Alla fine degli anni settanta tiene la sua prima mostra e fa la conoscenza di altri tre pittori, Slao, Forese Lenzi e Mirando Jacomelli che lo seguiranno nella sua crescita culturale ed artistica. Nel 1983 insieme a F. Calamai, F. Lotti e A. Matani fonda “Il Gruppo”, catalissandosi attorno alla figura di Francesco Melani. Nel 2003 incrocia la sua strada con quella di alcuni giovani pittori coi quali dà inizio al progetto “Gruppo Blu” che come punto di incontro porta l'esperienza xilografica . Prima che compagni d’arte, sono soci del Circolo Aziendale Breda e colleghi di lavoro alla AnsaldoBreda di Pistoia. Il nome del gruppo, infatti, nasce dal colore delle tute che indossano, il blu: un segno, un colore che li unisce, li distingue e li caratterizza nel loro quotidiano, a cui hanno voluto attribuire valenza artistica.
Suoi lavori sono presenti in collezioni private in Italia e all'estero.
Inaugurazione Domenica 12 ottobre alle ore 17.30
Lo Spazio di Via dell'Ospizio
via dell'Ospizio, 26-28 Pistoia
lun-sab 9.30-13 e 16-20
ingresso libero