CARico MAssimo
Livorno
via della Cinta Esterna, 48/50
388 7411108
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Gianluca Concialdi
dal 10/10/2014 al 10/11/2014
su appuntamento

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Gianluca Concialdi



 
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10/10/2014

Gianluca Concialdi

CARico MAssimo, Livorno

Fegato di Piacenza. L'artista presenta un progetto ibrido fra pittura e materiale costruttivo, appropriandosi di una tecnica della tradizionale imigongo.


comunicato stampa

CARico MAssimo presenta la mostra personale di Gianluca Concialdi (Palermo, 1981). L’artista porta a Livorno un lavoro inedito, un progetto ibrido di pittura e materiale costruttivo che si appropria della tecnica del tradizionale imigongo ruandese. L’imigongo nasce da un metodo di lavorazione nel quale impastando a mano letame di bovino e cenere di legno si ottiene una pasta compatta, resistente, impermeabile, usata spesso a scopo decorativo, ma anche come rivestimento per le abitazioni. Concialdi ha ricreato, a livello industriale, un materiale simile, sempre spinto dalla curiosità del meticcio, del colore e dei materiali da costruzione. La sua arte/chimica parte dalla scelta iniziale dei materiali, con la consapevolezza della loro funzione di portatori di simboli e storie. Il risultato sono macchie possenti che ricordano quel “Fegato di Piacenza” con cui gli Etruschi si muovevano per i loro territori, leggevano le stelle, decidevano il momento migliore per partire, e si orientavano meglio che con un moderno GPS.

“L'uso della pittura per Giallo è un utilizzo tridimensionale e primitivo del pigmento, il quale si amalgama a materiali da costruzione diventando intimamente pittura. L’opera preparata per la personale livornese è un affresco contemporaneo, la cui la superficie è un racconto antico generato dalla storia dell'arte. La pratica artistica di Concialdi parte del pigmento come scusa, per andare oltre ad esso e alla sua immagine. La metamorfosi da pittura a ibrido materico, da costruzione a decorazione, che si attiva nell’atto di mischiare e modellare, ricorda gesti antichi tradizionali, appartenenti alla cultura e al sapere della società, ma in Giallo questa attenzione alla società è soltanto un pretesto. Difatti, la figura è abbandonata, persa, dimenticata, l’opera resta a una forma primordiale, innata, è una costruzione mentale in trasformazione continua. L'uso della merda rende preziosa e raffinata l’opera, perché la eleva a feticcio, a oggetto corporale che diventa arte: per Giallo la merda è la vita stessa. L'intenzione è quella di trasporre “il saper fare” nel cuore del mondo contemporaneo, di immaginare quale forma la conoscenza abbia assunto in mezzo alla modernità commerciale, scavando nell’intimo di ogni essere, nel ricordo di quella anima primitiva, selvaggia.“

CARico MAssimo
Contenitore d’Arte Contemporanea
CARico MAssimo è un collettivo umano che produce arte. CARico MAssimo promuove arte in modo autonomo rispetto alle dinamiche di mercato.
CARico MAssimo è un luogo in cui gli artisti possono esprimersi. CARico MAssimo è un progetto nato dall'idea di Fabrizio Paperini, CCH e Federico Cavallini.
In un magazzino tra asfalto e mare si trova l’Associazione CARico MAssimo, spazio espositivo affacciato sulla vastità del Porto Mediceo. Un luogo di sperimentazione inusuale, fuori dalle consuete mappe geografiche italiane dell’arte. Grazie al suo ruolo di outsider, CARico MAssimo sviluppa progetti autonomi e singolari, in collaborazione con artisti e istituzioni. Nato nel 2012, in due anni l’associazione ha dato vita a un programma essenziale e ardito, legato all’incontro tra gli artisti e il contesto ambientale. Nel 2013 Gianfranco Baruchello ha realizzato per CARico MAssimo un progetto inedito, concepito partendo da una serie di documenti dell’Archivio di Stato della città di Livorno. La mostra è stata accompagnata da un catalogo, edito dalla Fondazione Volume!, con testi di Achille Bonito Oliva, Gianfranco Baruchello, Carla Subrizi, Silvano Manganaro, Paolo Emilio Antognoli, Massimo Sanacore.

Inaugurazione 11 ottobre alle 18

Carico Massimo,
Via della Cinta Esterna, 48/50 - Ex Magazzini Generali di Livorno.
Orario: su appuntamento. Ingresso libero.

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