Guardare oltre (Il colore degli sfrattati). Le sue opere pittoriche esprimono il desiderio di esplorare da tutti i punti di vista la realta', non soltanto quella quotidiana.
Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17,30 presso lo Spazio Rocco Scotellaro via Cesarea 49 Vigevano, sarà inaugurata la mostra “Guardare oltre (il colore degli sfrattati)” dell’artista Rita Vitaloni. La mostra gode del Patrocinio dell’Amministrazione comunale di Vigevano.
Rita Vitaloni, nata nel 1962, cittadina savonese si è diplomata nel 1981 all’ Istituto Tecnico Commerciale Paolo Boselli di Savona e nonostante il lavoro in un Istituto di Credito ha voluto intraprendere gli studi che ha sempre desiderato fare: si Diploma al Liceo Artistico “Arturo Martini” di Savona nel 1993. Si iscrive, se pur lavorando ormai da anni, in altro settore, all’Accademia di Belle Arti di Cuneo. Nel 2004 ottiene il Diploma Accademico (vecchio ordinamento) in Pittura e nel 2006 il Diploma Accademico di 2* livello in Grafica.
Guardare oltre (il colore degli sfrattati). La mostra è corredata da un testo critico di Massimo Parodi e da uno scritto dell’artista.
Massimo Parodi scrive: L’insolita opera di Rita Vitaloni, frutto di un’abile manipolazione dei colori,rappresenta l’apice di un sofferto percorso di vita che l’autrice è stata costretta a condurre e che ha segnato in maniera indelebile il proprio particolarissimo stile. La vivida sofferenza qui esplicitata indubbiamente colpisce, dapprima come un duro colpo, ma poi permette di riflettere sugli innumerevoli casi della vita. L’uso del colore deve essere per lei assai netto, una sorta di shock sensoriale, che subito abbaglia e poi seduce. S’intuisce osservando, la solida struttura pittorica sottostante, sulla quale ci si può inerpicare senza scendere mai. Le opere di Rita Vitaloni esprimono il desiderio dell’artista di esplorare da tutti i punti di vista la realtà; non soltanto quella che tutti noi quotidianamente vediamo, sentiamo o tocchiamo attraverso i nostri limitati sensi, ma anche un’altra realtà: “ l’oltre” che non ci è possibile percepire direttamente. Nelle sue opere è infatti possibile cogliere le sfumature che ci fanno intuire, lasciandoci estasiati, che esistono dimensioni confinanti meravigliose, che ci contengono, che a volte si mostrano a noi, ma più spesso si celano.
Rita Vitaloni scrive: è una mostra che vuole portare l’attenzione dello spettatore a non fermarsi sull’apparenza delle cose ma andare in profondità, perché molte volte quando osserviamo qualcosa o leggiamo qualsiasi articolo di giornale o diamo ascolto a una notizia o una vicenda siamo portati a farci un’idea sull’argomento, purtroppo la maggior parte delle volte ne rimaniamo staccati e non ci soffermiamo a pensare cosa ci può essere dietro a quello che osserviamo. Purtroppo quando leggiamo di qualcuno che ha deciso di farla finita e molte volte purtroppo è successo negli sfratti, nel nostro cuore ci dispiace per quella persona, ma dopo averlo letto siamo subito risucchiati dalla vita frenetica quotidiana e presto dimentichiamo i drammi che non ci colpiscono direttamente, ma ai drammi non ci si arriva in un momento, la quasi totalità delle volte chi arriva a gesti estremi è da molto che soffre. I quadri di questa mostra sono una produzione di opere realizzate dopo uno sfratto che ha cambiato la prospettiva della mia vita: da quel momento ho deciso che debbano essere una testimonianza di Vita Vera. Per questo ormai fanno parte di un unico progetto: “Il colore degli sfrattati”, il mio desiderio per chi osserva le mie opere è quello di andare oltre il primo impatto visivo.
Il colore degli sfrattati
Il colore degli sfrattati, è un progetto che nasce da una dolorosa esperienza personale: dopo avere visto morire dal dolore mia madre e sfrattare la mia famiglia e mio figlio di 5 anni, da una casa completamente ristrutturata a spese della mia famiglia e mantenuta con gli obblighi di proprietari per circa 20 anni, su una casa ereditata nel 1989, siamo stati sfrattati senza alcun rimborso.
Ora come figlia senza che mia madre avesse alcuna colpa dopo aver mantenuto con gli obblighi di proprietaria una casa dal 1989 al 2006 anno della sua morte e dopo averla completamente ristrutturata , ora come figlia mi condannano a pagare canoni dal 1989 mai percepiti dopo aver visto morire mia madre sfrattare mio figlio di 5 anni nel 2008, vivere in un continuo tormento. Questa vicenda dura da decenni, non abbiamo alcuna colpa, siamo stati colpiti su tre generazioni.
Questo ha portato alla mia seguente decisione: dal 1/2/2OO8, data dello sfratto, la creazione delle mie opere sono una denuncia alla sofferenza di tre generazioni, sono create per sensibilizzare e far meditare sui gravi problemi che esistono nella nostra società e che se anche le denunci rimangono nella totale indifferenza.
Inaugurazione Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17,30
Spazio Rocco Scotellaro
via Cesarea, 49 0381 Vigevano (PV)
mer-ven 21-23, gio, sab e dom 17-19
ingresso libero