Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC
Lissone (MB)
viale Padania, 6
039 2145174 FAX 039 461523
WEB
Tre mostre
dal 24/10/2014 al 5/12/2014
mar, mer, Ven 15-19, gio 15-23, sab e dom 10-12 e 15-19

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24/10/2014

Tre mostre

Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC, Lissone (MB)

In mostra le opere dei finalisti del Premio Lissone 2014, concorso internazionale rivolto ai giovani artisti under 35. "Gabriele Abruzzo - Compendium", propone i lavori realizzati dall'artista negli ultimi 4 anni. Inoltre una sala del Museo e' allestita con una decina di dipinti di Anselmo Bucci risalenti ai suoi esordi nei primi anni del 900.


comunicato stampa

PREMIO LISSONE 2014
Lissone | Museo d'Arte Contemporanea
25 ottobre - 30 novembre 2014

Dal 25 ottobre al 30 novembre il MAC espone le opere dei finalisti del PREMIO LISSONE 2014, concorso internazionale rivolto ai gio-vani artisti under 35. Tra le pratiche che con-notano gli sviluppi pittorici più attuali è stata inserita la “pittura espansa”, elemento di novi-tà che contraddistingue l’edizione di quest’an-no. Per la prima volta è stato istituito un Comitato di selezione che affiancherà la Giuria ufficiale nell’assegnare il Gran Premio per la pittura, il Premio della Critica e svariati altri premi acquisto. Oltre alla mostra dei selezionati, la rinnovata formula espositiva comprende anche due sezioni ad invito, a carattere nazionale e internazionale, che non concorreranno ai premi in denaro. Infine, una sala sarà riservata a un importante maestro del secolo scorso, così come si usava negli anni Sessanta, con le mostre retrospettive dedicate a Atanasio Soldati, Osvaldo Licini e Mario Sironi.

Un Comitato di selezione costituito da Flavio Arensi, Gianluca D’Incà Levis, Alberto Mugnaini, Gianluca Ranzi, Loren-zo Respi e presieduto da Alberto Zanchet-ta, direttore artistico del MAC di Lissone, ha valutato i materiali pervenuti da 171 parteci-panti.

In base ai criteri di qualità, originalità e coe-renza delle ricerche artistiche, sono stati sele-zionati 27 finalisti: Matteo Antonini, Irene Balia, Agostino Bergamaschi, Marco Bon-giorni, Calori & Maillard, Anna Caruso, Stefano Cumia, Francesco Fossati, Max Frintrop, Alessandro Gioiello, Silvia Hell, Silvia Infranco, Joan Saló Armengol, Osa-mu Kobayashi, Andrea La Rocca, Federico Lanaro, Davide Mancini Zanchi, Bruno Marrapodi, Silvia Mei, Luca Moscariello, Carlo Alberto Rastelli, Milena Rossignoli, Angelo Sarleti, Thomas Scalco, Patrizia Emma Scialpi, Stefano Spera, Luca Zarat-tini.

Ogni artista parteciperà con una sola opera all’esposizione che si inaugurerà sabato 25 ottobre alle ore 18:30. Nella serata inaugurale la Giuria di premiazione, composta da Sergio Breviario, Alberto Garutti, Volker W. Feierabend, Federico Luger, Giuseppe Pero, Remo Salvadori e Alberto Zanchetta, proclamerà il vincitore del Gran Premio per la Pittura, del valore di € 5.000,00. Nel corso della serata i membri del Comitato di sele-zione assegneranno anche il Premio della critica e una Menzione d’onore, cui si aggiun-geranno i premi acquisto del MAC. Le opere premiate andranno così ad arricchire le colle-zioni permanenti della sede museale.

A latere dell’esposizione dei finalisti, l’edi-zione di quest’anno presenterà anche due sezioni ad invito; le “Presenze straniere” vedranno riunite le opere di Greg Colson, Kim Dorland, Franklin Evans, Jason Mar-tin, Eric Mistretta e Katy Moran, mentre le “Presenze italiane” si suddivideranno in una mostra personale di Gabriele Arruzzo e in una sala commemorativa dedicata a Ansel-mo Bucci, esponente di punta dello storico gruppo Novecento.

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GABRIELE ARRUZZO. Compendium
Lissone | Museo d'Arte Contemporanea
25 ottobre - 6 dicembre 2014

Come recita il titolo della mostra, ripreso e adattato da un quadro del 2012, l’esposizione raccoglie alcune delle più significative opere che Gabriele Arruzzo [Roma, 1976] ha dipinto negli ultimi quattro anni di attività. Ma il “com-pendio” cui allude l’artista è riconducibile an-che alla propria praxis pittorica, caratterizza-ta dalla tracotanza dei dettagli che rimandano alle variegate fonti iconografiche di cui si compone ciascun quadro. Che si tratti di inci-sioni, di miniature o di vecchie illustrazioni, Arruzzo saccheggia la storia dell’arte, assem-blandola attraverso un cut and paste che ci restituisce un complesso e labirintico ordito visivo. Si veda a questo proposito il grande quadro realizzato appositamente per Lissone, vero e proprio “compendio” dei draghi con-cepiti da Albrecht Dürer.

Come si evince dal monogramma di Arruzzo, Dürer è l’autore preso a modello (ad “arche-tipo” verrebbe da dire) in queste opere, in vir-tù dei frequenti sconfinamenti tra i generi pit-torici e per la sua ineguagliabile produzione incisoria; saccheggiando l’iconografia tradi-zionale, Arruzzo compie un détournement dell’immagine, ossia una tenace – e perversa – persistenza della figurazione che denota una volontà di radicarsi nel passato e allo stesso tempo di sviscerare il presente.
Il pastiche di Arruzzo padroneggia idiomi e simboli che vengono annegati nell’impasto lucido/opaco dei pigmenti industriali (gli smal-ti e gli acrilici non diluiti negano lo sfumato a favore dell’à plat). Sopravvivono in modo spo-radico i colori saturi e caramellosi degli esor-di, mentre predominano le cromie neutre degli ultimi anni, in particolare l’argento che l’artista definisce come un “colore/arma”. Lo stesso si può dire di tutto “l’armamentario” che troviamo disseminato nelle immagini, quegli strumenti del mestiere che affollano le tele, fornendo allo spettatore indizi utili per comprendere la densa e complessa iconogra-fia dell’artista. Si osservino per esempio i motivi settili che riprendono la pavimenta-zione della Flagellazione di Cristo dipinta da Piero della Francesca, i tanti “oggetti aggre-diti dal tempo” che si ricollegano al concetto delle vanitates seicentesche, oppure i solidi platonici, le scacchiere e le proiezioni ortogo-nali che attengono all’invenzione della pro-spettiva.

Quasi tutte le opere esposte al MAC di Lissone sono concepite come quinte sceno-grafiche e macchine teatrali – si notino infatti i sipari che si ritraggono sui lati dei dipinti – sorta di grandguignoleschi palchi/patiboli ove si avvicendano generiche figure di pittori, tiranni e assassini. Si tratta ovviamente di metafore riconducibili ai patimenti e all’estasi dell’ars picta così come al ruolo stesso del pittore. Non per caso i personaggi sono spes-so ritratti in posture che alludono alla devo-zione e al patimento: ogni quadro è in sé una preghiera (facendo tesoro della lezione di Jean-François Millet) e un agone (perché, come diceva Henri Matisse, «non siamo sulla terra per risparmiarci»). L’artista ci mostra quindi dei “filosofi della pittura” che si com-portano come i serial killer, lasciando la pro-pria firma sul luogo del delitto, oppure come i grandi dittatori del secolo scorso, i quali hanno imposto un “ordine” e uno “stile” alle arti liberali. Per Arruzzo, queste opere sono Ritratti di idee: una idea di bellezza, vale a dire una superficie da riempire di colori e forme, fino a creare un horror vacui che ricompensi l’osservatore. Facendo leva sulla smania pantagruelica e onnivora del proprio campionario-compendio culturale, la gene-rosa figurazione di Gabriele Arruzzo sollecita i nostri processi intellettuali, creando un’inde-rogabile triangolazione tra autore, soggetto e opera.

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JEUNESSE. Omaggio ad Anselmo Bucci
Lissone | Museo d'Arte Contemporanea - secondo piano
25 ottobre - 6 dicembre 2014

Riprendendo una tradizione dello storico Pre-mio Lissone, che negli anni Sessanta dedica-va piccole ma significative mostre retrospet-tive ad artisti come Atanasio Soldati, Osvaldo Licini e Mario Sironi, in occasione del Premio Lissone 2014 si è deciso di allestire una sala con una decina di opere di Anselmo Bucci [Fossombrone, 1887 – Monza, 1955].
L’esposizione intende commemorare l’amore per le arti pittoriche e incisorie di questo importante maestro del secolo scorso; omaggio che ha anche una ragione storicistica riconducibile alla provincia briantea, in quanto l’artista si era trasferito per breve tempo a Monza, nel 1904, per poi trascorrervi i suoi ultimi anni di vita.

Artista pluripremiato e poliedrico, Bucci è stato un pittore eccelso, un instancabile disegna-tore, un formidabile incisore e uno stimato scrittore, oltre che un assiduo viaggiatore, curioso e onnivoro, proprio come il suo sguardo. Nelle numerose scorribande, dalla Francia al Belgio, dall’Olanda all’Algeria, l’artista non trascurò di girare in lungo e in largo anche il Bel Paese, traendone un memorabile Voyage en Italie. Cronista dei grandi conflitti mondiali, Bucci ha conosciuto i più importanti prota-gonisti del XX secolo, associando una buona parte della sua nomea al gruppo Novecento – la cui definizione è riconducibile proprio a lui – abbandonandone però anzitempo le fila, trovandosi in disaccordo con l’ideologia pro-fessata dalla Sarfatti. Malgrado Bucci abbia scontato nel secondo dopoguerra un immoti-vato ostracismo da parte dei critici e dei mer-canti d’arte, rivedere le sue opere a distanza di tempo è una giusta e utile occasione per apprezzarne i solidi e severi valori pittorici, la figurazione monumentale e celebrativa, quel fiero nazionalismo che si opponeva agli speri-mentalismi avanguardistici.

Le opere scelte per l’esposizione lissonese appartengono agli anni degli esordi, in particolare al soggiorno parigino, come testimonia L’autoritratto a 22 anni del 1909. A questo periodo si ricollega anche il disegno di Amedeo Modigliani dedicato “all’amico Bucci” che suggella il legame tra questi e il filosofo Mario Buggelli (è nel novembre del 1906 che i due, affiancati dall’amico Leonardo Dudreville, si avventurarono alla volta di Parigi, allora ca-pitale mondiale dell’arte). Relativi alla fase fauve e simbolista del nostro peintre et écrivain, i dipinti denotano un’impostazione classica, innervata però da una forte aspressività e da un’invidiabile sapienza coloristica. Profondo estimatore dei pittori antichi, il giovane Bucci dà così prova di quella libertà fiera e feconda che ne caratterizzerà tutta la produzione successiva. I paesaggi, i ritratti e i motivi simbolisti qui esposti – tutti antecedenti alla prima mostra del gruppo Novecento, tenutasi nel 1923 a Milano, presso la galleria di Lino Pesaro – ci permettono di assaporare quella “devozione al mestiere” cui l’artista è sempre stato fedele, sia in punta di pennello sia quando ricorreva alla puntasecca.

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, annadefrancesco@clponline.it

Inaugurazione 25 ottobre alle 18

Museo d'Arte Contemporanea di Lissone MAC
viale Padania, 6-Lissone (MB) Lombardia Italia
Orari: Martedì, Mercoledì, Venerdì h 15-19
Giovedì h 15-23
Sabato e Domenica h 10-12 / 15-19

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