Galleria Forni
Bologna
via Farini, 26
051 231589 FAX 051 268097
WEB
Tommaso Ottieri
dal 24/10/2014 al 26/11/2014
10,30-19, sab 10,30-13 e 16-20, dom e festivi su appuntamento

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Tommaso Ottieri



 
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24/10/2014

Tommaso Ottieri

Galleria Forni, Bologna

Brace. Le sue citta' dipinte sono una metafora per esprimere la potenza dell'essere umano che ha saputo crearle, distruggerle e riedificarle; comunicano quindi potenzialita' e fiducia.


comunicato stampa

“Brace”, il titolo che l’autore ha scelto per la mo stra, sintetizza in una parola il messaggio di un intero percorso pittorico dedicato alle città. Capi tali storiche infuocate di luce, come tizzoni ardenti che irradiano ogni cosa sconfiggendo il bui o e ricordando lo splendore che fu, bagliori generati dalle viscere della città, violenti fasci di luce provenienti dal fondo dei vicoli, da sopraelevate e strade, ma anche dall’interno delle case, dagli uffici e dai tanto amati teatri.

Concepiti come templi di luce, i teatri sono rappre sentati come casse di risonanza che vibrano e modificano l’ambiente fino quasi a dilatarsi prop agando luci e suoni oltre il palco, al di là della platea e attraverso i muri, fino al cuore del la città. Chiarori improvvisi e luminosità diffuse provengono anche dalle grandi piazze, per contrasta re l’oscurità di fondo e creare paesaggi urbani visionari, se non addirittura magici quando, avvolti nella notte, vengono irradiati dalla bianca luce della luna e delle stelle.
Le città sono una metafora per esprimere la potenza dell’essere umano, che ha saputo crearle, distruggerle e riedificarle, incarnando qu indi potenzialità e risorse, fiducia e speranza nel genere umano.

“Non dipingo città in fiamme per dare voce al lamen to di una terra affranta. Io metto il fuoco perché il fuoco è potenza e salvezza, è la forza ch e scorre dentro le mura e dentro le vene. Dipingo le città sempre come le donne che amo, per metterle in piedi davanti ad un cielo maestoso ed allo spettacolo di un mondo che sempre tramonta ma sempre albeggia.”

Con queste parole Ottieri parla della proprio pittu ra e di ogni forma espressiva che, vissuta come redenzione, può guidarci fino alla salvezza. La funzione dell’arte e dell’artista è vissuta dall’autore con profonda consapevolezza “Noi artisti cerchiamo di creare qualcosa che possa contrastare i venti di pessimismo che ci si rovesci ano addosso di questi tempi. Ci proviamo con la grazia, ci proviamo con l'eleganza e ci proviamo anche con la forza, l'intensità delle suggestioni che evochiamo, la densità del colore vi olento ed aggressivo. (..) Più che in altri momenti storici, oggi, quello che facciamo non inte nde soltanto abbellire, stupire o riposare gli occhi da giornate troppo confuse, bensì allenare al la speranza, convincere che insieme a quello che ci portiamo dietro dal passato, può apri rsi in ogni momento un nuovo passaggio dentro la notte.”

L’autore ama rappresentare la città servendosi del monocromo, sfumando un unico colore dalle tonalità più sature a quelle più trasparenti: una piazza di Parigi totalmente blu, palazzi ed alberi compresi, una visione aerea di Madrid, ove t utto è color ocra. Non è certo casuale la scelta del colore ma senz’altro di secondaria impor tanza, sebbene sia la prima cosa che ci colpisce, e anche con una certa violenza. Uno sguar do più attento svela luminosità, contrasti, volumi, prospettive e asimmetrie che anche in assen za del colore si imporrebbero con grande forza.

Aspetto non irrilevante è la predilezione di Ottier i per i grandi formati che sembrano avvolgere e fagocitare l’osservatore. E’ sulle ampie superfic i infatti che Ottieri ama lavorare, a volte anche su più tele contemporaneamente dando origine a dittici e trittici che arrivano sino a 5 metri di larghezza. Si ha a volte l’impressione di essere risucchiati verso il fulcro del dipinto: piazze, strade, edifici presentano spesso un’insoli ta prospettiva ed una sorta di circolarità che sembra attivare una forza centrifuga che fa converg ere ogni cosa, portando con sé anche lo sguardo dell’osservatore.

Tommaso Ottieri nasce nel 1971 a Napoli, dove vive e lavora. Studia architettura all'Università Federico II di Napoli ed alla Robert Gordon Univers ity di Aberdeen (UK). Nel 1996 apre il suo studio a Oia, Santorini (Grecia). Nel 1998 apre il suo studio a Napoli, dove tuttora vive e lavora.

Inaugurazione 25 Ottobre 2014, dalle ore 18

Galleria Forni
via Farini, 26/F - Bologna
Orario:
10,30 - 19 (dopo le ore 19 solo su app.)
sabato 10,30 - 13 e 16 - 20
domenica e festivi su appuntamento
chiuso lunedì
ingresso libero

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