Strategia della sottrazione. "Sottrarre al mondo il peso della sua esistenza. Un mondo di intervalli musicali. Un mondo di bellezza, di forme e di silenzio".
a cura di Fabrizio Bonci
Strategia della sottrazione
In Orma d'oro, un piccolo rombo di bitume e cemento con inserimenti di fogli d'ottone, osserviamo una rappresentazione del processo di una dialettica antica le cui regole sono state iscritte con profonde incisioni nelle nostre tabulae neuronali da millenni di tradizione: quella tra ὕλη ed εἶδος. Il confronto tra le istanze di un principio materiale e di un principio formale, che in quest'opera potrebbe avere tanto il carattere magmatico della lenta genesi di un corpo celeste quanto quello fangoso della nascita di un organismo primordiale, lo ritroviamo sia nel quieto dialogo tra l'elemento fluido e quello solido in Greto sia nel contrasto sismico e orogenetico tra bidimensionalità e tridimensionalità di Frattura.
In altre opere dell'artista torinese Leopoldo Ceccarelli vediamo cose diverse. In Pausa in nero + arancione la riflessione sui concetti di continuità e discontinuità diventa forse il tentativo di stabilire gli assiomi di un'aritmogeometria personale, incompleta e interessante, che allude a una sotterranea dimensione musicale del mondo.
In Spirale nera e Gorgo rosso il plesso sovraccarico di significati del simbolo della spirale è sciolto in favore di una sua riduzione alla semplice e nuda presenza della forma geometrica. Nella serie degli Equilibri precari e in Entropia, al contrario, la ricerca di un ordine possibile nell'instabilità del divenire si articola in linee differenti di sperimentazione la cui origine è un'idea di armonia che trova nella complessità, piuttosto che nella semplicità, la sua ragione di essere.
Un'intuizione di Wittgenstein nelle sue riflessioni sull'estetica è quella che quando osserviamo un'opera d'arte mettiamo in moto le stesse strutture emotive e intellettuali che entrano in gioco quando guardiamo un volto. Cercare di descrivere un'opera d'arte, si potrebbe forse dire, è come cercare di descrivere un essere umano. E poiché dietro un'opera d'arte c'è un essere umano, l'artista, cercare di descrivere un'opera d'arte è, in un certo modo, cercare di descrivere l'artista.
Il tempo non passa. Il tempo è già passato. Al di là dei possibili riferimenti che si possono rintracciare nel lavoro di Ceccarelli, più o meno corrispondenti alle intenzioni dell'artista, c'è un suo modo di guardare le cose. Nel corso degli anni questo sguardo è cambiato. Come è cambiato lo sguardo di chi scrive. Ma è anche rimasto lo stesso sguardo, quello di Ceccarelli, come è rimasto, forse, lo stesso sguardo quello di chi scrive. Insoddisfazione, insofferenza. Accettazione. La soluzione del distacco. Liberarsi dalla finzione. In qualche modo l'arte per Ceccarelli è un'illuminazione. Mettere in atto un'operazione di sottrazione. Sottrarre al mondo il peso della sua esistenza. Un mondo di intervalli musicali. Un mondo di bellezza, di forme e di silenzio. Un mondo del meno, sino al limite dello zero. Sottrarsi al mondo: il vuoto.
Il tempo passa. Il tempo non è ancora passato. Le cose ci sono ancora. Il mondo è vecchio e non muore. Ci sono parole e pensieri che invecchiano. C'è la bellezza, sempre uguale a se stessa, e c'è il peso infinito della nostra umanità. Poi, le stelle, come gli organismi e le persone, moriranno e il magma riassorbirà la terra.
Fabrizio Bonci
Inaugurazione 5 novembre ore 19
Galleria Oblom
via Baretti, 28 Torino
mar-ven 16-20, sabato su appuntamento
ingresso libero