Per l'esposizione l'artista realizza un progetto multimediale ispirato alla vita di Pier Paolo Pasolini e alla sua attivita' di regista. Elemento centrale dell'allestiemnto e' la realizzazione del video liberamente tratto dal film 'Comizi d'amore' (1964). In mostra anche due grandi installazioni, concepite dall'artista come una intensa e profonda esplorazione delle tecniche artistiche al centro del suo lavoro: ricamo e video. Tutte le sue opere sono concepite come uno studio e un omaggio al mondo del cinema e alle icone che lo hanno creato e celebrato
La Fondazione Prada inaugura venerdì 26 marzo la mostra dedicata al nuovo progetto di Francesco Vezzoli (Brescia, 1971) ideato per lo spazio di via Fogazzaro 36 a Milano.
L'esposizione è composta da due installazioni, ispirate al poeta e regista Pier Paolo Pasolini, che corrono parallele nello spazio della Fondazione.
La prima consiste nella ricostruzione di una sala cinematografica vecchio stile nella quale verrà proiettato ininterrottamente l'ultimo film di Vezzoli. L'opera si richiama a Comizi d'amore (1964), uno dei primi film di Pasolini, nel quale lo stesso regista intervista alcune delle figure più illustri della cultura e del cinema italiano così come persone comuni, chiedendo loro cosa pensino delle 'perversioni' sessuali quali la prostituzione, l'adulterio, l'omosessualità . L'intento di ricreare l'atmosfera da cinema-verità del capolavoro pasoliniano si concretizza nella realizzazione di un reality tv show, prodotto secondo i criteri standardizzati di una produzione televisiva, durante il quale alcune celebri dive del cinema affronteranno il tema del loro rapporto con la sessualità e sceglieranno persino un ipotetico partner in una sorta di versione ironica e perversa del 'Gioco delle Coppie'.
La seconda installazione consiste nel ricreare una 'sala cinematografica fantasma' con 120 sedie Argyle, disegnate nel 1904 da Charles Rennie Mackintosh, la cui seduta, ricamata dallo stesso Vezzoli, è rivestita di ritratti di attori e attrici dell'immaginario pasoliniano, punteggiati di lacrime rosso sangue. La sedia Argyle è una citazione dalla scena finale di Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), ultimo film di Pasolini, in cui compare come una sorta di 'podio' dal quale gli interpreti del film assistono compiaciuti alle torture più crudeli. Di fronte alle 120 sedie, un enorme arazzo ricamato riprodurrà lo schermo col quale Pasolini chiudeva tutti i suoi film.
Entrambi i lavori sono concepiti dall'artista come una ulteriore esplorazione delle principali tecniche artistiche che hanno caratterizzato le sue opere: il video e il ricamo. Un'inaspettata combinazione, il cui elemento unificante è costituito dalla passione di Vezzoli per il mondo del cinema, per le dive e i divi cinematografici divenuti leggenda. Associando in maniera originale il ricamo, una tecnica finora relegata al ruolo di arte minore e di dominio del mondo femminile, all'utilizzo di un mezzo espressivo tipicamente contemporaneo come il video, l'artista mette in scena una combinazione visuale esplosiva in cui icone del mondo dello spettacolo (ad esempio Helmut Berger, Anna Magnani, Silvana Mangano, Valentina Cortese, Franca Valeri) si intrecciano con quelle del jet-set (come Marisa Berenson e Bianca Jagger), del cinema di ricerca (Luchino Visconti, Roberto Rossellini e Jean Cocteau), della storia dell'arte (Andy Warhol, Blinky Palermo) e della storia del costume (Cecil Beaton, Roberto Capucci). Il suo linguaggio, fatto di momenti eterogenei in cui si avvicendano scenari glamour e talvolta di gusto kitsch con citazioni colte e raffinate, è frutto di una ricerca compulsiva che porta Vezzoli a divorare le immagini: 'Leggo, strappo, ritaglio dal 'Financial Times' a 'Hola', a riviste di design anche molto cheap e guardo in continuazione 'Fashion Tv' sul satellite (...) e quando vado al cinema nelle multisala spessissimo passo da un film all'altro, tutta la sera, per me è un territorio di studio.'*
Vezzoli studia a Londra presso il Central St. Martin's School of Art dal 1992 al 1995, anno in cui rientra in Italia e sviluppa i primi video come la trilogia An Embroidered Trilogy (1997, 1998, 1999) presentata presso gallerie e musei italiani ed europei. Nei lavori successivi sviluppa una struttura narrativa di progressivo avvicinamento ai sogni e alle icone che caratterizzano il suo immaginario e in parallelo ad ogni video realizza una serie di ricami. Presenta mostre personali nel 2000 alla Galleria Comunale d'Arte Moderna (Bologna) e nel 2002 al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea (Torino) e al New Museum of Contemporary Art (New York). Tra le mostre collettive più recenti si segnalano in Italia quelle presso il Macro (Roma) nel 2002 e presso il Mart (Rovereto) nel 2003. Partecipa a rassegne internazionali, tra le quali la 6° Biennale di Istanbul nel 1999 e la 49° Biennale di Arti Visive di Venezia nel 2001. L'artista vive e lavora a Milano.
Venerdi' 16 aprile dalle ore 18 alle 21 la Fondazione Prada offre un cocktail party, nell'ambito degli eventi ''Fuori Salone'', per la pubblicazione del catalogo realizzato in occasione della mostra di Francesco Vezzoli Trilogia della Morte.
Nel libro e' presente una lunga intervista realizzata da Germano Celant in cui l'artista ripercorre tutta la sua attivita' sino a oggi. Una ricca documentazione iconografica accompagna il testo con delle brevi descrizioni che illustrano le immagini e le collegano alle opere di Vezzoli. Il libro e' edito da Fondazione Prada
* da 'Vezzi d'arte', intervista a cura di M.Gastel, 'Donna', Milano, aprile 2003.
Orario: da martedì a domenica, ore 10- 20; chiuso lunedì
Ingresso: libero
Ufficio stampa: Fondazione Prada - tel 02 54670981, fax 02 54670258
Fondazione Prada
via Fogazzaro 36, Milano