Autoreverse. Kirchhoff adopera come il montaggio cinematografico dove materiali ed immagini, una volta assemblati, portano a una logica fino a quel momento insensata.
L'intento di Thorsten Kirchhoff nella mostra “Autoreverse” è di far emergere contemporaneamente il lato a e il lato b, come nel celebre esperimento mentale del premio Nobel Erwin Schrodinger, dove voleva dimostrare l'impossibilità logica che una cosa, in specie un atomo, può allo stesso tempo essere e non essere, o in specifico il famigerato gatto potrebbe, tale e quale l'atomo, essere contemporaneamente vivo o morto, mettendo in discussione i principi fondamentali normalmente considerati intoccabili sui quali si basa ragionevolmente il pensiero, e che stabiliscono che una cosa sia quello che è, che non sia il contrario di ciò che è, e che se una proposizione è vera bisogna che la proposizione inversa sia falsa.
Cosi Thorsten Kirchhoff – che adopera come sempre il montaggio cinematografico dove materiali ed immagini, una volta assemblati, portano ad una logica fino a quel momento insensata – ci porta ad una festa di spogliarelliste priva di qualsiasi impulso erotico. Ci presenta un gruppo rock con il loro front man vitale che si sta spegnendo. Un tavolino da trucco, il perno della mostra, dove il lato a è speculare al lato b e viceversa in un vortice senza fine.
Un uomo misterioso ed autoritario ci assicura che tutto va bene, mentre il presunto padrone di casa si è nascosto dietro la tenda, forse per non affrontare i colori sgargianti del Lego trasformati in delicati pastelli Deco'. Thorsten Kirchhoff arriva cosi a dimostrare per assurdo in un modo perfettamente coerente con le premesse, che l'uomo (misura di tutto) può al contempo essere sia una cosa sia l'opposto, e che le ubbie della scienza, al pari dei risultati cui perviene, sono ne più ne meno relative a quelle dell'arte.
Inaugurazione 19 novembre ore 18
Montoro 12 Contemporary Art
via di Montoro, 12 Roma
mar - sab 15 - 19 o su appuntamento
ingresso libero