Nei film, nelle performance, nelle installazioni e nei dipinti di Rosier tutte le storie nascono dalla danza e dalla musica. Il lavoro di Wilcox presenta un interesse per il racconto soggettivo e i modi in cui la storia e' sempre in divenire, tessuta di eventi, mito, memoria, associazioni.
----- english below
Raffaella Cortese è lieta di presentare la seconda mostra personale dell’artista francese Mathilde Rosier.
Nei film, nelle performance, nelle installazioni e nei dipinti di Mathilde Rosier, tutte le storie nascono dalla danza e dalla musica. Il suono, la mimica del corpo e i disegni simbolici fanno in modo che le narrazioni non abbiano bisogno delle parole: il lavoro sfugge alle descrizioni razionali e alla comprensione immediata, pur rimanendo ancorato al reale.
La mostra di Mathilde Rosier subisce l’influsso della sua esperienza tra danza e gestualità, in relazione alla rappresentazione narrativa dello spazio e del tempo. Dopo aver dedicato buona parte della sua pratica artistica indagando una possibile fusione del mondo animale con l’essere umano, la sua ricerca più recente è focalizzata sulla figura umana e in particolare sulla rappresentazione del movimento. Negli ultimi lavori è evidente la volontà di infondere forza vitale ai dipinti e ai collage, strettamente legati alle sue performance in cui il suono, il corpo e l'azione diventano elementi inscindibili.
Una serie di collage di grande formato, raffiguranti dei danzatori, saranno la cornice della performance che Rosier presenterà all’opening della mostra nello spazio di via Stradella 4. I corpi dei danzatori sono frammentati da ritagli, i cui contorni si riferiscono a movimenti precedenti o successivi. Le figure dei ballerini diventano quelle di acrobati: è da questo concetto che Rosier ha iniziato a lavorare sull'arte del cadere.
La nozione di caduta implica una perdita del comune senso di percezione, una confusione che porta a un momentaneo smarrimento d’identità personale e collettiva, anche in relazione alla condizione socioeconomica attuale in Francia e non solo. Ma la mancanza di equilibrio come momento di disturbo può anche essere l'occasione per una rinnovata comprensione e una sorta di guarigione: è solo una questione di attitudine alla caduta.
In galleria, al numero 7, saranno esposte opere su carta realizzate in dimensioni reali per consentire a chi guarda di immedesimarsi nella caduta degli acrobati, affinché il rapporto con l’opera diventi più fisico che intellettuale.
Mathilde Rosier (FR, 1973) vive e lavora a Berlino. Recenti mostre e performance sono state ospitate da: Galleria d'Arte Moderna di Milano (2014, a cura di Francesco Bonami), Dortmunder Kunstverein (2012), Kunstverein Hannover (2012), Kunstpalais Erlangen (2011), Camden Arts Centre di Londra (2011), Museo Abteiberg Mönchengladbach (2011), Serpentine Gallery (2010), e Museo Jeu de Paume di Parigi (2010, a cura di Elena Filipovic).
----- english
Raffaella Cortese is proud to present the second solo show by French artist Mathilde Rosier.
In Mathilde Rosier's films, performances, installations and paintings, all stories are formulated by dance and music. However, sound, bodily gestures and symbolic motifs narrate without words, so that the stories at first elude rational descriptions, evade direct perception but are real all the same.
Mathilde Rosier's current show is influenced by her years of experience with dance and physical gestures in relation to the narrative representation of space and time. Having dedicated much of her art practice to an investigation of a possible fusion of the animal realm and the human being, her most recent research is focused on the human figure, especially on the representation of movement. In her latest works she underlines her will to give life to the paintings and the collages usually strictly related to her performances where sound, body and action combine all together.
Dancers as large-format collages are the setting of the performance she is going to present for the opening of the gallery exhibition in the space in via Stradella 4. The bodies of the dancers are deconstructed by cut outs, the outlines of which refer to previous or subsequent movements. The figures of the dancers become acrobats and from this concept Rosier has started to work on the idea of tumbling, the art of falling. The notion of falling implies a momentary loss of usual perception, a confusion that leads to a loss of identity. But this fall and this loss being a disruptive moment can also be an opportunity for a renewed understanding, a healing. It is just a question of attitude toward the fall, which can lead to an existential interpretation related to the present socioeconomic condition in France and not just there.
On show at number 7, the live size paintings on paper of the human body falling or falling apart allow that the viewer can project his own perception of his body and that the experience of the painting becomes more physical than intellectual.
Mathilde Rosier (FR, 1973) lives and works in Berlin. Recent exhibitions and performances has been shown at Galleria d'Arte Moderna Milan (2014, curated by Francesco Bonami), Dortmunder Kunstverein (2012), Kunstverein Hannover (2012), Kunstpalais Erlangen (2011), Camden Arts Centre London (2011), Museum Abteiberg Mönchengladbach (2011), Serpentine Gallery (2010), and Musée Jeu de Paume Paris (2010, curated by Elena Filipovic).
-----
T.J. Wilcox
Raffaella Cortese è lieta di presentare la terza personale dell’americano T.J. Wilcox. Il lavoro di Wilcox presenta un particolare interesse per il racconto soggettivo e i modi in cui la storia è sempre in divenire, tessuta di eventi, mito, memoria, associazioni, e il bombardamento di informazioni che tutti noi riceviamo ogni giorno.
T.J. Wilcox è conosciuto principalmente per i suoi film in super 8 convertiti in video, per le video proiezioni in 16 mm, per i collage e le installazioni incentrate su alcuni personaggi famosi e le loro storie patinate, talvolta drammatiche e strazianti. La realtà incontra la finzione (a volte le fantasie o la storia dell'artista) nei ritratti magnificamente inquietanti di personaggi quali Maria Antonietta, Marlene Dietrich, lo Zar Nicola di Russia o la Marchesa Luisa Casati. Questa tipologia di ritratto ritorna nel suo lavoro anche nei soggetti meno famosi, come gli amici più stretti, il custode del palazzo in cui ha lo studio e il suo amato Bulldog francese. I film sono frammentari, con soggetti e temi spesso romantici e decadenti, e gli straordinari aneddoti raccontati spesso confondono biografia e autobiografia, abbracciando il carattere romantico e di evasione del cinema. Per la sua mostra in galleria, Wilcox presenterà per la prima volta il film 'The Tales of Hoffmann', con musica e voci del Metropolitan Opera di New York. Lo stesso Metropolitan Opera proietterà questo lavoro prima della prossima rappresentazione internazionale dei 'Tales of Hoffmann', che verrà trasmessa in simultanea in più teatri, in Italia e nel mondo, nel 2015. Inoltre, saranno presentati nuovi lavori creati appositamente per questa mostra e strettamente legati al nuovo film di Wilcox, in particolare una serie di light box e dei collage tecnica mista su carta.
L’ultimo film di T.J. Wilcox deriva, in parte, dal suo amore per l'opera di Jacques Offenbach I racconti di Hoffmann, del 1881, a sua volta ispirato ai racconti di E.T.A. Hoffmann; il lavoro dell’artista trae inoltre spunto dal dibattito su questi racconti (in particolare di Freud nel suo saggio del 1919 'Il Perturbante') e dal film del 1951 ('I racconti di Hoffmann') di Michael Powell e Emeric Pressburger. Questo nuovo progetto ha dato a Wilcox, da sempre un estimatore del loro lavoro cinematografico, l'occasione per tentare di inserire nella sua pratica artistica il loro concetto di "film composto", in base al quale tutti gli elementi che compongono il film sono analizzati nel dettaglio, ma è la combinazione di questi elementi a rendere il tutto un insieme armonioso. L’animazione ha spesso avuto un ruolo importante nei film di Wilcox, ma con questo nuovo progetto l'artista ha realizzato il suo primo lavoro interamente d’animazione, utilizzando una notevole varietà di tecniche e di personaggi antropomorfizzati. T.J. Wilcox (1965, Seattle Washington) vive e lavora a New York. Ha studiato alla School of Visual Arts di New York e all’Art Center College of Design di Pasaneda. Recentemente ha avuto un’importante personale al Whitney Museum of American Art (2013-2014). Ha esposto in numerosi musei tra cui lo Stedelijk Museum di Amsterdam (2007), il Museum Ludwig di Colonia (2006), e ancora il Whitney Museum of American Art (2000, 2004).
----- english
Raffaella Cortese is proud to present the third solo show by American artist T.J. Wilcox. Wilcox’s work is characterized by a fascination with personal narrative and the ways in which history is always under construction, woven from fact, myth, memory, associations, and the bombardment of information we all receive on a moment-to-moment basis. T.J. Wilcox is mainly known for his super 8 films transferred to video, 16 mm film projections, collages and installations of famous people and their glamorous - sometimes harrowing and dramatic - stories. Fact meets fiction (at times the artist's own fantasy or history) in beautifully haunting portraits of the famous Marie Antoinette, Marlene Dietrich, Czar Nicholas of Russia, or the Marchesa Luisa Casati. These portraits continue in his work with the not so famous, such as his close friends, the superintendent of his studio building and his beloved French Bulldog. The collaged films are often romantic and decadent in their subjects and subject matter, and his stunningly beautiful vignettes often blur biography and autobiography and embrace the romantic history and escapism of cinema. For the first time, for his exhibition at Raffaella Cortese Wilcox will show his film 'The Tales of Hoffmann', which features the music and voices of New York's Metropolitan Opera.
The Metropolitan Opera will include this work as part of their international theatrical simulcasts of the company's upcoming performances of 'The Tales of Hoffmann' in early 2015. Additionally, the installation will feature new works created especially for the Milan exhibition, which relate to and derive from Wilcox's new film work, notably a series of light boxes and mixed media collage works on paper. T.J. Wilcox's most recent film was inspired, in part, by his love of the Jacques Offenbach opera 'The Tales of Hoffmann' (1881), the stories of E.T.A. Hoffmann (which inspired the opera), the famous discourse around these stories (notably by Freud in his essay of 1919 'The Uncanny') and the 1951 film ('The Tales of Hoffmann') by Michael Powell and Emeric Pressburger. Long an admirer of their films, this new project gave Wilcox an opportunity to attempt to put into his own practice Powell and Pressburger's concept of "composed film" whereby not only are all of the elements that comprise the film given detailed attention, but so, too, is the combination of those elements into a harmonious whole.
Animation has often played a part in Wilcox's films but with this new project the artist has made his first entirely animated work using a variety of animation techniques and featuring a cast of anthropomorphized characters. T.J. Wilcox (1965, Seattle Washington) lives and works in New York. He studied at the School of Visual Arts of New York and at the Art Center College of Design of Pasaneda. He recently had an important solo show at the Whitney Museum of American Art (2013-2014). He has exhibited in numerous museums such as the Stedelijk Museum, Amsterdam (2007), the Ludwig Museum, Cologne (2006), and again the Whitney Museum of American Art (2000, 2004). For all press inquiries, please contact Erica Colombo at +39 02 2043555 info@galleriaraffaellacortese.com
Inaugurazione 20 novembre ore 19
Galleria Raffaella Cortese
via A. Stradella, 7 Milano
mar-sab 10-13 e 15-19.30
ingresso libero