Raccolte Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini
L'artista carpigiano e' il protagonista del quinto appuntamento di Immagini a contatto. Il suo intervento, intitolato Senza titolo (non vedo nè cielo nè terra) 1976-2004, e' composto di alcune fotografie scattate dall'artista nel 1976 quando aveva solo cinque anni.
A cura di Luca Panaro
Inaugurazione: sabato 6 marzo 2004, ore 17.30
Orari: lunedì 15/17martedì-venerdì 9,30/12 - 15/17
sabato e domenica 10/13 - 15/19
Ingresso: libero
Quinto appuntamento di Immagini a contatto, un ciclo di mostre promosso in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che coinvolge giovani artisti modenesi invitati a stabilire un “contatto†fra la fotografia storica e quella contemporanea. L’iniziativa - inaugurata lo scorso ottobre con l’intervento di Antonio Marconi e seguita nei mesi successivi dai lavori di Elisa Turchi, Luca Lumaca e Anna Lisa Bondioli - si propone di creare un legame tra le immagini custodite presso le Raccolte Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini e la creatività di giovani artisti appositamente reclutati in ambito locale.
L’occasione della mostra nasce da una duplice volontà : avvicinare i giovani all’archivio fotografico, inteso come luogo di memoria nel quale scoprire le proprie origini; e dimostrare come l’arte contemporanea, confrontandosi con una realtà storica e conservativa come quella di un archivio d’immagini, possa aiutare a comprendere l’importanza di un patrimonio culturale tanto sottovalutato quanto inestimabile.
Protagonista del quinto appuntamento di Immagini a contatto è l’artista carpigiano Rocco Bizzarri. Il suo intervento sulle Raccolte Fotografiche Modenesi, intitolato Senza titolo (non vedo nè cielo nè terra) 1976-2004, è composto di alcune fotografie scattate dall’artista nel 1976 quando aveva solo cinque anni. Foto che riemergono con prepotenza da quel mondo dell’infanzia nel quale oggi si possono riscoprire le prime tracce dell’attuale passione. Queste immagini sembrano però subire un processo d’ingrandimento che coinvolge non solo le dimensioni fisiche delle stampe, ma anche il significato delle stesse. Infatti, le fotografie di Bizzarri, nell’uscire dai cassetti dei ricordi, perdono la loro dimensione individuale per assumere un’importanza collettiva. Quelle immagini, scattate da un bambino durante uno spettacolo circense, si leggono oggi come l’inizio di un percorso non ancora concluso. Un viaggio “non della memoria, ma nella memoria†come dice lo stesso artista. Una ricerca iniziata inconsapevolmente nel 1976 (e non ancora terminata) che lentamente si lascia alle spalle ogni riferimento storico personale, per assumere un monito collettivo: “ricordati di ricordareâ€. Questo slogan, preso a prestito da una nota campagna pubblicitaria della Kodak, allo stesso modo delle fotografie di Rocco Bizzarri, sottolinea la predisposizione intrinseca della fotografia al ricordo. L’archivio privato dell’artista diventa simbolicamente la porta d’accesso del luogo che custodisce la memoria fotografica della città .
La mostra di Rocco Bizzarri - come le precedenti di Antonio Marconi, Elisa Turchi, Luca Lumaca e Anna Lisa Bondioli - interviene discretamente sulle sale espositive delle Raccolte Fotografiche Modenesi, che continuano comunque ad ospitare esposizioni di fotografia storica locale. Pertanto, l’intervento di Rocco Bizzarri, vive in contemporanea con la mostra Ritratto di una capitale. Il Ducato Estense nella fotografia 1839 – 1863. La sfida non certo facile, è quella di far dialogare due tipologie di pubblico differenti: l’abituale frequentatore di fotografie storiche con l’appassionato d’arte contemporanea.
I cinque giovani artisti della provincia di Modena - invitati a interagire a 360 gradi con la sede delle Raccolte Fotografiche Modenesi, intervenendo con fotografie e installazioni sia sugli spazi interni che su quelli esterni - sono stati selezionati attingendo agli archivi di Giovani d’arte, l’archivio di documentazione giovani artisti modenesi del Comune di Modena.
Protagonista dell’ultimo appuntamento di Immagini a contatto e padrino dell’iniziativa, sarà l’artista modenese Franco Vaccari che, nel 1970, fu tra i primi ad “esplorare†fotografie storiche, compiendo una specie di reportage all’interno delle immagini dell’archivio fotografico Orlandini, oggi custodite presso le Raccolte Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini. Per l’occasione Vaccari presenterà il suo recente video “L’album di Deboraâ€.
Durante l’inaugurazione di questa mostra conclusiva, verrà presentato il catalogo (Rfm Edizioni) con testi critici di Luca Panaro e Franco Vaccari, coordinamento editoriale di Paolo Battaglia, oltre alle riproduzioni a colori di tutte le opere esposte.
Raccolte Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini
Via Giardini 160, Modena