Galleria d'arte Web Art
Treviso
viale XXIV Maggio, 11 (Barchessa Villa Quaglia)
0422 430584
WEB
Stefano Benazzo
dal 21/11/2014 al 3/12/2014
lun-sab 16.30-19.30, dom chiuso
348 7099347

Segnalato da

Alain Chivilo'




 
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21/11/2014

Stefano Benazzo

Galleria d'arte Web Art, Treviso

In Itinere. Una selezione di opere divise tra fotografia e scultura in cui l'artista vuole esprimere simultaneamente un'idea e un concetto.


comunicato stampa

a cura di Alain Chivilo'

La mostra personale “Stefano Benazzo. In Itinere”, curata dal critico d’arte Alain Chivilò, presenta una selezione di opere divise tra fotografia e scultura. L’artista e il curatore hanno scelto la Galleria Web Art di Franco Fonzo per la prima esposizione, in una galleria privata, nel capoluogo della Marca.

Stefano Benazzo è un’artista perennemente in viaggio. Come diplomatico è stato sempre in itinere, ma oggi che può dedicare, non più la parzialità, bensì la totalità della sua vita alla Musa artistica, continua a esserlo. Un cammino sempre conscio della realtà esistente che lo porta a filtrare con analiticità quanto gli è attorno. Attento ai dettagli, sviluppa una passione per il modellismo ad alta realizzazione tecnica, che lo rende sempre proattivo a trovare la migliore chiave di lettura compositiva. Dunque, saper cogliere un istante visivo è la naturale risultante di un processo innato sentito e cresciuto anno dopo anno.
La possibilità di entrare in contatto con realtà umane e paesaggistiche diverse, ha permesso a Benazzo di esplorare l’arte che ferma l’istante, ossia la fotografia. Tale approccio non è che una risultante di quanto appena indicato, perché il modello che va a delineare è da considerarsi alla pari del strumento quale la macchina fotografica. Di conseguenza l’artista va a esprimere simultaneamente un’idea e un concetto.

Nel personale iter, il Maestro coglie la vera linfa generatrice dell’universo attraverso l’ispirazione, che si genera dalla natura e da tutte le sue forme. Continenti quali Asia, America, Europa hanno codificato in un click frammenti di realtà, di luoghi e sogni che realmente ha vissuto. Benazzo percepisce e identifica costanti situazioni che traduce senza mancamenti nella pellicola, tramite una continua lettura personale. Di conseguenza si allontana dalla simpatica affermazione di Umberto Eco che lo vedeva troppo impegnato nella fotografia e di conseguenza il ricordo si era quasi annullato.

L’artista invece non si distrae, in quanto è necessario osservare, ponderare ma essere sempre pronti a cogliere la situazione migliore. L’internazionalità lavorativa acquisita si è riversata positivamente lungo tutta la sua vita, permettendogli di bloccare paesaggi e istanti universali. Come Franco Fontana, Benazzo crea un processo costituito da “un’operazione di cancellazione in favore di un’elezione. Quello che rimane è un paesaggio tra virgolette che non ha località”. In una recente mostra, proprio lo stesso Fontana, nel conoscere l’arte di Stefano, gli ha dedicato una frase positiva dove, nella sua essenza, lo esortava a continuare e perseguire quest’attitudine artistica nei clicks.

Supportato da alcuni modelli Nikon e da una trentottenne camera Hasselblad, ottocentesca azienda svedese il cui ramo della fotografia è stato sviluppato da Victor Hasselblad durante la seconda guerra mondiale, ha colto nei svariati scatti l’essenza dell’impressione su pellicola. Benazzo dunque lavora costantemente traducendo, con sentimento, quello che evidenziò Tiziano Terzani “fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea”.

Agli scatti, possiede nel proprio animo un gusto scultorio perché il bravo fotografo, riuscendo a cogliere l’attimo, nell’attesa, inquadra e fornisce alla prospettiva l’equilibrio scenico migliore: una similitudine cara alla tecnica della scultura in quanto, nel materiale scelto, è necessario anticipare il risultato finale. Quindi istintivamente alla pellicola, in anni più recenti l’artista Stefano Benazzo ha sentito interiormente la forza di dedicare le sue capacità all’arte scultorea. Senza dubbio non è cosa abituale sentire di unione tra le due arti in un singolo pensiero artistico, ma in realtà questo sottile filo che le lega indissolubilmente esiste, pur avendo coordinate storiche e dinamiche differenti. Ecco che all’uomo spetta a coglierle e Benazzo l’ha fatto con grande onestà professionale artistica.

Nelle sue sculture si crea un’interazione tra le stesse e i diversi fruitori finali che, attraverso un’essenza impalpabile, colgono la creatività del Maestro attraverso forme dai materiali sopraffini: ciliegio, betulla, legno nero, sassafras, pietra leccese, teak, alabastro, bronzo e resina. In sintesi proprio la definizione di Arnaldo Pomodoro avvalora la produzione fin qui scolpita: “la scultura, quando trasforma il luogo in cui è posta, ha veramente una valenza testimoniale del proprio tempo, riesce a improntare di sé un contesto, per arricchirlo di ulteriori stratificazioni di memoria”.

Una figurazione statica che, dagli studi iniziali sul corpo umano, passa alla reinterpretazione dinamica di elementi riscontrabili in natura. Rotazioni, torsioni e onde fanno volare le opere che acquisiscono dimensionalità in movimento. Un astrattismo di forme che nella sua semplicità diventa complessità, perché come affermava Constantin Brancusi “ti devi nutrire della sua essenza per comprenderne il valore”.

Dunque, Stefano Benazzo con merito e maestria pone le basi del suo agire artistico, da quasi mezzo secolo, in due discipline elevate quali la fotografia e la scultura, cogliendo e facendo percepire le ragioni dell’anima espressiva attraverso continue e costanti vibrazioni. In sintesi Stefano Benazzo, nella sua prima in una galleria d’arte privata a Treviso, indica in un personale incessante viaggio come sia possibile scoprire, emozionare, catturare ed eseguire attraverso la sua idealità.

Inaugurazione 22 novembre ore 17.30

Galleria d'arte Web Art
Viale XXIV Maggio, 11 (Barchessa Villa Quaglia) Treviso
lun-sab 16.30-19.30, dom chiuso
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