Trame, tracce, frammenti della materia. Raucci traccia un percorso narrativo attraverso la materia, i segni, le cose, gli oggetti appartenuti a vissuti remoti e all'illusione dell'uomo.
a cura di Maurizio Esposito
Il lavoro di Antonio Raucci è il segno di una ricerca che unisce materiali (metallo, carta, legno, vecchie foto, arnesi da lavoro di civiltà rurali ) e rispondenze concettuali, composizioni geometriche e tracce di realtà sostenuto da un dialogo continuo con una materia che diviene mezzo e racconto e documento per trasformare una serie di oggetti abbandonati all'oblio , in lavori dalle "geometrie inedite" scanditi nello spazio. caratterizzati da un universo di emozioni, di sensazioni, di un sapiente intreccio di materia inerte e memoria vivissima, di possibilissime contrapposizioni.
Raucci affida, quindi, agli oggetti , attrezzi in legno, in ferro , recuperati, l’essenza di una elaborazione, risolta con una capacità manuale tale da tradurre l’idea in opere d'arte. In Raucci vi è un alternarsi di impressioni, di forme, di reperti , reliquie , migrazioni e ironiche entità figurali . Un mondo ricostruito attraverso il gioco, la fantasia, il sogno. l’infinita trama di un percorso reinventato che emerge dallo spazio della memoria. L’arte è stata, nei secoli passati, spesso utilizzata esplicitamente come forma narrativa ed evocativa. Quando ciò non avviene in modo manifesto, essa ha comunque la funzione di permettere il riconoscimento delle situazioni e dei sentimenti umani, la proiezione dei vissuti e dei contesti, anche attraverso l’uso di simbologie e metafore.
Raucci con le sue opere traccia un percorso narrativo attraverso la materia , rilegge i segni , le cose, gli oggetti appartenuti a vissuti remoti e alle illusione dell'uomo. Raucci fa sua la materia dando forma e vita alla memoria. Egli esplora il campo infinito e meraviglioso del tempo attraversa la memoria delle forme e mette l'uomo e le vicende al centro della nostra attenzione . Raucci recupera "oggetti inanimati" e gioca con quelli che lo ispirano , li intreccia abilmente affidandogli una nuova funzione , li installa al centro dell'attenzione, li eleva al fuoco dell'arte . Gli oggetti abbandonati , destinati all’oblio che si riserva alle cose vecchie, Raucci li ricicla portando in scena la memoria collettiva.
Raucci abbandona l’idea dell’arte come riproduzione delle apparenze del mondo visibile, a vantaggio di una proposta dell’opera come espressione di una specifica qualità d’emozione, con un richiamo(memoria storica) a non dimenticare le basi sociali dell’arte anche quando, come nell’astrazione, sarebbe facile perderle di vista.
Arturo Nilo
Inaugurazione mercoledì 26 novembre ore 20
NEMEA Art Cafè
Via Donadio Cardito
ingresso libero