Donato Bramante
Sandrina Bandera
Matteo Ceriana
Emanuela Daffra
Mauro Natale
Cristina Quattrini
Maria Cristina Passoni
Francesca Rossi
Le arti in Lombardia 1477-1499. La mostra intende evocare in primo luogo le tappe essenziali per la formazione dell'artista, e indagare il seguito che la sua attivita' ebbe in modo particolare a Milano e in Lombardia. Le varie sezioni dell'esposizione interagiscono con le opere della collezione permanente.
a cura di andrina Bandera, Matteo Ceriana, Emanuela Daffra, Mauro Natale e Cristina Quattrini
A cinquecento anni dalla morte di Donato Bramante (1443/44 - 1514), la
Pinacoteca di Brera celebra l’artista con una mostra, curata da Sandrina
Bandera, Matteo Ceriana, Emanuela Daffra, Mauro Natale e Cristina Quattrini,
con Maria Cristina Passoni e Francesca Rossi, che nel tratteggiarne la poliedrica
personalità (“cosmografo, poeta volgare, et pittore valente... et gran prospettivo “ lo dice
fra’ Sabba da Castiglione) ricostruisce il suo lungo soggiorno in Lombardia e a
Milano (almeno dal 1477 fino al 1499), e l’impatto che la sua opera ha avuto sugli
artisti lombardi.
La mostra ha ricevuto l’importante sostegno di Giorgio Armani, che ha risposto
con entusiasmo al Bando per la ricerca di finanziamenti lanciato dalla Pinacoteca di Brera
nel maggio scorso.
Spirito inquieto e ingegnoso, Donato Bramante si è sicuramente educato alla corte dei
Montefeltro a Urbino, dove è stato in contatto con gli architetti, gli scultori e i pittori attivi
per il duca Federico.
Piero della Francesca deve avere giocato un ruolo fondamentale nella sua
formazione ma, rispetto all’impegno speculativo del pittore di San Sepolcro, in Donato
ha prevalso un’attitudine pragmatica, una predisposizione ad essere “risoluto, presto e
bonissimo inventore” (Vasari), da cui sono scaturite realizzazioni celeberrime, che
hanno profondamente rinnovato il linguaggio architettonico in Italia tra
Quattro e Cinquecento.
Malgrado la fama, i suoi primi anni di attività sono ancora avvolti nel mistero. Anche la
prima testimonianza attendibile della sua presenza come pittore nella decorazione affrescata
del Palazzo del Podestà a Bergamo (1477) non aiuta a ricostruirne la cultura, per la
qualità disomogenea e la natura irrimediabilmente frammentaria degli elementi superstiti, e
quando nel 1481 è attestato per la prima volta a Milano, perché fornisce il disegno
con architetture e figure che sarà inciso da Bernardo Prevedari (1481), Bramante è già un
artista compiuto, capace di scardinare i parametri figurativi della tradizione
locale.
Con straordinaria forza inventiva piega le regole della prospettiva e gli ordini
dell’architettura classica in un linguaggio rigoroso, eloquente e coinvolgente,
profondamente diverso dal classicismo erudito espresso da Andrea Mantegna nella vicina
città di Mantova.Il rinnovamento innescato da Bramante nel territorio lombardo, in un momento
di straordinaria vitalità culturale della corte sforzesca (con la presenza tra gli altri di
Leonardo da Vinci e del poeta fiorentino Bernardo Bellincioni) tocca non solo
l’architettura, ma anche (e forse in modo più esteso) l’insieme delle arti figurative,
ed è su queste che si incentra il percorso dell’esposizione.
Non si sottrarranno al suo fascino i protagonisti indiscussi della pittura
rinascimentale in Lombardia: Vincenzo Foppa, Ambrogio Bergognone,
Bartolomeo Suardi (che dal 1489 è noto con il soprannome di Bramantino) e poi
Bernardo Zenale reagiscono, ognuno secondo il proprio registro espressivo, al
modo “eroico” di occupare e di rappresentare lo spazio, in cui il riferimento
all’antico è la chiave essenziale per rendere attuale la rappresentazione della realtà. Ma
anche scultori, plasticatori, orafi e miniatori coglieranno tematiche, motivi, e suggestioni.
A sua volta Bramante è segnato dai materiali, dalle tecniche, dalle esigenze di
prestigio di una corte per molti aspetti ancora legata al mondo tardogotico;
saprà praticare un’architettura di mattoni e di materiali umili, destinata a occupare
spazi ristretti e a soddisfare nello stesso tempo le ambizioni dei committenti. La tribuna di
Santa Maria delle Grazie, innestata su di una struttura preesistente, è
l’esempio migliore della stupefacente capacità dell’artista di conciliare il
linguaggio “moderno” (e perciò all’antica) con quello delle epoche precedenti: una
crescita espressiva che probabilmente poteva maturare solo in Lombardia, dove i modelli
“classici” che Bramante ha guardato appartengono soprattutto ai secoli alti del medioevo.
Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499 intende evocare in primo
luogo le tappe essenziali per la formazione dell’artista, e indagare il seguito che
la sua attività ebbe in modo particolare a Milano e in Lombardia tra gli
esponenti delle diverse arti figurative. E’ allestita nelle sale della Pinacoteca di Brera,
dove le varie sezioni dell’esposizione interagiranno, in un dialogo serrato, con le opere della
collezione permanente, secondo il progetto di Corrado Anselmi.
Itinerario tematico: “Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499”
- sabato 6 dicembre, ore 11.00
- sabato 27 dicembre, ore 15.00
Mezz’ora con...
- venerdì 12 dicembre, ore 11.00: Vincenzo Foppa, Madonna del tappeto (Sala XVIII)
- venerdì 19 dicembre, ore 11.00: Bramantino, Crocifisso (Sala XV)
Catalogo
Skira
Ufficio mostre ed eventi
tel. 02 72263.259, sbsae-mi.brera@beniculturali.it
Ufficio Comunicazione
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Inaugurazione 4 dicembre alle 17.30
Pinacoteca di Brera
via Brera, 28-Milano Lombardia Italia
Orario: 8.30-19.15 da martedì a domenica
(la biglietteria chiude alle 18.40)
chiuso lunedì
ingresso: intero 10 euro, ridotto 7 euro