MF Care Factory
Monza
via dei Mille, 9
039 384806
WEB
Enrica Passoni
dal 3/12/2014 al 16/1/2015
mar - sab 9-18, chiuso dal 31 dicembre al 8 gennaio
WEB
Segnalato da

Streetartpiu




 
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3/12/2014

Enrica Passoni

MF Care Factory, Monza

Noi, gli altri. Le carte di Passoni ospitano uno spazio in cui il concettuale incontra il poetico, una zona di massima sensibilita' per un'arte precisa e sorvegliata.


comunicato stampa

Presentazione di Vittorio Raschetti, Felice Terrabuio

Solo gesti calmi, pacati e precisi, colmi di attenzione verso forme evocative, concentrati su ogni istante sospeso, mentre la mente abbraccia con unico sguardo il tempo vibrante nei fili mossi da un vento nascosto. Le carte di Enrica Passoni ospitano uno spazio dove il concettuale incontra il poetico, una zona di massima sensibilità per un’arte precisa, sorvegliata, che sfugge alle pressioni del non necessario. La medesima attenzione è rivolta verso l’anima delicata trattenuta in forme antropomorfe che rifiutano di essere nominate. Sono curve modulate su sviluppi ondulati e varianti filiformi indecise tra astrazione e stilizzazione. Nelle visioni di Passoni, si mostra una naturale eleganza di linee floreali mosse da energia fotosensibile: narcoanalisi e fotosintesi di forme arricchite dall’intuito vitale orientato verso una luce sempre presente ma mai abbagliante.

Il rispecchiarsi nei contorni solo accennati, il rispettarsi di forme tra loro non congruenti. Corpi senza occhi che vedono senza bisogno di guardare: anime senza riguardo per amarezze e delusioni. Pensieri in forma di segni che si protendono senza proteggersi dalle infiltrazioni della vita. Il pudore di lutti solo intuiti e mai dichiarati. Incontri che rivivono in forme solo suggerite, volti volutamente non riconoscibili, ma indimenticabili. Identità criptate, emozioni rivissute grazie ad un codice di accesso sempre personale e segreto.

Noi, gli altri che rinunciano a divenire se stessi nello specchio della differenza. Come vibrazioni di acque arrese sulla sabbia. Ospiti inattesi di luoghi dove ovunque è altrove. Tessuti di sovrapposizioni di segni ondulati, tracce di corpi oltrepassati, mai rinnegati, rianimati. Richiamati da tutti i possibili lati, da tutti i lati del possibile. Ombre di corpi allineati in un dispiegamento di linee in disposizione frontale. Foreste di essenze e presenze in ordine non casuale, senza reticenze né indulgenze.

Una cartografia delle regioni del corpo, delle ragioni dell’umano, della provincia dell’uomo. Una lettura in filigrana, per tracce sottocutanee e pulsioni che scivolano dalla vita rimanendo intrappolati nelle tessiture di sottilissimi strati di carta. Impronte prelevate dal mondo e trasformate in ritmi decorativi che sconfinano nelle pieghe delle sottilissime fibre di carta. Ritagli di vita, che si combinano in strisce fluttuanti in un cielo di carta. Ripetizione differente di moduli, in cicli infiniti di combinazioni di strutture e sequenze tra accordi di lirica leggerezza e intervalli di pause colorate, analogie, biforcazione di forme, ed incontri di profili mai perfettamente coincidenti.

Quello di Enrica Passoni è un mondo osservato con limpida innocente chiarezza, una visione assopita ma ad occhi aperti, dove ogni singolo gesto ispira contrasti silenziosi, legami solo accennati, dissonanze non palesate. Disegni sull’acqua e brevi condensazioni di suggestioni pronte ad evaporare prima di cristallizzarsi nella memoria. Soli e sinuosi, simili a torsi metafisici, modelli di gesso per infinite esercitazioni, disegni ritagliati su contorni che non cingono mai completamente, che rimangono aperti sull’incertezza, interrogandosi sulla reale consistenza della figura, sulla vera esistenza della persona.

Collage, papier collé, in un mondo clandestino di sans papiers, di intrusi dell’anima, di non invitati, di false carte di identità o di identità di cartone. Labirinti di Passoni, dove vagano soggetti disorientati, stilizzati ma non stigmatizzati, apolidi intrappolati senza certificati di appartenenza. Altri, di nessun luogo certo, di tutti i luoghi incerti.

Giochi di proiezioni di ombre di figure, che riempiono di densità nascosta la parte irriducibile del sé, in un ritmo di simmetrie, rimandi e ribaltamenti tra polarità opposte di pieno e vuoto, sempre alla ricerca di quell’Altro indispensabile e costitutivo dell’Io.

L’essenza è l’assenza sembra suggerirci l’artista, nell’indicare un possibile affiorare di senso sulla superficie dei molteplici strati intessuti per nascondere le chiavi di accesso al significato. Presenza mentale, forse orientale, rifugio della mente, rilassamento profondo capace di generare forme allusive sulle pareti dell’immaginazione.

Passoni sa che il mondo si fonda su una microfisica di rapporti tra entità sottilissime, di scambi continui tra silenzi taglienti, di tentativi di decifrazione dell’Altro, sempre irriducibile e impenetrabile ai confini della differenza. Sono slittamenti tra anime dissonanti, tentativi di secessione da se stessi che, travalicando le proprie certezze, cercano di risalire all’origine per sciogliere l’enigma dell’Altro. Vulnerabili, circoscritti da contorni che non tornano, esposti a misure inesatte.

Antropometrie composte proiettando impronte di corpi, prelievi viventi come contorni circoscritti da un’aura di presenza resa fossile sulla tela. Tracce di vita trasferite direttamente sulla superficie del quadro per divenire ombre fedeli ed indelebili.

Contenitori di simulacri, piccole cellette che conservano icone private innominate, divinità personali, familiari, angeli di passaggio, memorie che si compongono come alveari, moduli composti in uno sviluppo architettonico spontaneo che raccoglie, preserva, custodisce piccole sopravvivenze di sacro.

La pratica artistica di Passoni sa allestire un teatro di segni piani, un fondale di uno spettacolo di ombre cinesi fatte di illusioni bidimensionali. Non è la forma prospettica rinascimentale dove la terza dimensione è costruita a mezzo di una illusione sapientemente costruita, ma al contrario, è un mondo dotato di profondità a cui viene sottratta la terza dimensione comprimendola nell’artificio di una superficie piana a due sole dimensioni. Nelle opere

Vernissage giovedì 4 dicembre ore 18.00

MF Care Factory
via dei Mille 9 Monza (MB)
orari: da martedì a sabato ore 09.00-18.00
visibile dalla strada anche nelle ore serali fino alle 23.00
chiuso dal 31 dicembre al 8 gennaio

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Paolo Monga
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