0,008 mc uomini in scatola. Un percorso dove l'attenzione si concentra sull'uomo nella sua accezione piu' pura. Guzzi lavora la carta, il ferro, il legno, l'argilla.
Non possiamo più concederci grandi spazi, ottimizzare è diventato il concetto che troppo spesso guida le nostre azioni. Dobbiamo essere efficienti. Un’opera per il mimumo non poteva che accogliere l’invito a circoscrivere, limitare il fare, minimizzare. Uomini in scatola cerca di ri-trovare uno sguardo intimo sull’arte, come intimo è l’atteggiamento che serve per intervenire dentro a questi volumi così ridotti che ci costringono ad isolarci dal mondo durante il fare e durante il guardare. Scatole che hanno contenuto i frutti della terra e il lavoro degli uomini...uomini che poi non hanno avuto il coraggio di distruggerle, ci hanno conservato dentro attrezzi, oggetti e ricordi per poi decidere di donarle. Ora una scultura piccola abita questi luoghi in attesa del giorno in cui qualcuno troverà il coraggio di liberarle per ridare spazio al vuoto.
Carlo Guzzi (Cernusco Sul Naviglio 1970) lavora la carta, il ferro, il legno, l’argilla e la sua anima. Un percorso dove l’attenzione si concentra sull’uomo nella sua accezione più pura: uomo che si fa albero antico, impronta nell’aria, assenza o presenza silenziosa. Ma comunque uomo. Non c’è il desiderio di dominare la materia o di farla propria ma semmai il tentativo di comprenderla attraverso carezze leggere.
[...] Violare il silenzio e l’omertà del vuoto, entrare per uscire, per rientrare ancora, ma diversamente: perché non si passa mai attraverso lo stesso vuoto. Eterno ritorno: porta della percezione aperta sul possibile altrove. [...] Vestire di vuoto il volto disseminato nel molteplice parco umano, plasmare una forma svuotata dal bisogno di apparire per lasciare affiorare punti interrogativi stilizzati che si uniscono in una silhouette umana. Instillare dubbi installando fragili ferri barcollanti nel paesaggio. Segni interrogativi senza il punto, combinati in una domanda sospesa sul senso dell’assenza. Geometrie della fragilità, curve solo accennate che recano il segno perduto dell’umanità.
Vittorio Raschetti, 2013_ presentazione mostra al MF Care Factory
Diplomato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Specializzato in Arteterapia, ArTeA Pavia.
Vive e lavora a Paina di Giussano (MB).
e-mail carloguzzi@teletu.it
Inaugurazione 11 dicembre
Casa della luna rossa
via Lambro, 1 Monza
ingresso libero