Apocalypto Vogue. Fotografie analogiche dipinte. L'artista parte da immagini bidimensionali per costruire luoghi mai percorsi e abiti mai indossati. In mostra anche gioielli con particolari fotografici.
La ricerca artistica di Barbara La Ragione parte dalla fotografia analogica in bianco e nero e poi dipinta a mano, in questo modo ogni stampa rispetta la riproducibilità e sostiene l’idea di unicum. Apocalypto Vogue, che dal greco APOKALUPSIS, significa “rivelazione, scoprire”, “apocalisse” in Inglese “apocalypto”, mentre Vogue riprende il nome della rivista di alta moda, appunto VOGUE.
Il processo di costruzione di Apocalypto Vogue, parte da immagini bidimensionali che riunite in un nuovo spazio, costruisce luoghi mai percorsi dall’artista, abiti mai indossati, l’unica conoscenza reale è il volto della stessa artista che indossa la maschera del suo personaggio, Medea Vogue, sempre lei, l’unica donna vogue. Medea Vogue è l’unica identità che vive uno spazio reale e perfetto dove il bianco e il nero vive di nuovi pigmenti nati dall’immaginario dell’artista, in bw e il colore sono i due estremi nei quali il concetto della trasformazione si fonde, tralasciando l’attimo vissuto a quello successivo. Tutto si rigenera come quando s’indossa un nuovo abito, e in questo caso è un abito da mettere in primo piano.
Come in un alveare Apocalypto Vogue, racchiude l’immagine di una collettività produttiva, serva della bellezza che si mostra a guance rosa e splendidi abiti, rubati ha grandi stilisti dell’alta moda del ventunesimo secolo. E’ la donna, il simbolo centrale di fascino ed eleganza che indossa splendidi abiti come una Regina seduta sul suo trono, custode e gelosa di se stessa, circondata da animati soggetti amorfi, i suoi sudditi, che rappresentano la creatività costruttiva delle cose.
Ogni immagine che compone l’opera è come un’apocalisse, una rivelazione di un’essenza, l’esaltazione di uno stile, di una moda. Tutto ciò che è oggetto non può essere mostrato solo con eleganza e non può avere valore se non entra a far parte di quella linfa vitale, di quella che è l’essenza stessa dell’apparire secondo la voga.
Presente in mostra anche Gioielli in argento con particolari fotografici che si rivelano alla luce. Essi rappresentano l’immaginario fotografico dell’artista. In un certo senso è l’idea di indossare le proprie immagini, ma anche da scoprire, sono gioielli che racchiudono la bellezza estetica della forma e l’idea della luce che genera l’immagine fotografica.
PROJECT ROOM
Nella project room il lavoro artistico di Barbara La Ragione viene per la prima volta esposta nella sua totalità. Per la prima volta è visibile il filo conduttore di un lavoro che parte dalla scultura, diventa fotografia e infine Grafica d’Arte con l’installazione “Sogno di una notte di mezza luna”, composta da due sculture e due grafiche d’arte. Sono ritratti dell’essere hic et nuc, dove i soggetti acquistano un'identità che è meglio rappresentata ed espressa attraverso le maschere che indossano. Sono riproduzioni di mondo reale, ma allo stesso tempo impalpabili come un sogno.
Esse vivono in uno spazio reale e perfetto, dove il loro sguardo s’immerge nella memoria e nel vissuto di un passato tra stelle e lune: “Gli occhi sono espressione dell'anima, vagano nell'oblio di chi li osserva si posa lo sguardo in una mano, su ciò che è immobile. Presenze di vite vissute che riempiono gli sguardi di chi li osserva e, parlando a fior di labbra, ci dicono molteplici cose. Il cuore batte, si porge come un dono. Il Sogno, è intimo e riservato, è un segreto inaccessibile e da custodire. Esse sono un “unicum”, esse sono Moons”. Barbara La Ragione
Ufficio Stampa:
SR Press Martina Bertoncini press@sabrinaraffaghello.com
Inaugurazione 18 dicembre ore 19
Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea
via Gorani 7 Milano
Orari: mart - ven 11-19 e sabato su appuntamento