Raccolta Giacomo Manzu'
Ardea (RM)
via Sant'Antonino, 1 (Laurentina Km. 32)
06 9135022, 06 32298425 FAX 063221579
WEB
Marianna Galati
dal 19/12/2014 al 3/1/2015
mar-sab 10,30-18,30
393 3242424

Segnalato da

MAD Museo d'Arte Diffusa




 
calendario eventi  :: 




19/12/2014

Marianna Galati

Raccolta Giacomo Manzu', Ardea (RM)

MadLab@Manzu'. L'artista apre le porte del suo studio, proponendone una riproduzione. Parallelamente, la Raccolta Manzu' presenta il recente restauro di 5 dipinti ad olio.


comunicato stampa

a cura di Fabio D’Achille e la Raccolta Manzù/GNAM

È previsto per sabato 20 dicembre alle ore 17,00 il prossimo appuntamento di MadLab@Manzù, il riuscito esperimento al femminile frutto della collaborazione tra il Museo d’Arte Diffusa a cura di Fabio D’Achille e la Raccolta Manzù/GNAM diretta dalla Dott.ssa Marcella Cossu. Un progetto sperimentale e innovativo ospitato nell’attiguo spazio del Museo, una location di circa 25 mq che ha visto e vede le artiste interagire strettamente con il pubblico, dando vita a un rapporto intimistico tra chi l’Arte la fa e chi la osserva; un superamento delle barriere che spesso si frappongono tra artista opera e pubblico.
Dopo la performance installativa di Stefania Romagna e la mini antologica di Antonella Catini, la pittrice iperrealista Marianna Galati aprirà ai fruitori le porte del suo studio, proponendone una riproduzione.

Il progetto rappresenta anche un intreccio tra l’Arte Moderna del Manzù e l’Arte Contemporanea: parallelamente al vernissage di Marianna Galati, la Raccolta Manzù presenta il recente restauro dei cinque dipinti ad olio appena rientrati dalla mostra "Manzù-Marino, gli ultimi moderni” appena conclusasi presso Fondazione Magnani-Rocca di Parma.
“Lo spazio, stanza, studio, atelier individuale come condiviso d’artista che sia, luogo comunque dedicato e circoscritto alla concentrazione della mente capace di produrre una qualsivoglia forma di creazione autonoma, diventa in automatico testimonianza e tassello, se non addirittura contenitore, di storie e percorsi unici e irripetibili, tanto per chi ne è anima e protagonista che per chi ne gode dal difuori, come semplice spettatore. Sempre di più, infatti, negli ultimi tempi si è diffusa l’iniziativa denominata “studio aperto”, vale a dire stabilire giornate di visita condivisa agli atelier di artisti contemporanei che, insieme o meno a gallerie private e istituzioni pubbliche, decidono di promuovere la conoscenza di questa importantissima faccia della medaglia, consentendo al visitatore di addentrarsi nel sancta sanctorum di chi l’arte la vive, la combatte e la interpreta ogni giorno. Con gli alti e i bassi della vita, come tutti, ma con, forse, una consapevolezza, un’urgenza e una responsabilità in più.

La stessa che avverte Marianna Galati, giovane rappresentante dellaScuola Pontina, nella precisa scelta di trasformare il cubo fluorescente del MadLab alla Raccolta Manzù, giunto al terzo appuntamento, nella proiezione della sua “stanza” fisica e mentale, là dove si addensano sul tavolo barattoli di colore, pennelli e proiezioni oniriche.
La medesima urgenza, ad un secolo esatto di distanza, che attanagliava il de Pisis rendendolo oggetto di meraviglia e caposcuola ai metafisici, tra le pareti della sua wunderkammer ferrarese, dove frammenti, conchiglie, preziosità, ricordi erano collezionati e conservati per l’archiviazione mentale, scrigno e preludio alla stessa creatività del gioco dell’arte.
E così Marianna conta e riconta, gioca e scompone l’immagine standard - e quindi icona, o simbolo archetipico - della Barbie bionda dai lunghi occhi felini e luminosi, citando, in una pittura post-postmodern, dalla tecnica virtuosamente emulsionata, reminiscenze di un’archeologia popdel secolo scorso, e, insieme, ritrovando in uno, dieci, cento pezzetti di specchio dell’interiorità infranta, in tutti e in nessuno, la luce inimitabile dello sguardo di Ofelia, l’unica, in quella babele di rimandi e analogie, a riprodurre le sue sembianze di bruna.

Cos’è, allora, cosa diventa la wunderkammer ricostruita nel bosco del Manzù, se non un processo di autoanalisi al femminile che, tramite la dispersione e la diffusione di un’icona del bello esteriore, troppo spesso esaltata nella mera apparenza, riconduce alla chiave della questione esistenziale del singolo, coincidente con il simulacro di Ofelia, eroina e simbolo di amore, follia e morte, la stessa bruna Marianna? Gli occhi, specchio dell’anima, sono tuttavia sempre i suoi, e la loro intensa luce ci rischiara”.
(Marcella Cossu)
La serata sarà allietata dal tradizionale concerto natalizio dell’Associazione Filarmonica di Ardea.

Inaugurazione 20 dicembre alle 17

Raccolta Giacomo Manzu'
via Sant'Antonino, 1 (Laurentina Km. 32) - Ardea (RM) Lazio Italia
Orari: mar-sab 10,30-18,30
Ingresso libero

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