Le fasi cruciali della sua esperienza creativa in un percorso espositivo che si sviluppa attraverso 70 opere tra dipinti, disegni, installazioni, mobili, lampade, vasi e oggetti d'arredo, realizzati tra il 1967 e il 2014.
a cura di Alberto Fiz
Il MARCA riparte. Dopo l'antologica dedicata a Agostino Bonalumi, viene
proposto il percorso di un altro grande protagonista dell'arte italiana,
il designer e architetto Andrea Branzi che proprio in questi giorni viene
celebrato in Francia e nel 2015 approderà negli Stati Uniti all'Università
di Harvard.
Al MARCA di Catanzaro viene presentato, dal 24 dicembre al 29 marzo,
Heretical Design, una mostra organizzata dalla Direzione Regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e dall'Amministrazione
Provinciale di Catanzaro. A curare la rassegna è Alberto Fiz che, insieme
allo Studio Branzi, ha selezionato 70 opere tra dipinti, disegni,
installazioni, mobili, lampade, vasi e oggetti d'arredo datate tra il 1967
e il 2014.
"Quello proposto al MARCA è un percorso relazionale fortemente
coinvolgente", afferma Alberto Fiz, "dove l'oggetto, senza mai perdere la
propria funzione, diventa metafora del mondo, interprete di una società in
profonda trasformazione."
In quest'occasione viene presentato il prototipo inedito di una serie di
sedute create da Branzi per il Parco Internazionale della Scultura di
Catanzaro che, per la prima volta, coinvolge un designer. Il progetto
installativo, di carattere modulare, è concepito come luogo di incontro in
stretta relazione sia con la scultura sia con l'architettura. Sono spazi
attivi di forte evocazione ed espliciti rimandi all'oriente che
interagiscono con l'ambiente assorbendolo e trasformandolo.
La mostra al MARCA, intesa come corpus unitario, parte dal presupposto che
l'opera di Branzi fa della devianza e dell'eterodossia il principio
fondante di un'indagine che mette in discussione ogni riferimento al
progetto tradizionale, così come all'industrial desgin. "Con il termine
Heretical Design si desidera indicare una nuova e particolare categoria
della cultura del progetto; una categoria che non fa riferimento né a una
commitenza né a una specifica tecnologia. Essa risponde piuttosto
all'urgenza di operare al di fuori delle normali pratiche professionali,
vivendo direttamente una rifondazione radicale dei contenuti e delle
ragioni del mio lavoro", afferma Branzi ribadendo i contenuti della
mostra.
In questo caso l'opera viene chiamata a confrontarsi con la cultura
antropologica ponendosi in stretta relazione con i temi della vita, della
psiche, del sacro, dell'eros, della morte e della poesia.
Il percorso si snoda attraverso le fasi cruciali di un'esperienza che si
sviluppa a partire dagli anni sessanta, come dimostrano due opere
emblematiche del periodo di Archizoom come la Lampada Sanremo del 1968 e
il divano Superonda dell'anno precedente. Proprio quest'ultimo, per la sua
composizione variabile sovverte le norme standard dell'abitare borghese
introducendo una forma che esprime il movimento, l'instabilità e la
libertà del fruitore.
La radicalità di oggetti che hanno contraddistinto un'epoca rimane, sia
pure in maniera differente, una costante per Branzi anche negli anni
successivi. Se già nel 1985 con la serie degli Animali Domestici i tronchi
d'albero e i rami nel loro aspetto naturale si innestavano sulle sedute
producendo un linguaggio inedito fatto di ibridazioni, con i Grandi Legni
del 2009 Branzi crea una dimensione archetipale ed enigmatica assemblando
le antiche travi provenienti dalla Val Badia. Ne emergono strutture aperte
che non rientrano in nessuna categoria prestabilita dove gli oggetti
appartenenti a categorie e a epoche differenti trovano una loro
collocazione. Si tratta di una miscellanea dove gli affreschi pompeiani si
confrontano con bronzi cinesi o con oggetti di uso comune attraverso
un'orizzontalità dell'informazione.
Come ci ricorda Branzi "è lo spessore oscuro del mondo materiale la cosa
che m'interessa di più. Desidero realizzare oggetti che abbiano la
capacità di creare un'emozione confrontandosi con i miti della
contemporaneità, con la mistica cristiana o con i demoni tibetani."
Un'arte circolare, insomma, che assorbe il tempo, l'oblio e le continue
amnesie dell'essere dove gli oggetti sono transfert, interlocutori
dell'anima.
In questa direzione si colloca anche la recente serie dei Solid Dreams,
luoghi onirici di contaminazione dove Rosso Fiorentino e Buddha vanno a
braccetto, così come Picasso e Giotto. "I sogni solidi", scrive Branzi,
"sono visioni di un presente continuo, profondo, inesplorato, ma più
credibile delle illusioni della sola realtà materiale." Un design, il suo
che lavora sul concetto d'infinito superando ogni vincolo di carattere
stilistico o tematico. Non a caso la mostra è inframezzata dagli Oggetti
dell'Ospitalità che appartengono alle forme architettoniche a scala
domestica che vanno a qualificare l'architettura interiore,
cristallizzando spazi immaginari. Basti pensare agli Enzimi, vasi in
plexiglass dove i luoghi interni sono diversi e autonomi dai luoghi
esterni sviluppando un'energia silenziosa di trasformazione e di sviluppo.
"Quella che va in scena al MARCA", spiega Fiz, "è la drammaturgia degli
oggetti, parte integrante di un intimo percorso emozionale e scenografico
dove l'artista mette continuamente in crisi le nostre certezze."
L'infinito di Branzi al museo di Catanzaro comprende anche una sala
dedicata specificatamente alle Nature morte, così come una lunga parete di
dodici metri interamente ricoperta da una serie di Epigrammi dipinti che
vanno incontro alle nostre amnesie con racconti sospesi nel vuoto,
tracciati di un percorso misterioso e al tempo stesso ironico. Dunque,
eretico.
In contemporanea con la mostra del MARCA, il Museo di Arti Decorative e
del Design di Bordeaux presenta, sino al 25 gennaio prossimo, un omaggio a
Branzi attraverso cinquant'anni di creazione raccontando la sua esperienza
di designer, architetto e teorico. In marzo, poi, partirà dall'Università
di Harvard un'ampia ricognizione del suo lavoro da parte degli Stati
Uniti, tanto che è previsto un tour in altre prestigiose sedi
universitarie americane.
Note Biografiche
Andrea Branzi, Architetto e Designer, è nato a Firenze nel 1938 dove si è
laureato; vive e lavora a Milano dal 1974.
Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo
gruppo di avanguardia noto in campo Internazionale. Si occupa di design
industriale e sperimentale, architettura, progettazione urbana, didattica
e promozione culturale.
E' autore di molti libri sulla storia e la teoria della progettazione,
pubblicati in molti paesi; negli ultimi anni importanti monografie sono
state pubblicate sul suo lavoro.
E' stato consulente responsabile del primo Centro Design e Servizi per
un'industria di materie prime (Montefibre) dal 1974 al 1979, vincendo con
le ricerche di Design Primario il primo dei suoi tre Compassi d'Oro, di
cui uno alla carriera.
Nel 1982 ha co-fondato e diretto Domus Academy, prima scuola
post-universitaria di design. E' stato direttore della rivista MODO dal
1982 al 1984.
Come Professore Ordinario e' stato Presidente del Corso di Studi in
Design degli Interni alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano,
dove attualmente continua ad insegnare.
Nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Design dall'Università
della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro
Onorario del Royal Design for Industry di Londra.
Ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra,
Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone,
Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Thailandia.
I suoi progetti sono oggi conservati presso molti musei quali: Centro
Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma; Centro
Georges Pompidou, Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn
Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour
l'Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional
d'Art Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel
Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts
décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum,
Weil-am-Rhein; MAK, Vienna.
Uffici stampa:
Studio Esseci - Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
gestione1@studioesseci.net (Stefania Bertelli)
Ufficio Mostre-Settore Cultura Provincia di Catanzaro tel.
0961.84721-0961.84724
Conferenza stampa martedì 23 dicembre ore 17,30
Inaugurazione 23 dicembre alle 18.30
Museo delle Arti di Catanzaro - MARCA
via Alessandro Turco, 63 - Catanzaro
Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì
Ingresso: 3 euro