Lisson Gallery Milan
Milano
via Zenale, 3
02 89050608
WEB
Jorinde Voigt
dal 21/1/2015 al 12/3/2015
lun-ven 10-18

Segnalato da

Federica Farci



approfondimenti

Jorinde Voigt
Mads Dinesen



 
calendario eventi  :: 




21/1/2015

Jorinde Voigt

Lisson Gallery Milan, Milano

Salt, Sugar, Sex. La mostra presenta disegni di medie e grandi dimensioni e una nuova serie di 'Things to Wear' decorate a mano, nate dalla collaborazione con Mads Dinesen. Voigt disegna e dipinge forme astratte, connesse a linee di testo e movimento.


comunicato stampa

----English below

La prima personale di Jorinde Voigt a Milano, seconda esposizione dell’artista tedesca presso Lisson Gallery, presenta disegni di medie e grandi dimensioni e una nuova serie di Things to Wear decorate a mano, nate dalla collaborazione con Mads Dinesen, influente e giovane fashion designer basato a Berlino. Voigt disegna e dipinge evocative forme astratte, interconnesse da intricate linee di testo e movimento. La nuove serie attentamente realizzata a pastello, matita e inchiostro, si intitola Salt, Sugar, Sex e si riferisce trasversalmente alle funzioni corporee che cooperano nella produzione fisiologica di ormoni attraverso questi tre importanti elementi. Così come si riferiscono agli organi interni, i disegni di Jorinde Voigt evocano fiori in pieno sboccio, nervi connessi da steli o rami: d’altronde anche le piante sono governate da reazioni biochimiche che comportano l’assorbimento di stimoli e nutrimenti esterni per la produzione di enzimi necessari allo sviluppo cellulare.

Le opere di Voigt non solo sembrano funzionare a un livello metabolico, quasi molecolare, ma suggeriscono inoltre più ampie associazioni simboliche: i rossi e i rosa sgargianti rappresentano il calore e l’energia, possiedono risonanza emozionale con la passione. Come in natura, nel frequente uso che Jorinde Voigt fa di citazioni letterali o scientifiche lungo i suoi schemi disegnati, scienza e cultura entrano in collisione, come accade tra le spesso distinte attività artistiche e filosofiche, il pensiero e l’azione. Il suo intrecciare decisioni e percorsi è il risultato di fattori conflittuali, tra i quali stanno i suoi stessi segni, i suoi gesti nel tempo e nello spazio. Questo concetto è evidente in una delle opere maggiori, Yes or No (Ja Oder Nein), dove le linee rosse, interconnesse come arterie, simboleggiano un’esperienza o registrano il momento corrente: ognuna è infatti coerentemente nominata con la parola ˋNow’. Voigt presenterà la sua prima collaborazione con il fashion designer di origine danese Mads Dinesen. Dinesen, che ha disegnato i modelli e recuperato i tessuti sui quali Jorinde Voigt ha applicato schizzi di pittura, intinge spesso le sue innovative collezioni di sfumature artistiche, spirituali e politiche. I kimono nati da questa collaborazione, intitolati Things to Wear I-V (quasi traduzione letterale del termine giapponese) sono vere e proprie co-creazioni che si muovono verso la produzione di oggetti estetici multifunzionali e trasformabili o addirittura verso “pitture indossabili”.

Voigt rende anche i soggetti più insondabili - inclusi, per questa mostra, il meccanismo biologico e i movimenti spaziali del corpo, la fisica quantistica e lo scorrere del tempo - delle eleganti strutture visuali, sebbene nella conoscenza che ognuno di esso ricerca sia sostanzialmente inutile. “La futilità non è una ‘debolezza’, né una ’meschinità’: è un segno forte: più una cosa è futile, più ha significato e ancora di più essa afferma sé stessa come una forza.” Roland Barthes, A Lover's Discourse: Fragments, 1977.

----English

Jorinde Voigt’s first solo exhibition in Milan and her second with Lisson Gallery features medium- to large-scale drawings and a new collaboration with Mads Dinesen, an influential young fashion designer based in Berlin, on a series of hand- painted and embroidered Things to Wear. Voigt, who also lives and works in Berlin, creates significant and highly original drawn or painted abstract forms that are intricately interconnected by lines of text or movement. Her new series, carefully wrought in pastel, pencil and ink, is entitled Salt, Sugar, Sex and obliquely refers to the bodily functions that conspire to regulate our physiological production of these three important elements and hormones. As well as suggesting internal organs, Voigt’s drawings recall flower blooms or nerves connected by stems or branches, while plants themselves are similarly governed by biochemical reactions, involving the absorption of external stimulants and nutrients and the production of enzymes needed for cellular growth or change.

Not only do Voigt’s works seem to function at a metabolic, almost molecular level, they also suggest wider, symbolic associations – the reds and blush pinks standing in for heat and energy, as well as having emotional resonance with passion. Just as nature, science and culture collide in Voigt’s frequent use of literary or scientific quotation alongside her drawn schema, so too do the oft- separated activities of philosophy and art, or thinking and doing. Her interweaving of decisions and pathways is a result of conflicting factors, among them her own gestures or marks in time and space, as can be seen in another major work, Yes or No (Ja Oder Nein), in which the vein-like interconnecting red lines signify an experience or recording of the present moment – each is accordingly tagged with the word ‘Now’.

Voigt is also unveiling her first ever collaboration with a fashion designer, the Danish-born Mads Dinesen, who often imbues his innovative collections with artistic, spiritual and even political undertones. While Dinesen has designed the pieces and sourced fabrics onto which Voigt has applied splashes of paint, the resulting kimonos, entitled Things to Wear I-V (an almost literal translation of the Japanese word) are very much co-creations towards truly multifunctional, transformative, aesthetic objects or even as they see them, towards “wearable pictures”. Voigt renders even the most unfathomable subjects – including, in this exhibition, the biological mechanics and spatial movements of the body, quantum physics and the passing of time – into elegant visual structures, albeit in the knowledge that each attempt is ultimately futile. “Futility is not a ‘weakness’ or an ‘absurdity ’: it is a strong sign: the more futile, the more it signifies and the more it asserts itself as strength.” Roland Barthes, A Lover's Discourse: Fragments, 1977.

PCM Studio | via Archimede 6, Milano - press@paolamanfredi.com
Federica Farci - +39 342 0515787 – federica@paolamanfredi.com
Roberta Mascherpa - +39 349 9267882 – roberta@paolamanfredi.com

Inaugurazione 22 gennaio alle 19
Press Preview 22 gennaio alle 18

Lisson Gallery Milan
via Zenale, 3 - Milano Lombardia Italia
Orario: Lun-ven 10.00 – 18.00 (chiuso 13.00 – 15.00) Sab su appuntamento
Ingresso libero

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