Magnifica ossessione. Gli artisti ricercano il colore e le inquadrature nelle immagini, a cui aggiungono ulteriore colore e uno strato di resina.
a cura di Felice Terrabuio
Roberto Spadea e Riccardo Tagliabue si sono conosciuti per caso perché erano membri di giuria di un concorso fotografico. Entrambi in quel momento erano alla ricerca di qualche cosa di particolare, di nuovi stimoli professionali e, come pensano entrambi, le cose non vengono mai per caso. Da li è nata l’idea di fondere due tecniche: la fotografia su cui stava lavorando Riccardo e l’astrattività di Roberto. Due tecniche: una fotografia e l’altra pittorica. Materiali diversi che si sono “fusi” su di una tela: la stampa dell’immagine fotografica con videoproiezioni con le vernici e resine. Una serie di quadri che sanno di nuovo, di un’espressione diversa dal consueto. Fin dalle prime prove l’entusiasmo ah coinvolto gli artisti, si vedeva prendere forma un’artisticità nuova, un connubio di idee e di “libertà” nell’azione. Ricercare il colore e le pose nello scatto fotografico, che poi sarebbe stato “lavorato” e definito da ulteriore colore e da una tridimensionalità data dalle resine. E’ nata così questa collezione che viene presentata al pubblico dai due autori, che credono di aver trovato un modo di comunicare attraverso l’unione di varie forme d’arte.
Riccardo Tagliabue vive a Monza ed è da sempre un fotografo e fin da ragazzino ha amato catturare immagini attraverso l’obiettivo. Ha girato il mondo, ha pubblicato libri e fatto tante mostre, ma non si accontenta mai e anche questa volta era alla ricerca di qualcosa di diverso e lo ha trovato nella fusione tra luci, corpi e colori... fino alla prossima sfida.
Roberto Spadea artista astrattista nato a Monza spinto da spiccati interessi per l’architettura , la fotografia e la natura. In tutte le sue opere l’intensità del colore puro guidato da una gestualità istintiva di grande impatto visivo ed emozionale, un virtuosismo artistico carico di movimento ed energia. Artista gestuale estremamente poliedrico lavora a tutto campo su ogni superficie dipingibile.
TESTO CRITICO
Vittorio Raschetti
MAGNIFICA OSSESSIONE
Quattro mani, quattro occhi, una sola mente sintonizzata in uno stesso processo creativo: l'espressione della bellezza come sintesi di emozione ed espressione di colore in perenne vibrazione: perché l'essenza è nella mutazione sempre sfuggente. Uno strano rituale visionario ed indiscreto, una collaborazione tra due artisti che dialogano per mezzo di una sorta di telepatia che si dispiega in una proliferazione di analogie di forme e di giochi di dissonanze cromatiche. Una stanza degli specchi che moltiplica il mito di Narciso dissociandolo in una pluralità di volti possibili, di identità multiple.
La coesistenza di due tecniche artistiche che si fondono per generare una bellezza che contemporaneamente si mostra e si nasconde, sempre incerta tra il fotorealismo e l'inverosimile dell'artificio. Una poetica straniante dove la fotografia di Riccardo Tagliabue mostra la magia del gioco digitale mentre l'astrazione pittorica di Roberto Spadea manifesta invece tutta la concretezza della fluida materia pittorica come soffio vitale che risveglia l'anima vivente della bellezza.
La fotografia si presta ad un manipolazione del vero, e l'arte astratta decide di servire il ricomporsi di una figurazione della forma che riappare in una versione frammentata, decostruita, ma alla fine sinteticamente riemersa nelle sue strutture significanti. Donne irraggiungibili, ma vere, come il mito della bellezza sempre in fuga che si rinnova per successive allegorie e reincarnazioni.
L'anima della bellezza è una metempsicosi sempre migrante tra nuovi corpi che, volta per volta, si condensano in una fuggevole apparizione, una sempre nuova icona avvolta nel mistero. Il cuore in fiamme della passione, l'anima dark di una bellezza fatale tra onde di colore e pulsioni cromatiche di entusiasmo debordante.
Pericolose sirene postmoderne cantano melodie irripetibili ed incantano con il magnetismo di occhi in lotta contro la latitanza del desiderio contemporaneo troppo sospeso in una perenne distrazione.
Colore intriso di passione, diramazione centrifuga dell'azione istintiva pittorica che si perde in circonvoluzioni di spirali in fuga da un possibile centro. Apparizioni che di-svelano il meccanismo della seduzione arroccata su una forma incantata di sguardo obliquo, sinistro, assetato del desiderio freddo di dominio e di potere fondato sull'apparente distanza e sulla consapevole strategia del doppio gioco di lasciarsi guardare senza essere visti. Generosità ed ingenuità del gesto istintivo di una pittura ancora possibile, impulsivo ed insieme nostalgico nella celebrazione della temperatura emotiva della materialità concreta del colore. Illusionismo dell'immagine nella sapienza tecnica della fotografia, riflessiva, precisa, inesorabile, calcolata.
Riccardo Tagliabue sa centrare l'obiettivo di catturare la bellezza di un fantasma grazie al dispositivo iper-realistico di una fantasmagoria di una cascata ininterrotta di luci che travolgono e stravolgono. Roberto Spadea è, come sempre, impaziente di gettare vampate di colore, dimostrando che il colore non è mai silente, che non può rimanere muto e immobile, ma che deve essere lasciato vibrare, risuonando in un campo inarrestabile di forze pulsanti e indeterminate, sempre dislocate in un altrove come accade nella meccanica quantistica.
Oltre il confine della realtà fotografica, oltre il puro significante pittorico, il corpo della bellezza si rivela in un tessuto di segni ironici e ludici, di diramazioni eccentriche fatte di ispirazioni improvvise ed aspirazioni ideali, ma anche di traspirazioni vitali e di espiazioni necessarie per scontare pienamente il peccato originale della bellezza. La messa in scena della geografia delle zone sensibili del corpo della bellezza manifesta sempre un campo incerto costituito di anomalie, eccentricità, bizzarrie.
Un corpo-interfaccia fatto di rappresentazioni ataviche, insieme tribali e digitali, sintonizzato su un Mondo mentale ed animale. Un delizioso turbamento rivela la scossa nervosa suscitata dalla bellezza: tutto, inaspettatamente, muta fin dentro le fibre nervose ricoperte di epidermide virtuale volubile e mimeticamente mutante. Inondati da filamenti di colori acidi corrosivi, immersi in atmosfere psichedeliche, corpi elettrici ibridi, intensificati e privi di coerenza visiva, fluttuano nella vertigine di un moto perpetuo infinito ed indefinito, lasciandosi adescare in una pioggia di colori che riflette la magnifica ossessione di un sosia spettrale di seduzione e perdizione, magicamente apparso dietro il sipario di palpebre abbassate.
Inaugurazione 24 gennaio alle 21
MF Care Factory
via dei Mille, 9 - Monza Lombardia Italia
Orari: martedì-sabato 09.00-18.00
Ingresso libero