Museo d'Arte di Gallarate MAGa
Gallarate (VA)
via De Magri, 1
0331 706011 FAX 0331 706048
WEB
Voglio vedere le mie montagne
dal 6/2/2015 al 14/3/2015
mar-ven 9.30-12.30; 14.30-18; sab e dom 11-18.30

Segnalato da

CLP Relazioni Pubbliche




 
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6/2/2015

Voglio vedere le mie montagne

Museo d'Arte di Gallarate MAGa, Gallarate (VA)

Attraverso le opere di artisti come Gilles Aubry, Oppy De Bernardo, Ingeborg Luscher, Gianni Motti e Aldo Mozzini, l'esposizione si prefigge di rappresentare il paesaggio transalpino contemporaneo che, da molti secoli, corrisponde a un'area di 'confine espanso' in un continuo processo di ridefinizione.


comunicato stampa

a cura di Noah Stolz

L’esposizione, promossa da Pro Helvetia, presenta le opere di 15 artisti italiani e svizzeri.

Dal 7 febbraio al 15 marzo 2015 il Museo MA*GA di Gallarate, ospita la mostra Voglio vedere le mie montagne.
La rassegna è promossa dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia che ha scelto proprio il MA*GA come suo partner privilegiato in Italia, premiandolo con la realizzazione delle opere esposte.

Curata da Noah Stolz, l’esposizione si prefigge, attraverso le opere di 15 artisti italiani e svizzeri - Gilles Aubry, Cuomo e Iorio, Oppy De Bernardo, Marco Fedele di Catrano, Aurélien Gamboni, Ingeborg Lüscher, Luc Mattenberger, Yves Mettler, Gianni Motti, Aldo Mozzini, Marco Poloni, RELAX (chiarenza & hauser & co), Pascal Schwaighofer, Una Szeemann & Bohdan Stehlik, Miki Tallone, di rappresentare il paesaggio transalpino contemporaneo che, da molti secoli, corrisponde a un area di “confine espanso”, in continuo processo di ridefinizione, di ritrattazione e continuamente alla ricerca di una propria precisa identità.

Voglio vedere le mie montagne - il cui titolo prende spunto dalla celebre frase pronunciata da Giovanni Segantini su letto di morte - si presenta quindi come una collettiva, la cui forma altro non è se non il risultato di una forma di contrattazione con il reale, un tentativo di dar luce agli aspetti latenti di una contemporaneità che ci appare divisa e fatica a trovare l’immagine di se stessa. Nicolas Bourriaud ci insegna che “essere radicanti significa mettere in moto le proprie radici, in contesti e formati eterogenei, negando loro il potere di definire completamente la propria identità, traducendo idee, transcodificando immagini, trapiantando comportamenti, scambiando invece di imporre”. Gli artisti invitati a intervenire hanno cercato di innestare il proprio pensiero in un paesaggio da loro vissuto allo stesso tempo come familiare ed estraneo. Molti di questi sono infatti di origine italo-svizzera e il loro lavoro è permeato da questioni identitarie e antropologiche.

Voglio vedere le mie montagne è il frutto di mesi di lavoro e di ricerca, del dialogo tra curatore, artisti e istituzioni coinvolte, di progettazione e attuazione di laboratori collettivi e individuali, di scambi di aneddoti e documenti, che hanno dato luogo a una mappatura di “oggetti“ tutti portatori di complessità. I frammenti di questa esperienza condivisa andranno a ricomporre l’immagine corale del paesaggio transalpino di oggi, che trascende confini e che si prende gioco dello stesso concetto della spazio-temporalità.

Voglio vedere le mie montagne è un progetto realizzato nell’ambito di “Viavai - Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”, un programma di scambi binazionali promosso dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato coni cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di Milano.
Il programma, strutturato in tre tappe, ha già vissuto un primo appuntamento con la personale dell’artista italiano e svizzero Marco Poloni all’Istituto Svizzero di Milano e proseguirà, in contemporanea con l’iniziativa al MA*GA di Gallarate, al Museo Cantonale di Lugano, dal 14 febbraio al 15 marzo 2015 con la mostra di Cuomo e Iori, vincitori del Premio Furla 2015.

Programma:

GILLES AUBRY, ALAN BOGANA, CUOMO E IORIO, OPPY DE BERNARDO, MARCO FEDELE DI CATRANO,
AURÉLIEN GAMBONI, INGEBORG LÜSCHER, ANGELA MARZULLO, LUC MATTENBERGER, YVES METTLER,
GIANNI MOTTI, ALDO MOZZINI, MARCO POLONI, RELAX (chiarenza & hauser & co), PASCAL SCHWAIGHOFER,
UNA SZEEMANN & BOHDAN STEHLIK, MIKI TALLONE

Voglio vedere le mie montagne è una mostra che propone un’immagine inedita e complessa di quel paesaggio
plurale, umano, storico e politico, italiano e svizzero, che è crocevia di viaggi, di visioni, di storie. Il progetto nasce
da un percorso di ricerca a cui il museo, il curatore e gli artisti vi invitano a partecipare a partire dall’inaugurazione.

Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche - Anna Defrancesco tel. 02 36 755 700 anna.defrancesco@clponline.it

Conferenza stampa 7 febbraio alle 14.30

Inaugurazione 7 febbraio 2015:

Ore 15.00
Visita alla mostra – “Energia e paesaggio in Voglio vedere le mie montagne”

Ore 15.30
Conversazione tra Noah Stolz e Tony Ricciardi, storico delle migrazioni presso l’Università di Ginevra (realizzata insieme all’Associazione Stella Maris)

Ore 17.00
Saluti istituzionali: Cristina Cappellini, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie Regione Lombardia; Paola Piffaretti, DECS, coordinatrice dei servizi culturali del Cantone Ticino; Pro Helvetia: Murielle Perritaz, membro della Direzione e Luca Depietri, responsabile del programma “Viavai – Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”; Elio Schenini, Conservatore Museo Cantonale d’Arte, Lugano; Edoardo Guenzani, Sindaco di Gallarate; Giacomo Buonanno, Presidente Museo MA*GA

Ore 17.30
Visita alla mostra – “Identità e lavoro in Voglio vedere le mie montagne”

Ore 18.30
Inaugurazione di “Via Angelo Nessi” nel parco del MA*GA, installazione di Oppy De Bernardo

Ore 19.30
Risottata tradizionale della Pro Loco di Gallarate

Dalle 15.00 alle 20.00 il MA*GALab ospita le sperimentazioni radiofoniche di Radio Tramontana, HEAD, Ginevra

Museo d'Arte di Gallarate MAGa
via De Magri, Gallarate (VA)
Orari:
dal martedì al venerdì, 9.30-12.30; 14.30-18.00; sabato e domenica, 11.00-18.30
Ingresso libero

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