Due artisti sono invitati a stravolgere e riconfigurare lo spazio. Flavia Bucci propone una performance, Cagdas Sari un'installazione site specific. Nell'ambito di Studi festival.
Qual è il confine tra vita privata e pubblica?
Ogni giorno decidiamo cosa mostrare di noi e cosa nascondere, ma il confine tra pubblico e privato è labile e a volte inesistente: quando immettiamo dei dati nella rete, quando facciamo un uso estremo dei social network, quando i nostri dati rimbalzano da una società all'altra... Le informazioni sul nostro conto rischiano di sfuggire dalle nostre mani.
E inoltre: come vengono rielaborati questi dati dall'esterno? Come veniamo visti, giudicati e catalogati?
Questi sono i confini esplorati in questo progetto.
Partendo da una piccola realtà, la mia casa-studio, metterò in gioco tutto il mio vissuto: offro il mio quotidiano, i progetti, gli studi e i fallimenti.
Chiederò a due artisti di entrare in contatto con questo spazio e di stravolgerlo; gli permetterò di entrare davvero nel mio privato, di viverlo e riconfigurarlo.
La volontà è di indagare cosa succede se si dà la possibilità a un estraneo di appropriarsi di qualcosa che ci appartiene e come ciò venga rielaborato.
Tutti gli oggetti presenti, senza distinzioni di forme o funzioni, saranno materia di analisi e punto di partenza dell'intervento dei due artisti.
Flavia Bucci riproporrà la sua performance Esercizi d'igiene dove ha scansionato tutti i 3761 oggetti presenti nella sua stanza accumulati durante i cinque anni di studi universitari e di cui poi ha creato un archivio digitale. Una sorta di rito di purificazione, una “pulizia mentale” nei confronti delle merci di cui ci circondiamo. Non solo, “Esercizi d'igiene” rispecchia anche quell'operazione di ridurre tutto in immagine di cui noi, generazione '90, siamo cresciuti. Tutto è immagine e tutto è sullo stesso piano; che si tratti di informazioni pubbliche o private, di documenti storici o di pubblicità, scene di guerra o telefilm tutto viene classificato con un'immagine e messo in quell'archivio che è la memoria. Per l'occasione l'artista riproporrà la performance scansionando tutti gli oggetti presenti nella casa-studio relaziondosi questa volta con uno spazio a lei estraneo.
Se tutto è immagine per Flavia, tutto è materia per Çağdaş Sarı che per questo progetto realizzerà un'installazione site specific con gli oggetti prima analizzati e archiviati da Bucci. Anche in questa operazione non ci sarà distinzione tra la loro natura: a uno spazzolino da denti, una scatola dei ricordi o a degli appunti darà attribuito lo stesso valore. Attraverso la sua opera Sari ci offrirà una diversa lettura dello spazio in cui siamo invitati a entrare e abitare.
Per i sei giorni del festival avrà luogo un atto di svuotamento e ripensamento dello spazio privato per mano dei due artisti: il tutto sotto gli occhi del pubblico.
Saranno due azioni contrapposte, una che sottrae e una che aggiunge: lavorando all'unisono comporranno un unico movimento. La mia azione si limita ad offrire senza condizionamenti lo spazio che abito e gli oggetti che mi circondano mettendo da parte per una volta l'impulso possessivo e di controllo che ho su ciò che considero “mio”. Sarà un esperimento anche per me: cosa succede se apro le porte di casa a degli estranei e soprattutto, se lascio a due artisti la possibilità di stravolgerla?
Nadia D'Alessio
Immagine: Flavia Bucci
Nell'ambito di Studi festival
FOCUS GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO
Casa studio di Nadia D’Alessio
via Lodovico il Moro, 135 Milano
dalle 18.00 alle 21.00