Thetis stand Fnac
Venezia
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C'est l'objet qui nous pense
dal 20/9/2000 al 24/9/2000
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Fnac


approfondimenti

Jean Baudrillard



 
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20/9/2000

C'est l'objet qui nous pense

Thetis stand Fnac, Venezia

La Fnac presenta una mostra di fotografie di Jean Baudrillard. Possiamo vedere l'oggetto solo se lui ci guarda. Possiamo guardarlo solo se egli ci ha già visto. Esattamente come pensiamo il mondo solo se desideriamo prima che egli ci pensi. Questa è la speranza o l'esigenza segreta : essere visto, desiderato e pensato dall'oggetto e dal mondo. In fondo non ho voglia di occuparmi della foto, ho voglia che la foto si occupi di me.


comunicato stampa

La Fnac presenta una mostra di fotografie di Jean Baudrillard.

Possiamo vedere l'oggetto solo se lui ci guarda. Possiamo guardarlo solo se egli ci ha già visto. Esattamente come pensiamo il mondo solo se desideriamo prima che egli ci pensi. Questa è la speranza o l'esigenza segreta : essere visto, desiderato e pensato dall'oggetto e dal mondo. In fondo non ho voglia di occuparmi della foto, ho voglia che la foto si occupi di me.

In ogni caso noi fotografiamo un mondo di cui il soggetto reale, il soggetto vivente, è così radicalmente scomparso quanto l'uomo delle società primitive. Allora perché non fotografare semplicemente degli oggetti, dove almeno la scomparsa dell'essere umano è chiara, e dove quest'ultimo, in qualche modo, si trova quanto più vi si fa allusione solo in trasparenza ? L'oggetto è, per un certo tempo ancora, il luogo vivente della sparizione del soggetto. Fotografare cambia il paesaggio mentale. Quello della teoria e delle idee ha la tendenza a restringersi come il cuoio di una rilegatura. Al contrario il paesaggio mentale dell'oggetto fotografico, il dettaglio fotografico del mondo (What things look like as photographed) si diversifica all'infinito e si rinnova senza posa. É difficile essere sorpresi dalle idee, mentre è impossibile non essere sorpresi dalla casualità obiettiva dell'oggetto.

Essendo le potenzialità tecniche dell'apparecchio infinite, la fotografia diventa essa stessa un'operazione senza fine, un'operazione qualsiasi, al limite della scrittura automatica. Si è quasi presi a volte dalla vertigine di scattare foto su foto, di esaurire la somma delle immagini. É la che comincia la fotografia, nella possibilità di strappare dall'automaticità "qualsiasi" dell'apparecchio, che genera un flusso inarrestabile di immagini, qualche immagine eccezionale. L'immagine propriamente fotografica, che richiede l'immobilità, il silenzio, la tensione, che dipende dall'istante fuggente per captare la luce dell'oggetto, è un'eccezione. Esattamente al contrario di tutto il nostro universo visuale, dove le immagini rinviano le une alle altre in una catena ininterrotta. Al massimo qualche immagine (come nel pensiero qualche idea) possono farsi segno, discretamente, da lontano. É già molto. La vera foto è quella che elimina tutte le altre. Nel migliore dei casi si può, davanti a questa foto e dopo averla a lungo osservata, dimenticare di averla fatta. Avreste sognato di farla ed ecco è la, come se venisse da un altro luogo. Le migliori foto conservano qualcosa di questa sorpresa - di aver captato la luce dell'oggetto, ma nello stesso tempo di essere stati presi da lei.

L'immagine, dice Platone, è all'incrocio della luce che proviene dall'oggetto e di quella che proviene dallo sguardo.

Jean Baudrillard


Un libro "Car l'illusion ne s'oppose pas à la réalité" pubblicato dalle edizioni Descartes et Cie accompagna la mostra.

Jean Baudrillard
La sua fama internazionale lo situa fra i filosofi contemporanei più brillanti.
Nato a Reims il 27 luglio1929.
Ex professore di tedesco, diviene dal 1966 maître de conférences in Sociologia all' Università di Parigi-X Nanterre, dove termina la sua tesi di 3° ciclo sul "sistema degli oggetti" che pubblica per l'editore Gallimard nel 1968, opera che ha grande eco.
Ottiene nel 1986 la Direzione scientifica dell' IRIS ( Instituto di Ricerca e d'Informazione Socio-economica all' Università di Parigi-IX Dauphine ), dove rimane fino al 1990.
Da questo momento si consacra alla scrittura ( saggi filosofici, sociologia contemporanea, critica d'Arte )
Pubblica oggi il suo primo libro di fotografie.

Bibliografia
Le strategie fatali, Feltrinelli, 1984
L'America, Feltrinelli, 1987
Cool Memories, Sugarco, 1991
La trasparenza del male, Sugarco, 1991
Il delitto perfetto, R. Cortina, 1996
Il parossista indifferente, King Kamehameha, 1998
Illusione e disillusione estetiche, Sintomi, 2000

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