Fondazione Ambrosetti c/o Palazzo Panella
Palazzolo sull'Oglio (BS)
via Matteotti, 53
030 7403169 FAX 030 7403170
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Culture Altre
dal 23/3/2004 al 24/3/2004
030 7403169 FAX 030 7403170

Segnalato da

Emanuela Filippi


approfondimenti

Loredana Parmesani



 
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23/3/2004

Culture Altre

Fondazione Ambrosetti c/o Palazzo Panella, Palazzolo sull'Oglio (BS)

Intervento della serata: Mandiaye N'Diaye. Le radici di Aristofane sono in Africa. Mandiaye N'Diaye, nel corso della serata, illustrerà la 'rinascita' di Aristofane in Senegal, ovvero il suo tentativo di valorizzare le risorse di Diol Kadd, in una zona di etnia serere, dove sono ancora vive le tracce della tradizione animista.


comunicato stampa

a cura di Loredana Parmesani

L'analisi del complesso rapporto tra l'arte generalmente intesa e i linguaggi a lei prossimi includerà quest'anno anche quella relativa alla crisi delle culture occidentali, le 'prime culture'.
Nell'arte, nel design, nella musica, nello spettacolo, nella moda, nella letteratura, nella poesia, persino nella filosofia, il forte pensiero occidentale sembra abdicare di fronte alla prorompente avanzata di quelli che sono sempre stati definiti terzi o quarti mondi, terze o quarte culture. Basta visitare le ultime edizioni della Biennale di Venezia, frequentare le sfilate di moda internazionali, accostarsi alla letteratura e alla poesia che maggiormente suscitano interesse, muoversi in un qualsiasi Festival del Cinema, partecipare alle varie mostre del design più innovativo o semplicemente camminare per le strade di una qualsiasi città o cittadina dell'Italia, dell¹Europa o dell¹America, per rendersi conto che il panorama culturale e reale è radicalmente cambiato.
E' interessante ciò che sta accadendo: i mondi si aprono, le culture si mescolano, le forme si ibridano, dando vita a mondi, culture e forme che si presentano ricche di improvvise possibilità. Il lavoro di artisti, designer, scrittori, musicisti, stilisti, vive così in un continuo dialogo fra realtà differenti, fra pensieri che sembrano giungerci da 'mondi altri', fra immagini e forme che sempre più mostrano la loro totale apertura a immaginari non più ben definiti e codificati, ma da individuare e di cui fare tesoro. La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il ciclo di conferenze 2003/2004, continua perciò l'indagine sui linguaggi prossimi all'arte prendendo però in considerazione quanto siano influenzati dalle culture altre.

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Intervento della serata: Mandiaye N'Diaye. Le radici di Aristofane sono in Africa

mercoledì 24 marzo 2004, ore 20.30

Nel 1983 Marco Martinelli, Ermanno Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni fondano a Ravenna il Teatro delle Albe, operante stabilmente dentro Ravenna Teatro, un centro teatrale di innovazione che intreccia, alla ricerca del 'nuovo', la lezione della tradizione teatrale. Martinelli, drammaturgo e regista, scrive infatti i testi ispirandosi agli antichi e, contemporaneamente, al presente, pensando le storie per gli attori che diventano così veri e propri co-autori.
Nel 1987 la compagnia acquisisce al suo interno dei griots senegalesi, tra cui Mandiaye N'Diaye, portando avanti da quel momento un'esperienza di 'intrecciato teatrale' unica nel panorama teatrale italiano ed europeo, producendo spettacoli che hanno riscosso successo di critica nazionale ed internazionale:
I ventidue infortuni di Mor Arlecchino, un Arlecchino senegalese di una reinventata commedia dell'Arte; I Polacchi, riscrittura dell'Ubu re di Alfred Jarry; e poi ancora All'Inferno, un affresco ispirato alle opere di Aristofane; I Refrattari, riproposta dopo dieci anni (verrà presentato a Brescia martedì 23 marzo).
Tutti questi lavori sono nati dall'intuizione di una Romagna africana, una specie di pezzo d'Africa staccatosi dal continente madre per incastrarsi tra le nebbie della Mitteleuropea: alla luce di questo, Aristofane diventa l'antenato totem, sospeso tra Africa e Occidente.
Queste intuizioni hanno lavorato nell'immaginario delle Albe e oggi Aristofane rivive proprio tra gli asinelli, gli adolescenti e le donne di Diol Kadd, un villaggio di 300 abitanti sorto alla periferia di Thes, la seconda capitale del Senegal, dove è nata l'associazione Takku Ligey Theatre, sotto la direzione artistica di Mandiaye N'Diaye.
Questa 'casa del teatro' in Senegal intende creare un Ravenna-Dakar che diventi punto di riferimento prezioso per coloro che dall'Europa cerchino di avvicinarsi al continente vasto e multiforme della teatralità africana o viceversa, per chi dall'Africa voglia entrare in contatto con i fermenti teatrali europei.

Mandiaye N'Diaye, nel corso della serata, illustrerà la 'rinascita' di Aristofane in Senegal, ovvero il suo tentativo di valorizzare le risorse di Diol Kadd, in una zona di etnia sérére, dove sono ancora vive le tracce della tradizione animista. Le religione ufficiale è islamica ma nella variante della dottrina molto tollerante di Muride, ispirata essenzialmente ai principi della carità islamica e dell'amore.
Mandiaye N'Diaye intende preservare la cultura animista locale e crearvi un polo d'attrazione che freni l'esodo dei giovani. Questo è l'obiettivo che persegue come direttore artistico di Takku Ligey Théatre anche con l'ultimo progetto nell'ambito del quale ha riscritto Ploutos, una commedia di Aristofane, adattandola alla vita africana e facendola rappresentare dagli abitanti di Diol Kadd nei luoghi stessi della loro vita quotidiana.

Notizie biografiche
Mandiaye N'Diaye nasce a K. Diol N'Diaye in Senegal. Nel 1989 entra a far parte del Teatro delle Albe. Lavora come attore negli spettacoli Ruh Romagna più Africa uguale, Lunga vita all'abero, Siamo asini o pedanti?, I Refrattari, All¹inferno!, scritti e diretti da Marco Martinelli. Ha inoltre recitato in Nessuno può coprire l'ombra scritto da Marco Martinelli e Saidou Moussa Ba e in I ventidue infortuni di Mor Arlecchino, ispirato ad un canovaccio di Carlo Goldoni, scritto da Marco Martinelli e diretto da Michele Sambin. E¹ del 1998 il nuovo lavoro di Martinelli I Polacchi che vede protagonista Mandiaye N'Diaye nel ruolo di Pedar Ubu. Infine nel 1999 è protagonista dello spettacolo Vita e conversione di Cheick Ibrahim Fall, produzione Ravenna Festival, di cui è co-autore assieme a Marco Martinelli.
Mandiaye N'Diaye è anche autore/attore, insieme a Luigi Dadina, dello spettacolo Griot Fulêr. Nella stessa veste ha realizzato lo spettacolo Le due calebasse ispirandosi a fiabe di tradizione africana.
Ha pubblicato insieme a Dadina il testo di Griot Fulêr per la casa editrice AIEP Guaraldi. Ha partecipato a numerosi convegni in Italia testimoniando la fecondità del dialogo tra culture diverse.
Ha partecipato inoltre come attore ai seguenti film: La casa del sorriso di Marco Ferreri (1990), La vita in gioco di Giuseppe Bertolucci (1992).
Recentemente Mandiaye N'Diaye ha avviato una collaborazione con l'associazione senegalese Man-Ke neen-Ki diretta da Jean-Michel Bruyère, di cui è stato nominato direttore artistico.

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Prossimi appuntamenti:

29 aprile 2004 Luigi Ontani
27 maggio 2004 Beppe Finessi

Ufficio Stampa:
Emanuela Filippi
02/45479017

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25036 Palazzolo s/O (BS)
Tel. 030/7403169

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