Care. Grazie a una composizione spaziale che consente alle opere di essere trasmesse in contemporanea, la mostra offre un'esperienza di visione in cui i contesti vincolanti di questi lavori si espandono pian piano, generando nuovi significati e suggerendo nuove possibilita' di pensiero.
La personale di Ali Kazma da Francesca Minini prende il titolo dal
comportamento umano fondamentale per la lotta dell'uomo contro la
propria temporalita' e il desiderio di superare i propri limiti.
La mostra, che comprende tre lavori dalla sua serie di video
Resistance, presenta anche l'ultimo lavoro di Kazma, Crystal,
un'altra aggiunta alla serie Obstructions. Grazie a una
composizione spaziale che consente ai lavori di essere trasmessi in
contemporanea, Care mira a offrire un'esperienza di visione in
cui i contesti vincolanti di questi lavori si espandono pian piano,
generando nuovi significati e suggerendo nuove possibilita' di
pensiero corrispondenti al network di relazioni che si formano tra il
corpo, il lavoro e la produzione.
Nella serie Obstructions, aperta nel 2005, Ali Kazma ha osservato la
varieta' della produzione fisica dell’uomo e cio' che
potrebbe significare tale produzione nel contesto della natura umana.
Lo sforzo di resistere evocato dal titolo della serie si riferisce alla
fondamentale verita' scientifica che ogni cosa, a un certo punto,
deve disintegrarsi e perire. Queste ostruzioni alludono
all'insieme di attivita' di produzione e manutenzione che
rappresentano lo sforzo incessante dell'individuo per contrastare
questo processo assoluto di annichilimento e, in ultima
analisi, morte al fine, almeno, di rallentarlo e ritardarlo.
Nella serie successiva, Resistance, che è stata esposta per la
prima volta al padiglione turco della 55esima Biennale di Venezia, Ali
Kazma ha esplorato gli interventi e le strategie che liberano il corpo
dai suoi limiti e al tempo stesso lo confinano allo scopo di
controllarlo. Evoluzione di Obstructions, Resistance esplora i modi in
cui il corpo viene oggi plasmato con mezzi scientifici, culturali e
sociali, e come, in quanto scenario di un'attivita' viene
ripetutamente riprodotto. In questi lavori, l'attivita'
produttiva del corpo e' raccontata come forza creativa che si
esprime sul corpo stesso: il produttore e il prodotto, il plasmante e
il plasmato risultano qui uniti nella materialita' del corpo. In
altre parole, Resistance e' un'ndagine artistica sulla
lotta per infrangere i codici sociali, culturali, fisici e genetici del
corpo umano in modo da renderlo perfetto, e sui processi durante i
quali il corpo si trasforma o viene trasformato in un veicolo di
simboli e significati nuovi.
La maggioranza dei video di entrambe le serie ruota attorno allo sforzo
degli esseri umani di assicurarsi la continuita' il controllo e
il benessere dei corpi. Il campo di esecuzione, o il prodotto finale
di queste attivita' puo' essere un oggetto materiale
(Crystal), mentre in altre occasioni il corpo si rivela nella
performance (Calligraphy, Play), o diventa sede della performance
stessa (Tattoo).
Crystal e' stato girato in Francia, in una vetreria fondata nel
1584. La produzione tradizionale e molto raffinata di questi oggetti
di lusso in vetro richiede una coordinazione di diversi operai e
artigiani che ricorda quasi una coreografia, perche' il materiale
grezzo deve assumere la forma finale in un tempo molto breve,
finche' e' ancora incandescente e quasi allo stato liquido.
In Crystal, la telecamera di Kazma riproduce la magica capacita'
dell'uomo di dare forma alle cose tramite l'attenzione del
suo stesso sguardo, che si concentra sui dettagli astratti di forma e
colore e sul luogo di lavoro come sede di cooperazione,
solidarieta' e armonia.
Quello che Ali Kazma osserva in Tattoo e' il luogo piu'
intimo e singolare della persona, e gli interventi che vi vengono
eseguiti direttamente sopra. Questi interventi artistici realizzati
sulla pelle, come strato superficiale che divide e al
tempo stesso permette il contatto con il mondo esterno, potrebbero
anche essere intesi come un tentativo di strappare il corpo dal suo
luogo proprio e ricollocarlo in un altro. Il video mostra il processo
attraverso cui la pelle si trasforma e diventa un nuovo guscio, per
indicare le potenzialita' di veicolo culturale che essa contiene.
Possiamo considerare questo atto tanto uno sforzo di resistenza
individuale e singolarizzazione opposta alle norme sociali, di classe e
di genere, quanto un'azione mirata a inscrivere sul corpo simboli
comuni per soddisfare un bisogno di appartenenza collettiva.
Mentre in Calligraphy la mano di un calligrafo si muove lentamente su
un foglio bianco lasciando segni permanenti che sono estensioni del suo
stesso braccio, in Tattoo il foglio e' sostituito
dall'epidermide stessa come superficie vivente della pittura.
Questo processo, a volte doloroso, di pittura sulla tela biologica
trasforma il corpo nel veicolo della nuova mitologia che ha creato per
se stesso. I primi piani sui dettagli del disegno che pian piano
appare sulla superficie della pelle ci permettono di percepire lo
schermo come la superficie di un dipinto che acquista movimento, volume
e ritmo con il respiro.
Questa figura, che e' stata modellata su un vero
teschio nello studio di tatuaggi, sembra ghermire il corpo con i denti
per riprendersi la carne, o depositarsi su di esso come eterno
promemoria della possibilita' che questo respiro sia
l'ultimo.
Play, esposto in una stanza separata dello spazio espositivo, mette in
scena la rappresentazione del corpo attraverso un'altra
disciplina artistica: il teatro. Riprendendo le prove
dell'Amleto del Wooster Group e lo spettacolo vero e proprio, Ali
Kazma porta il pubblico in un mondo spettrale in cui i confini tra
passato e presente, originale e remake, realta' e
rappresentazione sono sfocate ad arte; un mondo di fantasmi che suscita
una riflessione sulla memoria, il lutto e la morte in un allestimento
tecnologico apparentemente contrastante.
Inaugurazione Mercoledi' 18 Febbraio, ore 19
Francesca Minini
via Massimiano, 25 - Milano Lombardia Italia
Orario: mar-sab 11 - 19.30
Ingresso libero