La ricerca di Lindberg si focalizza sui materiali e sul loro comportamento, in una sintesi tra un'Arte Povera, Pop-Art e Noveau Realisme: materiali comuni che, rivisitati, offrono nuove chiavi di lettura. La tecnica si fa espressione metaforica della vita di ognuno, in una concezione fatalistica.
Dopo un noto intervento presso l’università Bocconi, torna a Milano David Lindberg. L’artista, nato nel 1964 in Iowa ma che vive e lavora ad Amsterdam, presenta nelle proprie opere una freschezza ed una franchezza caratterizzanti tanto sul piano estetico-formale, quanto su quello concettuale. A parlare è la vetroresina, una voce insolita alla quale l’artista affida il compito di una comunicazione sinestetica basata sulle leggi del caso: le lente colate del materiale agiscono in maniera incontrollata ed imprevedibile, come incandescenti flussi magmatici di straordinaria vita propria.
La ricerca di Lindberg si focalizza sui materiali e sul loro comportamento, in una sintesi tra un’arte povera contemporanea, pop-art ed noveau réalisme: si tratta di materiali semplici e comuni i quali studiati, rivisitati ed elaborati offrono nuove chiavi di lettura, appunto, della vitale quotidianità. La tecnica si fa così espressione metaforica della vita di ognuno, in una concezione noncurantemente fatalistica in cui tutto è affidato a quello stesso concetto di “fortuna” multiforme come avvenire libero e mutevole. Strato su strato, la resina epodissica cristallizza, in lente istantanee, le esperienze, le emozioni e gli stralci (anzi, sculture) di vissuto più disparati, raccolti dallo stesso massimo comune denominatore che è la casualità.
La molteplicità dei volti del caso, così, si traduce e condensa in molteplicità di forme e colori che si appropriano delle tre dimensioni spaziali e temporali, senza che l’abile artista-demiurgo condanni la materia nelle sue mani ad una struttura prestabilita.
Non si può tuttavia negare la presenza di una forma di progettualità congenita all’interno delle sue opere (sebbene lo stesso progetto venga ridimensionato dalla scelta del materiale): anche se negato dal proposito d’artista, talvolta le opere di Lindberg si accostano per risultato formale alla produzione di design degli ultimi decenni.
Per la sua solo exhibition, Lindberg ha creato una nuova monumentale installazione negli spazi della galleria, che verrà presentata accanto ad opere e sculture recenti.
Inaugurazione 18 febbraio alle 18
Mimmo Scognamiglio artecontemporanea
via Giovanni Ventura, 6 (ingresso da via Privata Massimiano, 27) Milano
mar-sab 15-19
ingresso libero