Galleria Ponte Rosso
Milano
via Brera, 2
02 86461053 FAX 02 86461053
WEB
Giuseppe Motti
dal 24/3/2004 al 10/4/2004
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Giuseppe Motti



 
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24/3/2004

Giuseppe Motti

Galleria Ponte Rosso, Milano

La mostra presenta venti dipinti ad olio realizzati dall'artista dagli anni quaranta agli anni settanta e alcuni disegni. Suo tema dominante: il fiume Po e la sua gente (ritratti di contadini o di pescatori, scene di vita ambientate sul fiume o lungo le sue rive e luminosi paesaggi).


comunicato stampa

Giuseppe Motti (Arena Po 1908 - Milano 1988)

Giovedì 25 marzo 2004 alle 18, alla Galleria Ponte Rosso (via Brera 2, Milano), si inaugura la mostra retrospettiva del pittore Giuseppe Motti. La mostra presenta venti dipinti ad olio realizzati dall'artista dagli anni quaranta agli anni settanta e alcuni disegni. Suo tema dominante: il fiume Po e la sua gente (ritratti di contadini o di pescatori, scene di vita ambientate sul fiume o lungo le sue rive e luminosi paesaggi). La personale di Giuseppe Motti si affianca alla rassegna, articolata in due sezioni, dal titolo 'Finestre sul Novecento'; la rassegna, corredata da catalogo, presenta opere di cinquantasei artisti italiani del Novecento fra i quali lo stesso Motti.

Giuseppe Motti nasce ad Arena Po nel 1908. A Milano frequenta i corsi all'Accademia di Brera. Sul finire degli anni venti si formano in Italia gruppi di giovani artisti la cui ricerca innovativa si dirige e si rivolge fuori dalle indicazioni dei maestri di 'Novecento'. Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni, ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade.
Il rapporto dell'artista con la sua terra e la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale, è un pensiero costante che ha radici più profonde, è una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è quello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione.
Sul finire degli anni di guerra Motti è impegnato nella 'Resistenza' in Val d'Ossola. Dopo la fine del conflitto partecipa al movimento realista, ne diventa animatore, e con gli amici del gruppo che fa centro a Milano alla Galleria Borgonuovo, s'impegna fervidamente nella ricerca di una nuova espressività, sempre desunta da precisi riferimenti e rapporti col mondo reale, che lo porterà attraverso varie esperienze formali alla maturazione di una singolare e personale qualità pittorica.
La letteratura su Motti e la sua opera è vastissima, ed anche i riconoscimenti non sono mancati, nonostante la situazione d'isolamento che l'artista ha sofferto forse a causa dell'intransigenza morale delle sue scelte. Dagli anni settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche. Dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, e poi a Londra, Varsavia, Berlino, Parigi.
Motti muore a Milano il 15 aprile 1988. Il decennale della scomparsa è stato ricordato a Milano con una mostra alla Galleria Ponte Rosso.

Scrive Rossana Bossaglia:
Motti è un esempio tra i più convincenti dell'arte come registrazione di inquietudini ed emozioni personali ed insieme come testimonianza storica del proprio tempo, quindi di vicende comuni.
Con una caratteristica particolare che lo contraddistingue: le due situazioni nelle sue opere si corrispondono e compenetrano; l'artista non appare mai come un navigatore solitario (e la parola navigatore sottolinea il tema fluviale, specifico della sua produzione nel periodo maturo), bensì sempre immerso nel mondo sociale in cui vive. Questa fisionomia è soprattutto evidente nelle intense opere sul tema del Po, di forte e originale caratterizzazione; quando il suo stile tocca punte di emozionante brutalità; le 'figure padane' che egli descrive, anche se si muovono con disinvoltura nello scorrere dell'acqua, sono testimoni di una vita di rozza fatica; così come le mondine in risaia, rappresentate nel loro greve anonimato, a poco a poco non più persone.
E tuttavia proprio questa spietatezza trasfigura la precisione naturalistica in simbolo. E la simbologia, se si passa alle libere immagini fluviali, giunge ad effetti lirici.
Del resto, alle spalle delle iconografie e dello stile dell'artista nella sua piena maturità espressiva si continua a intravvedere la sua formazione di tipo chiarista; con opere persino di dolce stesura; tanto che i dipinti sul tema dell'archeologia industriale sono forti ma nitidi, in un'atmosfera di classicismo novecentista.
Un pittore coltissimo, che ci si consegna come un primitivo o come un sognatore; realista e fantasioso.

Inaugurazione giovedì 25 marzo ore 18 presentazione di Rossana Bossaglia

La mostra è visitabile con il seguente orario: da martedì a sabato 10-12.30 e 15.30-19 / domenica 15.30-19

GALLERIA PONTE ROSSO
20121 - Milano via Brera 2 - Corrisp. via Monte di Pietà 1A - Tel./Fax 02/86461053

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