Michele Bazzana
Emanuele Becheri
Marco Bongiorni
Giulio Delve'
Claudia Losi
Andrea Magaraggia
Andrea Nacciarriti
Franco Nardi
Luca Pozzi
Laura Pugno
Pietro Di Lecce
Azimuth - Libera dimensione. In mostra artisti che hanno approcci con la superficie completamente differenti, dove essa non e' associata alla materia ma e' una sorta di procedimento di lavorazione mentale.
A cura di Pietro Di Lecce
Testi di Pietro Di Lecce
ARTISTI INVITATI:
Michele Bazzana
Emanuele Becheri
Marco Bongiorni
Giulio Delvè
Claudia Losi
Andrea Magaraggia
Andrea Nacciarriti
Franco Nardi
Luca Pozzi
Laura Pugno
“Il verificarsi di nuove condizioni, il proporsi di nuovi problemi comportano, con la necessità di nuove soluzioni, nuovi metodi, nuove misure; non ci si stacca dalla terra correndo o saltando: occorrono le ali; le modificazioni non bastano; la trasformazione deve essere integrale.”
In questo scritto di Manzoni tratto dal secondo numero della rivista di arte «Azimuth», fondata nel 1959 da Piero Manzoni ed Enrico Castellani, uscita in soli due numeri (il n. 1 nel 1959 e il n. 2 nel gennaio 1960), l’artista pone ai lettori la questione del rapporto fra l’opera d’arte e lo spazio. Manzoni si chiede come facciano alcuni pittori, pur essendo interessati ai problemi moderni, a porsi di fronte al quadro vedendolo come una mera superficie da riempire con il colore e le forme. “Tracciano un segno, indietreggiano, guardano il loro operato inclinando il capo e socchiudendo un occhio, poi balzano di nuovo in avanti, aggiungono un altro segno, un altro colore della tavolozza, e continuano in questa ginnastica finché non hanno riempito il quadro, coperta la tela; il quadro è finito; una superficie d’illimitate possibilità è ora ridotta a una specie di recipiente in cui sono forzati e compressi colori innaturali, significati artificiali.
Perché invece non vuotare questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura e assoluta?”Manzoni va contro l’idea di abbinare semplicemente dei colori o delle tonalità, per l’artista l’opera vale solo in quanto essere totale, la superficie rispetto al colore è illimitata e dinamica, essa non ha nessun colore di riferimento, una linea si può solo tracciarla, lunghissima, all’infinito, al di fuori di ogni problema di composizione o di dimensione; nello spazio totale non esistono dimensioni.
Per questa terza collettiva di Progetto Italiano ho selezionato artisti che hanno approcci con la superficie completamente differenti e che sono di fondamentale importanza per il processo creativo. La superficie non è associata unicamente alla materia ma diviene anzitutto una sorta di procedimento di lavorazione mentale atto a creare un mondo immaginale essenziale per l’artista stesso.
Rappresentativo è l’approccio di Piero Manzoni, che rivoluzionò il concetto stesso di opera d’arte nella seconda metà del ’900.
Vernissage il 20 febbraio dalle ore 18:30
The Workbench
via Vespri Siciliani, 16/4 Milano
Mostra visitabile su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle ore 10:30 alle ore 18:30