Flavio Bonetti: Il grande carro - trasloco in tre quadri. La storia quasi epica di questo trasloco viene raccontata con grandi fotografie panoramiche, che ritraggono una miriade di minuscoli oggetti. Sparsi, raggruppati e illuminati formano diversi paesaggi: la citta', il mare e il grande carro. Il progetto nasce come commento alla realta' intesa come racconto comune: gli oggetti-attori sono sempre gli stessi, ma il paesaggio che compongono nelle tre occasioni e' diverso. Il modo in cui ognuno sta al proprio posto produce in tempi diversi una precisa immagine storica, geografica o sociale. Nella Project Room Juul Kraijer: disegni, eseguiti quasi sempre in carboncino su carta
Flavio Bonetti
Il grande carro - trasloco in tre quadri
Siamo felici di annunciare la prima mostra di Flavio Bonetti Il grande carro - trasloco in tre quadri.
La storia quasi epica di questo trasloco viene raccontata con grandi fotografie panoramiche, che ritraggono una miriade di minuscoli oggetti. Sparsi, raggruppati e illuminati formano diversi paesaggi: la città , il mare e il grande carro.
I rapporti tra le figure vengono approfonditi in quindici immagini più piccole, che offrono punti di vista diversi, indagando più da vicino le relazioni tra gli oggetti-attori. Gli oggetti sono in realtà cimeli d'affezione, che Flavio Bonetti ha raccolto chiedendoli ad amici e conoscenti. Sono stati fabbricati e venduti, poi usati, amati e consumati. Trasportano i loro significati e la loro storia, e il loro incontrarsi produce racconti.
Il progetto nasce come commento alla realtà intesa come racconto comune: gli oggetti-attori sono sempre gli stessi, ma il paesaggio che compongono nelle tre occasioni è diverso. Apparentemente solido, il paesaggio si rivela così impressione fluida, continuamente aggiornata dagli sguardi di ognuno dei partecipanti, sempre pronti a considerare e a modificare la propria posizione relativamente a quella altrui. E' una riflessione sugli organismi sociali, la cui immagine globale non è chiara ad ognuno degli attori, mentre chiara è la coscienza del ruolo di ciascuno; il modo in cui ognuno sta al proprio posto produce in tempi diversi una precisa immagine storica, geografica o sociale.
Le forme sociali recenti hanno imposto attori nuovi, come la merce e il suo racconto: la moda è il rito con cui le merci chiedono di essere adorate, come scrisse Walter Benjamin. Anche in questo nuovo paesaggio, chi più chi meno, abbiamo saputo trovare il nostro posto.
Sono immagini primarie quelle del mare e della città , oppure negli occhi dei bambini la meraviglia può stampare qualunque paesaggio? Anche le canzoni parlano di questo: It is the evening of the day, I sit and watch the children play, doing things I used to do, they think are new (Rolling Stones).
JUUL KRAIJER
Nella Project Room presentiamo la giovane artista olandese Juul Kraijer. Le opere di Juul Kraijer sono disegni, eseguiti quasi sempre in carboncino su carta. Una linea leggera, trasparente, ma precisa, traccia di volta in volta il corpo o il viso di una giovane donna, silenziosa e contenuta, che si fonde con altre creature, animali o vegetali.
Le immagini non sono ritratti di situazioni reali, ma piuttosto raffigurazioni di stati d'animo, letteralmente incarnati da una figura. Juul Kraijer usa la forma dell'emblema: una combinazione di elementi che danno vita a una metafora.
Nei disegni, concisi ed essenziali, la definizione dello spazio è minima. Non c'è prospettiva, sfondo o accenno all'abbigliamento; non c'è definizione del tempo. I corpi disegnati sono nudi, ma neutrali: non carne, ma veicoli dello spirito, non forme voluttuose, ma come soffiate. Nessun'indicazione di movimento o gesti, bensì una posa intensamente concentrata che sembra adottata per l'eternità . L'immobilità del corpo trova corrispondenza nell'impassibilità del viso. Non interessa l'individualità del soggetto, ma il ruolo ricoperto: dare voce allo spirito.
Ogni disegno contiene una contraddizione tra la mancanza di movimento apparente e l'emozione dello spirito, in modo che quest'ultimo domini assoluto. Non è una contraddizione statica, ma una metamorfosi in atto. In un punto del corpo silenzioso si sta svolgendo una metamorfosi, che si solleva come un'onda su un mare tranquillo: il seno si trasforma in una coppia di colombe, alberi crescono dagli organi, un corpo si moltiplica per sette, una donna partorisce un corvo, passeri spuntano tra le vertebre, rami dalle vene. Il contorno del corpo perde il suo carattere assoluto per assumere una forma significante. La linea di divisione tra le cose perde la sua inesorabilità . L'indiretta franchezza del cambiamento smaschera l'apparente serenità . La figura, chiusa in sé, attraente, silenziosa e concentrata, si abbandona alla sua metamorfosi. Una metamorfosi che porta a una forma di unione con la natura.
Juul Kraijer è nata ad Assen in Olanda nel 1970, vive a Rotterdam e ogni anno passa qualche mese in India. Nel 2001 lo Stedelijk Museum di Amsterdam le ha dedicato una mostra personale. Le sue opere si trovano già nelle collezioni dello Stedelijk, del Museum Overholland di Amsterdam e del MoMa di New York.
Con il supporto del Mondriaan Stichting, Amsterdam.
Vernice giovedì 1 aprile 2004, ore 19.00
Galleria Monica De Cardenas, Via Viganò 4 - 20124 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19