8 Lati. In questa serie di ottagoni l'artista elabora una propria cosmologia trattando ogni tela come immagine fisica dei pianeti, al cui interno si legano passioni, tormenti e attrazioni.
Nella giovane e dinamica galleria trasteverina hanno esposto fin’ora tutti artisti che per vivere fanno un altro mestiere, alcuni autodidatti, altri no. Così si sono susseguiti il chimico Giorgio Giardina, l’architetto Kathia Virgilio e la restauratrice Margherita Massimino. Questa è la volta di un attore e artista romano emergente, Andrea Iacovacci, che presenta qui la sua prima personale “8 Lati”.
8 sono i lati di un ottagono, 8 è il numero dei pianeti che compongono il nostro sistema solare, il numero 8 indica anche l’ottavo giorno che secondo i Padri della Chiesa sarebbe stato il giorno della resurrezione. Simbologie vagamente esoteriche animano l’immaginario dell’artista che trova completa espressione in questa serie di opere. Andrea Iacovacci è un artista autodidatta e - aggiungerei - “di riflesso”. Sottolineo ‘aggiungerei’ poiché credo che oggi nell’utilizzare il termine ‘autodidatta’ ne vadano specificate necessariamente le modalità e la natura. Il giovane artista emergente riceve l’amore per la pittura dalla madre, pittrice autodidatta anch’ella ma ostacolata in questa passione. Grazie alla madre che sin da bambino lo lasciava libero di giocare con la sua tavolozza di colori a olio, Andrea sviluppa un particolare interesse per l’alchimia della pittura.
L’ottagono, segno che rappresenta il punto di congiunzione tra i Cieli e la Terra, è un elemento a cui Iacovacci vuole conferire concretezza d’oggetto. Per questa ragione fabbrica lui stesso alcune intelaiature con grande accuratezza artigianale.
In questa serie di ottagoni l’artista elabora una propria cosmologia trattando ogni tela come immagine fisica dei pianeti, al cui interno si legano passioni, tormenti e attrazioni connaturate nell’artista che attraverso la pittura trovano libera espressione.
Quello di Iacovacci diventa un gioco di sfida in cui invisibili fili di legame vengono tessuti in una ragnatela a forma di ottagono in cui percorrono le molteplici direzioni influssi planetari, particelle invisibili di materia stellare, terrestre, acquosa e aerea, rappresentati simbolicamente dai pianeti. Il mare è un luogo simbolico molto significativo per l’artista, così anche il sole e il buio. Nel paradosso esistenziale di Andrea le sue esperienze vissute e la sua vivace creatività lo rendono un autodidatta forse inaffidabile, forse temporaneo. Questa rimane una scommessa.
(Sara Fiorelli e Francesca Ragone)
Inaugurazione 16 aprile ore 19.30
Trastfactory Gallery
via Goffredo Mameli, 13 Roma
mart-sab 12-19
ingresso libero