Logografie, tracce e simboli tra memorie e visioni. Un percorso attraverso fotografie di muri dipinti o colorati nella spontaneita' di situazioni diverse e in diversi luoghi d'Italia.
Il progetto espositivo Logografie. Tracce e simboli tra memorie e visioni, di Pio Tarantini, comprende una selezione di opere che tracciano un percorso attraverso fotografie di muri dipinti o colorati nella spontaneità di situazioni diverse e in diversi luoghi d’Italia. Ogni muro racchiude una storia che può essere di valenza simbolica (la bandiera italiana, elementi simbolici di un paese o religiosi) oppure di valenza narrativa (i graffiti naif di un personaggio eccentrico, un messaggio pubblicitario, scritte infantili) o ancora di pura decorazione, istituzionale o di protesta.
Due installazioni sono parte fondamentale del progetto. La prima è una sequenza di cinque fotogrammi stampati in grande formato che riproducono un vecchio chassis di macchina fotografica all’interno del quale si intravede la fotografia della bandiera italiana dipinta su un vecchio muro.
La seconda è costituita da due cassettiere per caratteri tipografici dove nelle caselle sono stati collocati frammenti di corrispondenza privata e spezzoni di pellicole cinematografiche, come residuo di memoria che emerge da due tipi diversi di comunicazione, quella epistolare e quella filmica.
Il lavoro si intitola Logografie, nel senso etimologico più vasto di unione tra logos, il pensiero, la parola, e graphia, la scrittura, nella doppia valenza di convenzione linguistica e di rappresentazione iconica attraverso le immagini fissate sulla pellicola foto-cinematografica.
Nota biografica
Esponente della fotografia contemporanea italiana in quanto autore e studioso Pio Tarantini è nato nel Salento, dove ha compiuto studi classici a Lecce, e si è trasferito nel 1973 a Milano dove ha completato gli studi laureandosi in Scienze Politiche presso l'Università Statale.
Ha realizzato in più di quaranta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private e pubblicati da molte importanti riviste italiane e internazionali. Ha realizzato una decina di volumi monografici e le sue ricerche sono state presentate o recensite dai più importanti critici italiani. Dalla fine degli anni ottanta scrive di fotografia collaborando nel corso degli anni con molte riviste; insegna linguaggio fotografico e sulla materia tiene corsi e conferenze. In qualità di saggista ha pubblicato tra l’altro negli anni più recenti due volumi: Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile (2011) e Fotografia araba fenice. Note sparse tra fotografia, cultura e il mestiere di vivere (2014). Sue opere sono conservate presso collezioni private e istituzioni pubbliche tra cui il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo
Inaugurazione 16 aprile
Galleria Ostrakon
via Pastrengo, 15 Milano
mar-sab 15,30-19,30
ingresso libero