Opere travestite da qualcos'altro. Le ragioni del pittorico espresse non solo nel rapporto storico con la convenzione di oggettivita' della fotografia, ma con "la sua assertiva evidenza super-realistica e irrealistica".
Sono esposti venti dipinti ad olio, risultato della più recente ricerca pittorica dell’artista, dedicati al tema della natura morta.
“ I want works to be disguised as something else (photos)… I accept the subject matter as a by-product of surface, sosteneva Malcolm Morley nella stagione fervida e controversa del Photorealism.
Travestire la pittura da fotografia può essere una forma di abdicazione definitiva, estetica e di conseguenza
etica, in cui un’intera identità disciplinare e di senso trascolora nella deriva del visibile nullificato. Oppure il
contrario, la mise en abîme di ogni vincolo di pertinenza del pittorico al dovere del soggetto, di qualsiasi
ragione esso sia portatore.
Salvatore Mammoliti, che per generazione si è posto la questione del figurare pittorico quando ogni fiamma
polemica si era finalmente affievolita, ha scelto non solo di riportare la questione nell’alveo del suo
perimetro più squisitamente concettuale, ma di amplificarla in virtù del diverso intendimento - e della
differente aspettativa - cui l’idea di fotografico va sempre più chiaramente assuefacendoci.
In altri termini, ha deciso di esplorare la qualità e la tenuta delle ragioni del pittorico non solo nel rapporto
storico con la convenzione di oggettività della fotografia, ma ha rilanciato mettendo in gioco anche le
conquiste di specifica formatività che la fotografia ormai abitualmente pratica, la sua autonomia linguistica
acclarata e accolta, la sua assertiva evidenza super-realistica e irrealistica.” (…) Flaminio Gualdoni
“La Natura interpretata. Un pittore e un cuoco hanno molti aspetti in comune. Il primo fra tutti è la capacità
di creare e inventare ma anche d’interpretare, attribuendo un significato nuovo a cose comuni che vengono
riproposte in modo simbolico. L’artista gode di un privilegio, creare opere non scalfibili dal tempo. Il cuoco,
al contrario, gode dell’ebbrezza dell’attimo, benché le sue creazioni attivino più sensi e stimolino ricordi e
vissuti lontani. A differenza di altri artisti l’opera di Salvatore Mammoliti è paragonabile al lavoro di un
grande cuoco. Le sue nature morte sanno interpretare il cibo con la maestria di uno chef che sorprende i suoi
ospiti con forme, profumi e sapori unici. Il bianco che le circonda è il piatto su cui queste nuove forme raccontano
una storia, con l’obiettivo di far vivere un’esperienza nuova.” (…) Carlo Cracco
Salvatore Mammoliti nasce a Taurianova (Reggio Calabria). Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Palmi
e all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Dal 1985 vive a Ghedi (Brescia). Inizia ad esporre nel
1989. Alla Galleria Ponte Rosso espone dal 1996, anno in cui è selezionato fra i finalisti della prima edizione
del premio di pittura Carlo Dalla Zorza
Inaugurazione 23 aprile ore 18
Galleria Ponte Rosso
via Brera, 2 Milano
mar-sab 10-12.30 e 15.30-19
ingresso libero