Opere nate casualmente mentre parlano di oggi e di ieri, delle passioni e dei perche' generatori e che, soprattutto, intrigano l'osservatore in un percorso divertente e meditativo.
a cura di Anna Soricaro
Sepulveda ispira un’esposizione complessa ed articolata in cui la libertà passionale di dipingere ha lo stesso effetto di una stanchezza nelle gambe: far perdere gli itinerari predefiniti, individuarne uno casuale che, forse, non porta da nessuna parte ed allontana dai pensieri. I quattro artisti prescelti camminano senza un itinerario ben definito dettati dall'entusiasmo generatore e si districano tra gesti intensi e casuali o colate di resina, figure amorfe e linee intricate. Opere nate casualmente mentre parlano di oggi e di ieri, delle passioni e dei perché generatori e che, soprattutto, intrigano l'osservatore in un percorso divertente e meditativo, lontano dai pensieri del quotidiano. Zerouno diviene uno spazio in cui sorridere e riflettere attraverso le opere d'arte poichè ogni artista ha una maturità avviata e preponderante e lascia segni determinati e corposi.
Andrea Bazzechi, Massimo Monteleone, Gianluca Pozzi, Alfredo Torsello sono i protagonisti e i prescelti della complessità estetica poichè Andrea Bazzechi si esprime con piccoli formati che divengono fotogrammi estetici in cui un'attenta ricerca del colore unitamente ad una gestualità da tempo nota rendono la soluzione finale di grande eleganza. Massimo Monteleone è pacatezza svincolata in gesti esili ed intrecciati in cui tratti e toni delicati individuano soluzioni di gran classe e raffinatezza tanto da creare grandi poesie visive. Gianluca Pozzi rompe gli schemi espositivi attraverso opere insolite e frizzanti in cui i protagonisti dai tratti elementari divengono complementari di una tecnica accurata e precisa che non solo riesce ad incuriosire l'osservatore ma anche a lasciarlo sorridere da lontano e intrigarlo da vicino: un tripudio di talento mentale e tecnico. Alfredo Torsello evidenzia una pregevole maturità del colore attraverso una gestualità intensa e rapida che si paca nella grandezza di un cerchio in cui tutto parte e tutto torna, fulcro di un istinto grandioso e frizzante. Opere volutamente diversificate, emozionanti e significative, concettuali e gestuali, ponderate e istintive, lontane dal convenzionale che lasciano tremare le gambe agli osservatori per tecnica, toni ed intensità visiva.
“La stanchezza nelle gambe mi fece capire che camminavo da varie ore in una qualche direzione, ma senza un itinerario ben definito, o forse sì, ne avevo uno, casuale, che sebbene non mi portasse da nessuna parte mi allontanava sempre di più dai miei pensieri.
Luis Sepúlveda, "Diario di un killer sentimentale"
Inaugurazione giovedì 23 aprile ore 18
Fondazione Giuseppe De Nittis
via Indipendenza, 27 Barletta
lun- ven 17-20, sab e tutte le mattine su appuntamento
ingresso libero