La memoria degli alberi. Con uno stile fotografico contemporaneo, dove la poesia accompagna la memoria, Cook riesce a scoprire i fili di una storia frammentata.
a cura di Annalisa D’Angelo
Lo sguardo poetico e documentario di una fotografa americana sul genocidio armeno in una mostra
che la Galleria del Cembalo apre al pubblico, dal 23 aprile al 27 giugno 2015.
“Gli alberi di Gelso fanno la guardia, nonostante il passaggio del tempo
ad Ağaçlı, formando una macchia verde nel polveroso terreno dell’Anatolia,
nutriti dalla sorgente che scende a cascata dalla valle sovrastante.
Rami estesi come in una dichiarazione, le foglie nutrono
un universo, chiuse da un filo. La seta, tessuta da grossi vermi su queste foglie
risiedono sul pavimento delle case del villaggio e annidati nei giardini.
Qui, ogni albero assorbe la pioggia e il vento, il sole e la tristezza;
spinge le sue radici nella profondità del suolo di Ağaçlı e sono testimoni.
I segreti dei secoli sono ombre sotto i grossi rami.
Ma non ci diranno in modo semplice cosa è successo qui, o lì.
Restano immobili, quiescenti, tornando alla storia solo quando appellati.”
Kathryn Cook
Come fotografare quello che non c’è più e che si è cercato di cancellare?
Per sette anni, Kathryn Cook è stata impegnata in un paziente lavoro alla ricerca delle tracce del
genocidio degli Armeni – il primo della storia del Ventesimo secolo – che ha causato la morte più di
un milione di Armeni in Turchia. Con uno stile fotografico contemporaneo, dove la poesia
accompagna la memoria, Kathryn Cook riesce a scoprire i fili di una storia frammentata, fatta di
detto e non detto, attraverso le testimonianze degli Armeni e dei Turchi incontrati in Armenia, in
Turchia, in Libano, in Siria, in Israele e in Francia. Kathryn Cook si sofferma qui sulle tracce di
questa eredità che circoscrive in una narrazione delicata che mescola foto in bianco e nero a colori.
Con questo lavoro eccezionale, l’autrice propone un nuovo modo di rappresentare la sofferenza e il
male procedendo attraverso ripetizione e simboli. Il titolo La memoria degli alberi si riferisce al
villaggio turco di Agacli (il posto degli alberi), nella Turchia dell’est, che Kathryn Cook ha fotografato
a lungo e che costituisce, in un certo senso, la metafora del suo percorso artistico. Questo villaggio,
che era armeno prima del 1915, è oggi abitato da una maggioranza curda che ha fatto rinascere la
tradizione della tessitura della seta come veniva praticata un tempo dagli Armeni.
Nata nel 1978 negli Stati Uniti, Kathryn Cook vive oggi a Londra.
Le sue fotografie compaiono regolarmente sulla stampa (The New Yorker, The New York Times, Time, Stern,
Le Monde 2, The Independent) ed hanno ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali Inge Morath Award
(2008), il Aftermath Project Grant (2008), il Enzo Baldoni Award (2008), il Alexia Foundation Grant (2012). Per
portare a termine il lavoro ha beneficiato del programma di Ateliers de L’Euroméditerranée (Marsiglia-
Provenza 2013).
Le sue fotografie rappresentano la topografia, la memoria, l’oblio e mostrano sottilmente come la percezione
di un paesaggio muta quando si sa quello che lì è accaduto. Molto più di una semplice documentazione di
fatti, queste trasmettono la carica emozionale della Storia.
Ufficio stampa Galleria del Cembalo
Davide Macchia | ufficiostampa@galleriadelcembalo.it
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Inaugurazione 22 aprile 18.30
Galleria del Cembalo
Largo della Fontanella di Borghese, 19 - Roma
mercoledì, giovedì e venerdì: 17.00 - 19.30
sabato: 10.30 - 13.00 e 16.00 - 19.30
lunedì, martedì e le mattine di mercoledì, giovedì e venerdì: apertura su appuntamento