Stratigrafie. Tarantini si e' servito della stratificazione di piu' fotogrammi per ottenere un'immagine onirica e dalla valenza simbolica, procedimento di cui si e' servito in un'altra occasione della sua ricerca fotografica.
Con questo lavoro, Stratigrafie, Pio Tarantini si colloca su un versante del tutto diverso, se non opposto, rispetto alla antica vocazione reportagistica che ha caratterizzato molti suoi lavori, dalla documentazione di eventi sociali e di vita quotidiana, alla ritrattistica, alle trasformazioni del territorio.
Per questa ricerca Tarantini si è servito della stratificazione di più fotogrammi per ottenere un’immagine onirica e dalla valenza simbolica, procedimento di cui si è servito in un’altra occasione della sua ricerca fotografica, quando realizzò un lavoro, Il passato e i pensieri (1985) dedicato al tema della memoria. Ha ri- preso questo modus operandi in anni più recenti come una necessaria rivisitazione visiva intorno a passioni, ambienti, persone e cose intorno alle quali gli capita di riflettere.
Il sovrapporsi di diversi fotogrammi – attuato oggi con i moderni mezzi che la post-produzione digitale offre, diversamente dalle sovrapposizioni degli anni ottanta ottenute direttamente in fase di ripresa o di montaggio manuale – vuole essere, oggi come ieri, una sintesi onirica di una ricerca che cerca di indagare visivamente su un livello diverso dell’animo, o delle sinapsi cerebrali che dir si voglia, rispetto alla più classi- ca documentazione legata alla rappresentazione visiva mimetica, di riproduzione della realtà visibile.
Pio Tarantini, nato nel 1950 nel Salento dove vive e lavora a Milano dal 1973. Esponente della fotografia contemporanea italiana in quanto autore e studioso ha realizzato molti lavori, esposti dal 1982 in sedi pubbliche e gallerie private, e recensiti dalle più importanti pubblicazioni (quotidiani, riviste d’arte e di fotografia) in Italia e all’estero. Ha pubblicato numerosi cataloghi e volumi monografici e svolge attività didattica sul linguaggio fotografico. Sue opere sono conservate in importanti collezioni private e pubbliche, tra cui il Museo di Fotografia Con- temporanea di Cinisello Balsamo. Dal 1987 scrive articoli e saggi di fotografia per numerose riviste; nel 2011 ha pubblicato Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile, un manuale di linguaggio e storia della fotografia, e nel 2014 Fotografia araba fenice. Note sparse tra fotografia, cultura e il mestiere di vivere, una raccolta dei suoi saggi e articoli più recenti.
Inaugurazione sabato 23 maggio 2015 alle ore 18
Cappella Mellerio
Piazza Rovereto, 4 Domodossola
orario: dal lunedì al venerdì orario 16 - 20; sabato e domenica orari 10-12 e 17-21
ingresso libero