Studio Marta Bianchi - InEvoluzionet
Enzo Barchi
Salvatore Pupillo
Claudio Bianchi
Giancarlino Benedetti Corcos
Baldo Diodato
Teresa Coratella
Francesco Gallo Mazzeo
L'esposizione presenta una serie di lavori di Enzo Barchi, Salvatore Pupillo, Claudio Bianchi, Giancarlino Benedetti Corcos, Baldo Diodato,Teresa Coratella.
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
Anabasi, una scala di ascensione verso la luce, che è l'essenza della pittura, qualità alchemica di trasformazione dell'ordinario in straordinario, in modo di stare insieme della diversità che si compone in una corporeità metafisica, di sospensione della gravità, in modo che la mente possa liberarsi e immaginare un grande coro, della spiritualità di Enzo Barchi, della rarefazione di Salvatore Pupillo, della scacchiera di Claudio Bianchi, del sogno irreale di Giancarlino Benedetti Corcos, dell'impianto metallico di Baldo Diodato, del segno misterico di Teresa Coratella
per aspera ad astra.
Enzo Barchi, Salvatore Pupillo, Claudio Bianchi, Giancarlino Benedetti Corcos, Baldo Diodato,Teresa Coratella.
Disposti in forma di scala, con un testo introduttivo di Francesco Gallo Mazzeo,
autore anche di testi poetici su ciascuna opera in esposizione.
Anabasi
E' una scala, mentale, non meccanica, è cammino
teso, verso la luce, che viene dall'alto, attira lo sguardo,
per alleggerirne il peso, mentre tutto s'inebria, come
in una atmosfera mistica, in tutte direzioni, un
suo mantello trasparente, perché niente sia celato, mancato,
oppure negato. Come si componga nella realtà della nostra
esperienza visiva è fenomeno che ognuno vive nella sua
propria verità, come una ricerca fatta, di un perdersi e di un
trovarsi, come ondulante armonia delle grazie, delle difficoltà,
delle corde infinite di una musica, che ispira l'anima, che porta
il peso di ricordi e rimozioni, che agiscono sulla coscienza
e sulla respirazione d'infinito. Diverso è il ritmo, con cui
ciascuno ribadisce l'ascesa, resa leggera dalla sua leggerezza,
data pesante dal peso gravante, come un identico che aiuta
i diversi, come un analogo che fonde somiglianti. Un
passo dopo l'altro s'apre l'orizzonte e vedi di più,
vedi quello che prima era negato e aumenta la voglia,
man mano, sempre di più s'allarga il respiro che è quiete
dell'anima, essere essenza, come distillato d'autentico,
d'enigma e colore s'aggiunge a colore, mentre il cielo
si fa più vicino, diventa respiro e qualcosa, d'arcano,
appare (…).
Coratella. Sembrano fulmini, sembrano festoni, forse
bandiere, segnali d'un deserto d'attesa, con numeri stampati
e forme geometriche senza archimedi o taleti, come bellezze
notturne uscite dai sogni e trovate a vagare, tagliando
traguardi, in mezzo a stelle e comete, ma forse nuvole e cavalli.
Diodato. La sua è una divina mania, scavare l'impronta,
fare la mappa, correggere il tiro, indirizzare la meta, che sia
piazza o confine, poco importa...mentre il martello batte,
la mano cala il colpo che trema la terra e appare una sagoma
e poi un altra, quelle di un cammino, forse, un grande percorso.
Corcos. Scava come può farlo un tarlo deciso, macchia
come un colore squarciante, scrive come un poeta saturno,
compone come un udente trageda, recita d'afflizione
e follia, dialoga di vita, di morte e d'altro, sgretola
rocce come un fulmine acceso. Trova uno specchio. Se stesso.
Bianchi. Volteggia con segni nascosti, d'alfabeto personale,
affermanti quanto neganti, monologo in forma di coro,
come apparizioni e fantasmi che popolano sogni, accompagnano
veglie, innestando pazienti attese, placando furori, facendo
da ombra al troppo vedere, scandendo minuti alla forma di luce.
Pupillo. La sua è una semplificazione, una sottrazione, una
scansione che tende ad una contemplazione, ad una scesa
nelle ombre per scartarle, per farne a meno, sempre attento
a non scalfire l'impronta calcata nel soffice corpo, nella
estensione desiderante del tatto, che segna, segue, insegna.
Barchi. Ispirata speranza, fede, mixtura d'aromi,
leggerezza offerta al carisma, pittura e monologo di
una solitudine gioiosa, continua ricerca di sé, continua
offerta del sé, come un rituale che non finisce mai, che
muove dal tempo, dallo spazio... e fluisce nell'uno...tutto.
Inaugurazione 27 maggio ore 19
Bibliothe' Contemporary Art Gallery
via Celsa, 4/5 (piazza del Gesu') Roma
lun-sab 11 - 23
ingresso libero