Gianna Caviglia - Comune Genova - Ufficio Cultura e Città
Piccolo Compendio di Animali Perduti. "Il compendio racconta della diversita' dell'essere 'altro' in un senso non solo visibile, esteriore. E' un flusso di immagini che scorrono per tracciare l'immagine del caro estinto".
a cura di Mariacarla Auteri
Chi è l'altro, se non l'animale che cammina al nostro fianco fin dal principio?
Egli è il compagno silenzioso che osserva la nostra nudità, senza tuttavia percepirla,ignaro della nostra vergogna di “essere messi a nudo”. La nudità non è un concetto comprensibile all'animale, poiché, come afferma Derrida, “non c'è nudità in natura”. L'atto della vestizione deriva da un sentimento di vergogna e di fragilità che ha portato l'uomo a riscattarsi per mezzo della tecnica della storia e dellafilosofia. L'animale rimane semplicemente l'altro, il diverso.
L'accuratezza illustrativa del Piccolo compendio di animali perduti è prima di tutto la traccia di tale conoscenza scientifica – come dimostra la serie degli Atlas, un archivio dove le parti anatomiche, raggruppate per genere, sono abbozzate sulla pagina bianca – ricostruita dallo studio dei testi di osservazione sull'animale che noi seguiamo. Dotato della propria naturale curiosità l'uomo si è interessato allo studio scientifico delle “bestie” (Bichat parlerebbe di “vita animale”, la funzione corporea che regola e intesse il vissuto sociale,l'animale che vive al di fuori).
Il compendio racconta della diversità dell'essere “altro” in un senso non solo visibile, esteriore. È un flusso di immagini che scorrono nella piacevolezza di tracciare l'immagine del caro estinto. L'uomo, riconoscendovi una familiarità, è ora l'animale che ricorda l'altro,il compagno, come in Mnemosyne, un diario visivo dove la ricerca mnemonica si attacca al singolo particolare, o come nel Geronticus Eremita o nel Mascarinus Mascarinus, primi piani, riconducibili ai ritratti familiari appesi nelle pareti domestiche.
Nature morte, volti dimenticati, trittici come altari eretti alla memoria. Il compendio si tinge di sfumature più simili alla ricostruzione di un ricordo, come di un immagine vaga e impressa nella mente, rappresentata sempre dal tratto distinto e delicato dell'artista. Segno nero su sfondo bianco. Sono immagini chiare, perfettamente visibili, impossibile confondersi.
L'altro non è più un estraneo, seppur diverso.
Non ci sentiamo più nudi di fronte ad esso.
Alice Padovani
Note biografiche:
Nata a Modena, dove vive e lavora, nel 1979.
Laureata con il massimo dei voti in Filosofia (laurea specialistica) e in Arti Visive (laurea magistrale) presso l’Università di Bologna.
Dal 2000 al 2009 lavora come attrice presso la Compagnia Laminarie di Bologna. Nel 2005 fonda Amigdala, associazione che opera nell'ambito del teatro di ricerca e delle arti contemporanee, dove lavora come regista e organizzatrice di eventi fino al 2012. Dal 2009 lavora come grafica per il Comune di Modena.
Preferendo l'utilizzo del disegno e della performance, come artista visiva ha esposto in diverse personali e collettive a carattere nazionale e internazionale.
www.alicepadovani.it
Inaugurazione 29 maggio ore 18
Sala Dogana Palazzo Ducale
piazza Matteotti, 13 Genova
dal martedì alla domenica ore 15.00 | 20.00
ingresso libero